Orlando Urbano, il baluardo dimenticato

scritto da Claudio Paronitti

L’ex capitano del Como, arrivato alla corte bianconera nel mese di giugno del 2012, è finito inspiegabilmente ai margini del progetto attuale, dopo quattro stagioni vissute da assoluto protagonista, nelle quali si è guadagnato il titolo di giocatore carismatico pronto a ogni evenienza

I tre anni trascorsi in Brack.ch Challenge League hanno fatto crescere, e di molto, la stima verso un ragazzo che, fino al momento dell’acquisto da parte della società sottocenerina, non conosceva altro calcio se non quello della vicina penisola. Sono ben novanta le presenze del centrale italiano nella seconda serie elvetica. A coronamento di ciò sono arrivate anche 11 reti, la più importante delle quali è stata senza ombra di dubbio quella della sicurezza nel trionfale 2-0 di Bienne che ha consegnato di fatto la promozione nella massima serie ai bianconeri dopo 13 anni di purgatorio.

Anche la scorsa stagione il baluardo azzurro è stato tra gli interpreti più luminosi del primo ballo tra le grandi. Zdenek Zeman stravedeva per lui e non è un caso se è stato schierato 32 volte (con 1 gol all’attivo) su 34 partite: ne ha dovute infatti saltare due per squalifica (una per un cartellino rosso e l’altra per raggiungimento di ammonizioni). Compagno di reparto di Niko Daktkovic, il quale, dopo il prestito di un anno alla società di Angelo Renzetti, è tornato allo Spezia, la società di Serie B che detiene il suo cartellino, Urbano ha fatto quel salto di qualità che tanti suoi colleghi non sono riusciti a sostenere nel passaggio tra una categoria e l’altra.

Quest’estate è stato messo improvvisamente ai margini del progetto. Ciononostante, lui non molla. E, malgrado il Presidente a inizio stagione non abbia speso parole molto adeguate nei suoi confronti (affermando che se vuole un accordo pluriennale può andare a cercarselo altrove…), Urbano è ancora qua, in riva al Ceresio. Almeno fino a giugno 2017, quando il suo matrimonio con i bianconeri terminerà per fine contratto. Ora come ora, gli indizi dicono che non si intravvedono luci all’orizzonte su una sua possibile permanenza a Cornaredo. Se così sarà, i bianconeri, oltre a un giocatore validissimo, perderanno un uomo sempre disponibile e cordiale con chiunque si trovi di fronte.

VOTO – 4

PUNTATE PRECEDENTI

“Andrea Manzo, il tecnico sempre in bilico”

“Mirko Salvi, la saracinesca fatta persona”

“Francesco Russo, la riserva di lusso”

“Simone Belometti, la gioventù che avanza”

“Goran Jozinovic, il terzino imprescindibile”

“Fulvio Sulmoni, il ritorno del figliol prodigo”

“Vladimir Golemic, la diga silenziosa”

“Steve Rouiller, l’affidabilità del centrale”

Leggi anche questi...