Iniziare a curarsi da soli, puntata 4, e se tu fossi capace?

scritto da Walter Savigliano

E se Tu fossi capace di risolverlo da solo? “Tentar non nuoce” solo se…

(articolo a carattere divulgativo a cura di
Nicola Dacomo – Fisioterapista – Campione d’Italia)

Nei primi articoli avevamo visto come si può localizzare una zona muscolare in disfunzione attraverso una manovra molto comune che si chiama “palper-rouler”.
Nello scorso articolo avevamo parlato dell’importanza del Test Muscolare per capire, da un eventuale “deficit di forza”, se un muscolo può essere affetto da uno dei cosiddetti “Trigger Point” (che sostanzialmente assomigliano ad una “brutta contrattura”).

Oggi andremo a fare una manovra semplice che tutti i professionisti fanno, e che consiste nell’andare a “premere” con il pollice nel muscolo che avevamo individuato attraverso i due precedenti test.
Di fatto è una manovra comunque delicata (seppur semplice), perché ci sono alcune zone del corpo interessate dal passaggio di vasi, o di linfonodi, o di strutture nervose che NON si devono semplicemente schiacciare perché sono dolorose.
E’ questo il più grosso dilemma nell’utilizzo di queste manovre manuali: una volta trovato un punto dolente, comprimendolo si scatenano una serie di reazioni fisiologiche che fanno riportare alla funzionalità originaria il punto.
Ma ci sono molte scuole di pensiero!
Avete mai incontrato quello “dalla mano pesante” che dopo la seduta vi fa uscire con i bozzi neri?
…e spesso anche con più dolore di prima?
Ecco… meglio evitare!

Seppur una compressione vigorosa del punto, che abbiamo individuato, potrebbe essere potenzialmente più efficace, occorre sempre tenere presente che ci sono anche altri punti che “non desiderano” essere compressi.
La soluzione  più semplice, ed anche più moderna, è quella che arriva dall’Australia.
Ci sono nuove metodiche di “compressione ischemica” (così si chiama questa manovra) che vengono fatte in maniera molto dolce. In pratica, una volta trovato un punto dolente alla presso-palpazione, lo si comprime dolcemente e gradatamente senza esacerbare il dolore. A questo punto si sentirà che la “tensione” sottostante diminuirà con il protrarsi della manovra.
Può succedere che la manovra non sortisca un “effetto show” come le più pesanti compressioni con i pollici, oppure con i gomiti (ahi ahi ahi… ricordo ancora il dolore dall’ultima volta che me l’hanno fatto),
ma l’effetto liberazione della contrattura è comunque assicurato…
…e senz’ahi!
Alla prossima  😉

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