Potrebbe trattarsi di qualcosa che riesci a migliorare da solo, non tutti i problemi sono così gravi da non poter riuscire a mettere in pratica qualche piccolo trucco per stare meglio.
Il Test Muscolare.
(articolo a carattere divulgativo a cura di Nicola Dacomo – Fisioterapista – Campione d’Italia)
Nel precedente approfondimento, ti ho spiegato che da una semplice manovra (che assomiglia ad un pinzamento) si può evidenziare un’area di sofferenza di un muscolo sottostante (qui puoi approfondire..)
Ma esistono anche altri Test che possono essere fatti in autonomia per cecar di capire se qualche muscolo soffre per qualche motivo, e per riuscire poi a mettere in atto qualche stratagemma per arrivare sereni alla ripresa degli allenamenti. Vediamo come:
La forza muscolare
Uno dei principali fattori che possono essere una spia di malfunzionamento di un muscolo è la forza muscolare.
Se un muscolo è interessato da qualche disfunzione (per esempio, una contrattura… detta anche “trigger point”), laddove il dolore non la fa da padrone, la prima cosa che viene a mancare è la forza muscolare. Ti spiego il perché…
Quando un muscolo lavora normalmente, soprattutto se si stimola gradatamente con una attività blanda di riscaldamento, è facile “coprire” la disfunzione. E’ risaputo, infatti, che un muscolo “caldo” da minori disturbi… ed il riscaldamento, in un certo senso, serve anche a questo.
Ma se analizziamo la forza di un muscolo “freddo”, avremo un Test utile per riuscire a capire se tutto funziona correttamente, oppure No.
Può essere sufficiente posizionarsi con i talloni al di fuori di uno scalino, e testare la capacità dei muscoli della gamba (il polpaccio per intenderci) di lavorare da un punto di completo allungamento, ad un altro in accorciamento.
Si può fare questo esercizio con entrambi i piedi in appoggio, e poi provare a farlo una gamba per volta, e confrontare la forza.
Al di la di “fisiologiche” differenze individuali può succedere di sentire una gamba in grado di effettuare il lavoro, e l’altra con difficoltà a fare il medesimo esercizio.
In questo caso è bene concentrarsi su quel muscolo per scovare uno dei temibili “trigger point” che, quando capitano in muscoli molto fibrosi come quelli del polpaccio, non è facile risolvere!.
Ma per farti comprendere la potenziale pericolosità di quella che viene comunemente definita “contrattura muscolare”, ti spiego una cosa che non ti hanno mai detto.
Quando hai uno stiramento, uno strappo muscolare (ovviamente, in questa sede, non uso termini tecnici per rendere l’approfondimento fruibile a chiunque), ti sei mai chiesto perché succede?
Tieni a mente come è fatta la struttura del muscolo (consulta l’immagine al qui) e prova a pensare cosa succede se, nella continuità funzionale di un gruppo di fibre muscolari, mettiamo un “nodo”.
La contrattura muscolare (o il trigger point che dir si voglia) viene ad assumere il ruolo di un vero e proprio “nodo inestensibile” rispetto alla ideale continuità funzionale di un gruppo di fibre muscolari.
Ma prima o poi i nodi vengono al pettine… e così, se un muscolo che soffre per un trigger point inizia a lavorare dopo adeguato riscaldamento, cercherà di “evitare” il più possibile di mettere in tensione le fibre che non funzionano correttamente (perché interessate dal trigger point).
…ma il lavoro prosegue, l’affaticamento arriva, e ad un certo punto vengono inopportunamente chiamate al lavoro anche le fibre muscolari in cattiva condizione.
Si “scioglierà” il trigger point?
NO! Purtroppo, le fibre vicine al trigger point non riusciranno a sopportare lo stress meccanico, e si potrà creare quello che comunemente chiamiamo “strappo muscolare”.
Nel prossimo articolo, vedremo come individuarlo con precisione, al fine di poter trattare autonomamente questo problema