Mario Piccinocchi, il ragioniere del centrocampo

scritto da Claudio Paronitti

Il gol della bandiera siglato al 90’ nella disfatta di Losanna (4-1) ha permesso al giovane regista di scuola Milan di eguagliare il numero di reti messe a segno la scorsa stagione, la prima tra i professionisti

L’anno passato era stato protagonista nella sconfitta casalinga contro il Basilea. Il suo stupendo gol d’apertura, su favoloso assist di tacco di Patrick Rossini, aveva permesso ai bianconeri di sognare per qualche minuto l’impresa, sfumata un po’ per sfortuna e un po’ per decisioni arbitrali contrarie. Ma questo fa parte del passato. E rimuginarlo non è un buon segno.

Il piccolo centrocampista delizia i tifosi, sin dai primi giorni in cui è arrivato a Cornaredo, con prestazioni sublimi, che confluiscono in passaggi illuminanti per gli attaccanti e, di conseguenza, in occasioni da rete. Zdenek Zeman è il motivo principale per cui ha accettato la prima avventura all’estero della carriera, in cui è stato troppo spesso bloccato dagli infortuni. Il boemo ha creduto molto in lui e Mario non si è lasciato scappare l’opportunità concessagli, sfruttandola al massimo ed elevando il suo livello di gioco.

Ha lo stile di un vero ragioniere, che in mezzo al campo sa sempre cosa fare, e raramente gli viene “il braccino”. Il girone d’andata lo ha visto in campo per settecento minuti tondi. Il già citato gol alla “Pontaise” e un assist sono il bottino raggranellato. La sua assenza per infortunio, unita a quella di Sabbatini, ha influito molto sulle prestazioni della squadra che, tutt’un tratto, si è trovata a dover ricoprire due ruoli indispensabili nella costruzione del gioco. Anche lui rientrerà a gennaio, con la speranza di non doverlo vedere più volte all’esterno del rettangolo verde che all’interno.

VOTO – 4

PUNTATE PRECEDENTI

“Andrea Manzo, il tecnico sempre in bilico”

“Mirko Salvi, la saracinesca fatta persona”

“Francesco Russo, la riserva di lusso”

“Simone Belometti, la gioventù che avanza”

“Goran Jozinovic, il terzino imprescindibile”

“Fulvio Sulmoni, il ritorno del figliol prodigo”

“Vladimir Golemic, la diga silenziosa”

“Steve Rouiller, l’affidabilità del centrale”

“Orlando Urbano, il baluardo dimenticato”

“Dragan Mihajlovic, il jolly inaspettato”

“Marco Padalino, l’esperienza su cui fare affidamento”

“Jonathan Sabbatini, il capitano sfortunato”

Leggi anche questi...