Lorenzo Rosseti, l’azzurrino che ci sa fare

scritto da Claudio Paronitti

Il secondo ragazzo, dopo il greco Anastasios Donis, che la Juventus ha prestato al Lugano, ha portato beneficio sia al giovane italiano che alla squadra ticinese

Arrivato in punta di piedi sulle rive del Ceresio, sapendo di dover conoscere una nuova realtà che non fosse quella di casa, Lorenzo Rosseti si è adattato con estrema velocità ai ritmi della Super League. Un dato su tutti conferma questa tendenza: su quindici tiri tentati, ben quattro sono finiti in fondo alla rete. La media è dunque di un gol ogni 3,75 conclusioni. Un dato da vero rapace dell’area di rigore.

Lorenzo ha un fiuto per il gol che pochi altri attaccanti possono vantare. Sente la porta come quella di casa sua e non si fa per nulla impressionare da ciò che accade sulle tribune di uno stadio (pensiamo solo alla rete messa a segno al “St. Jakob-Park” di Basilea, quando ha preso d’infilata e in velocità Marek Suchy, superando poi in diagonale Tomas Vaclik). Nel corso di una partita non tocca molto spesso la palla, ma il suo “gioco sporco” permette ai compagni di liberarsi e avvicinarsi ai sedici metri avversari con molta frequenza: una caratteristica fondamentale per un attaccante moderno.

Peccato che il suo sia solo un prestito secco. Si spera che la collaborazione con la Juventus andrà avanti per qualche tempo ancora e che porterà a Cornaredo ragazzi come Rosseti, vogliosi di mostrarsi al pubblico per quello che sono: giovani genuini con una tecnica sopraffina e con l’obiettivo di affermarsi ai più alti livelli possibili.

VOTO – 4,5

PUNTATE PRECEDENTI

“Andrea Manzo, il tecnico sempre in bilico”

“Mirko Salvi, la saracinesca fatta persona”

“Francesco Russo, la riserva di lusso”

“Simone Belometti, la gioventù che avanza”

“Goran Jozinovic, il terzino imprescindibile”

“Fulvio Sulmoni, il ritorno del figliol prodigo”

“Vladimir Golemic, la diga silenziosa”

“Steve Rouiller, l’affidabilità del centrale”

“Orlando Urbano, il baluardo dimenticato”

“Dragan Mihajlovic, il jolly inaspettato”

“Marco Padalino, l’esperienza su cui fare affidamento”

“Jonathan Sabbatini, il capitano sfortunato”

“Mario Piccinocchi, il ragioniere del centrocampo”

“Antoine Rey, il leone di mille battaglie”

“Domen Crnigoj, l’alternanza di prestazioni è il suo mestiere”

“Bálint Vécsei, la lentezza non porta lontano”

“Davide Mariani, la sorpresa più piacevole”

“Yanick Guerchadi, il valido junior che tornerà utile”

“Ezgjan Alioski, la stella del firmamento più luminosa che c’è”

“Ofir Mizrachi, l’amore mai sbocciato”

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