Antoine Rey, il leone di mille battaglie

scritto da Claudio Paronitti

Il centrocampista tascabile losannese sta vivendo una stagione caratterizzata da qualche dolore muscolare di troppo che gli ha impedito di fornire le solide prestazioni a cui aveva abituato la folla

In queste prime 18 giornate di campionato, mister Andrea Manzo non lo ha mai inserito nella formazione titolare, facendolo scendere in campo dodici volte da sostituto per un totale di soli 295 minuti. In questo lasso di tempo ha ricevuto tre cartellini gialli, ragion per cui dovrà prestare particolare attenzione nelle prossime occasioni, perché al raggiungimento del quarto ammonimento scatterà una giornata automatica di sospensione.

Il leone vodese del centrocampo bianconero si contraddistingue per un particolare molto apprezzato da tutti: la grinta che ha in corpo per superare le mille difficoltà alle quali è confrontato. Quest’anno sembrava che la sfortuna si accanisse proprio su di lui. La prima amichevole dell’estate contro il Monaco, disputata il 2 luglio e terminata 5-3 in favore dei monegaschi, ha visto Antoine entrare nel secondo tempo. Dopo quattro minuti è stato però costretto ad abbandonare il campo per un risentimento muscolare. Da quel momento è iniziato il suo calvario, che si è fortunatamente concluso con l’avvento dell’inverno.

La determinazione e l’energia che mette ogni giorno che trascorre sul prato verde di Cornaredo fanno del “senatore” Antoine un giocatore vitale all’interno dello spogliatoio bianconero. In tanti, se vogliono mostrare al grande pubblico le loro caratteristiche, dovrebbero seguire il suo esemplare comportamento.

VOTO – 4

PUNTATE PRECEDENTI

“Andrea Manzo, il tecnico sempre in bilico”

“Mirko Salvi, la saracinesca fatta persona”

“Francesco Russo, la riserva di lusso”

“Simone Belometti, la gioventù che avanza”

“Goran Jozinovic, il terzino imprescindibile”

“Fulvio Sulmoni, il ritorno del figliol prodigo”

“Vladimir Golemic, la diga silenziosa”

“Steve Rouiller, l’affidabilità del centrale”

“Orlando Urbano, il baluardo dimenticato”

“Dragan Mihajlovic, il jolly inaspettato”

“Marco Padalino, l’esperienza su cui fare affidamento”

“Jonathan Sabbatini, il capitano sfortunato”

“Mario Piccinocchi, il ragioniere del centrocampo”

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