Non sei riuscito a risolvere il tuo problema fisico da solo? Tranquillo, non tutto è perduto, puntata 5

scritto da Walter Savigliano

Sei riuscito a risolvere da solo quel piccolo fastidio che compariva dopo un po’ che iniziavi a correre? Se tutto è andato per il meglio: complimenti! Ti meriti il titolo  “ad honorem” di Fisioterapista Fai Da Te.

Se non sei riuscito, seguendo le indicazioni di base dei precedenti articoli, non tutto è perduto. Per questo hanno inventato i Fisioterapisti 😉

Vediamo cosa si può fare se i disturbi che accusi sono di una certa importanza e non ne vogliono sapere di andarsene così come erano venuti.

Innanzitutto ti devo anticipare che è morta e sepolta definitivamente l’epoca nella quale il Fisioterapista massaggiava, premeva e tirava, né più né meno di come ho spiegato nei precedenti articoli.
In pratica, molti disturbi non sono rilevabili nemmeno con l’ecografia, tanto sono circoscritti dal punto di vista strutturale. Anche una contrattura grande come una capocchia di spillo può dare un disturbo veramente invalidante, ma se ti può sembrare strano, prova ad immedesimarti in una situazione dove uno spillo è conficcato nel muscolo e si provasse a muoverlo …mi raccomando, non fare il Test infilandoti uno spillo in un polpaccio :-D. Per cui, anche se facessimo un’ecografia, è molto probabile che non si riesca a vedere qualcosa di eclatante.

Però la scienza ci viene incontro con delle “utilità” che sfruttano alcuni elementi di biofisica abbastanza semplici da capire.
Iniziamo a parlare della “diagnosi funzionale”.

Attualmente è possibile spingerci ad un livello più sofisticato della “diagnosi clinica”. La diagnosi clinica è, sostanzialmente, una descrizione dei segni e dei sintomi del paziente.
Per cui, la diagnosi di cervicalgia, per esempio, altro non sta a significare che il paziente ha dolore in quella zona (senza spiegare altro). Ma se  il dolore è su base infiammatoria, o su base meccanica, il trattamento prende direzioni diverse. Ci sono “strumenti” di supporto alla diagnosi funzionale che sostanzialmente sono delle elettroterapie a controllo impedenzimetrico. (un principio simile a quello che viene utilizzato nell’analisi della massa corporea). Nel caso di una contrattura muscolare recente, è possibile trovare dei valori che risentono del fatto che il tessuto è infiammato, caldo, e magari edematoso. Mentre, nelle contratture ormai cronicizzate (i cosiddetti “trigger point”) si ottengono dati diversi.
A questo punto, il Fisioterapista ha la possibilità di indirizzare meglio il trattamento e di evitare di procedere per tentativi come facevano i “maneggioni” di 20 o 30 anni fa.

A questo punto come potrebbe procedere il trattamento?
Dopo la “diagnosi funzionale” su base impedenzimetrica è anche più semplice fornire indicazioni per l’autotrattamento. Ci sono situazioni in cui, per esempio, è più indicato effettuare esercizi di stretching, altri in cui è più indicato un certo tipo di attività aerobica. Diciamo che tutto diventa più semplice da gestire.  Riuscendo ad avere informazioni (dati) con rilevazione strumentale, confrontabili inter ed intra-esaminatore, la Fisioterapia ha fatto un grosso balzo in avanti, affrancandosi dall’empirismo per approdare in una nuova era.
E non abbiamo approfondito il caso in cui, come tante volte accade, il sintomo (dolore) viene avvertito in un punto, ma la causa di questo disturbo è altrove.
Ma di questo parleremo nel prossimo approfondimento.
A presto!

(articolo a carattere divulgativo a cura di
Nicola Dacomo – Fisioterapista – Campione d’Italia)

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