Davide Mariani, la sorpresa più piacevole

scritto da Claudio Paronitti

Autore di una seconda parte di girone d’andata a dir poco strabiliante, il centrocampista cresciuto con addosso la maglia biancoblu dello Zurigo, che lo ha fatto debuttare in 1a Lega non ancora maggiorenne, si è rivelato al grande pubblico sulle rive del Reno; da quest’estate è alla corte di Angelo Renzetti

Il numero uno bianconero ha fatto firmare a Davide un contratto della durata di due anni, segno della fiducia che si è meritato dopo la settimana di prova a cui è stato sottoposto a inizio luglio. Grande amico di “Gianni” Alioski, suo compagno di squadra nelle fila dello Sciaffusa, Mariani ha assunto il ruolo di protagonista man mano che l’autunno avanzava, mentre i suoi compagni, uno a uno, andavano letteralmente “alla deriva”.

Nei 1’400 minuti che ha trascorso sul terreno di gioco ha messo a segno quattro reti, tutte di pregevolissima fattura. Il primo di queste è stato il missile terra-aria che ha piegato le mani a Tomas Vaclik, non proprio l’ultimo arrivato tra gli estremi difensori, per il momentaneo 1-1 contro il Basilea (incontro terminato 2-2); due settimane più tardi si è ripetuto con un bolide che, purtroppo, non è servito ai fini del risultato (sconfitta 2-3 con il San Gallo). Tra l’ultima settimana di novembre e la prima di dicembre ecco che sono arrivate le altre sue due perle: a Vaduz, dopo un triangolo con Alioski, ha siglato quello che sarebbe potuto essere il gol della riscossa, mentre contro il Thun il suo diagonale allo scadere (94’05”) ha interrotto una striscia di sconfitte (4) che stava per farsi alquanto pesante.

L’importanza di avere un giocatore di questa caratura è stata fondamentale per una squadra che, dopo il favoloso 2-0 rifilato al Grasshopper il 22 settembre scorso, si è persa al punto da non riuscire più a vincere nemmeno una partita, smarrendo in tutti i sensi la bussola. In questi tre mesi senza vittorie è stato proprio Davide l’uomo in più, che ha cercato sempre e in qualsiasi modo di accendere a più riprese l’interruttore della luce. A conferma che è stato lui a provare a uscire dal guado ci sono i 31 tiri scagliati verso le porte avversarie, il che indica la sua propensione offensiva all’aiuto di una formazione giovane e di sicuro talento, ma forse ancora troppo inesperta per certi palcoscenici.

VOTO – 5

PUNTATE PRECEDENTI

“Andrea Manzo, il tecnico sempre in bilico”

“Mirko Salvi, la saracinesca fatta persona”

“Francesco Russo, la riserva di lusso”

“Simone Belometti, la gioventù che avanza”

“Goran Jozinovic, il terzino imprescindibile”

“Fulvio Sulmoni, il ritorno del figliol prodigo”

“Vladimir Golemic, la diga silenziosa”

“Steve Rouiller, l’affidabilità del centrale”

“Orlando Urbano, il baluardo dimenticato”

“Dragan Mihajlovic, il jolly inaspettato”

“Marco Padalino, l’esperienza su cui fare affidamento”

“Jonathan Sabbatini, il capitano sfortunato”

“Mario Piccinocchi, il ragioniere del centrocampo”

“Antoine Rey, il leone di mille battaglie”

“Domen Crnigoj, l’alternanza di prestazioni è il suo mestiere”

“Bálint Vécsei, la lentezza non porta lontano”

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