La storia della nazionale 11: gli anni 80, l’era Wolfisberg

scritto da Walter Savigliano

Archiviato il Mondiale ’78 vinto dall’Argentina a Buenos Aires, è la volta delle qualificazioni per gli Europei 1980, la cui fase finale è prevista in Italia. La Svizzera è sorteggiata in un girone difficile, con l’Olanda vice-campione del mondo, Polonia, Germania Est e Islanda. Nell’unica gara di preparazione a questo girone infernale, gli elvetici incontrano gli Stati Uniti: il 6 settembre 1978 all’Allmend di Lucerna vincono 2-0 e la gara è ricordata per il debutto nella ripresa di Heinz Hermann, un giovanotto di 20 anni del Grasshoppers, che diventerà il giocatore con più presenze nella Nazionale rossocrociata.

Cominciano quindi le partite di qualificazione e i nostri sono subito di fronte all’Olanda, a Berna. In panchina c’è ancora Roger Vonlanthen, che rimarrà alla guida dei rossocrociati per sole altre 2 partite, infatti dopo aver perso la gara di esordio per 3-1, i nostri vengono ancora sconfitti seccamente in Polonia (2-0) e Olanda (3-0) e a questo punto Leon Walker prende in mano le redini della Nazionale maggiore, proveniente dal settore giovanile Federale. Siamo ormai a maggio del 1979 e il debutto per il nuovo Commissario Tecnico si prospetta difficile, ma non impossibile. A San Gallo arrivano i tedeschi orientali, ma i nostri ancora deludono, soccombendo col più classico dei risultati, tra l’altro sotto un’insolita e abbondante nevicata! Alla vigilia della gara successiva contro l’Islanda, la FIFA inaugura a Zurigo la sua nuova sede, in occasione del 75° anniversario della fondazione e tutto ciò sembra portar bene a nostri che finalmente riescono ad imporsi in una partita “ufficiale” dopo tanta astinenza. A Berna debutta Gian Pietro Zappa dello Zurigo e sarà proprio lui a mettere il sigillo definito sul risultato finale della partita, dopo che nel primo tempo aveva realizzato Herbert Hermann, fratello maggiore di Heinz. Il mese successivo i nostri restituiscono la visita agli islandesi, imponendosi stavolta per 2-1, con reti di Ponte e Heinz Hermann. Ma solo l’Islanda risulta alla portata della nostra Nazionale di questi anni: il girone si conclude infatti con altre 2 sconfitte. La Polonia viene a vincere 2-0 a Losanna nel mese di settembre e la Germania Est addirittura si impone a Berlino Est per 5-2 a ottobre, nella gara conclusiva del girone.

Ora un anno intero di tempo è a disposizione di Walker e il suo staff per rimettere in sesto i rossocrociati, prima di affrontare il girone di qualificazione per il Mondiale di Spagna ’82. Una serie di amichevoli quindi attende i nostri, reduci da diverse annate molto deludenti. A novembre 1979 la Svizzera fa visita in Italia, laddove non vince da 25 anni e non segna una rete da 32, difficile pensare di sfatare la tradizione proprio in questo momento difficile e infatti gli azzurri prevalgono per 2-0, dopo una gara scialba, che vede anche i padroni di casa fischiati dal proprio pubblico. Segnali di miglioramento si vedono all’inizio del 1980, quando a marzo ospitiamo a Basilea i campioni europei in carica della Cecoslovacchia: rigore di Sulser e raddoppio di Barberis, con gli ospiti che non riescono a reagire. Il risultato positivo viene bissato immediatamente a Zurigo e a farne le spese stavolta è la Grecia, battuta da una doppietta di Marc Schnyder del Servette campione in carica. Stavolta il risultato è di prestigio perché gli ellenici sono freschi qualificati per la fase finale degli Europei del 1980. L’entusiasmo, però, dura poco, in quanto i nostri vengono battuti a fine aprile dalla Repubblica d’Irlanda a Dublino. Le ultime 2 gare di preparazione non sono invece da buttar via: entrambe in casa, vedono i nostri dapprima pareggiare per 1-1 a Losanna contro una già temibile Danimarca (ultima gara di Bizzini in rossocrociato) e successivamente perdere per 2-3 a Basilea contro la Germania neo-campione d’Europa.

Trascorso l’anno di tempo per effettuare esperimenti, arriva inesorabile il momento della prima gara valida per le qualificazioni Mondiali e la Norvegia si presenta puntuale a Berna, il 29 ottobre 1980. Puntuale è pure, purtroppo, la sconfitta dei nostri nelle gare “che contano” e gli scandinavi tornano a casa col bottino pieno. Passati in vantaggio dopo soli 5 minuti con Age Hareide, che diventerà tecnico di gran fama negli anni successivi, gli ospiti mantengono il vantaggio per tutto il primo tempo, per poi venire raggiunti da una rete di Barberis a inizio ripresa. Quando si pensava di aver almeno guadagnato un punto, veniamo però trafitti ancora, a 10’ dal termine, per un 2-1 finale che lascia tanta amarezza, soprattutto per la mancanza di gioco denunciata dai nostri. La seconda gara del girone non lascia scampo ai nostri neanche in fase di pronostico: Inghilterra-Svizzera a Wembley, dopo soli 36’ vede i padroni di casa in vantaggio già di 2 reti. Unica consolazione per i nostri sono gli ultimi 15’ disputati mettendo in apprensione i britannici e l’esordio positivo di Alain Geiger nel ruolo di libero.

Nel mese di dicembre 1980 si apre una delle pagine sportivamente più negative per la nostra Nazionale. La Federazione, infatti, ebbe la malaugurata idea di organizzare una tournée in Sudamerica, laddove i nostri avrebbero dovuto incontrare le 3 nazionali più forti del Continente, una di seguito all’altra, nell’arco di soli 5 giorni. Il problema fu che di ‘organizzato’ non c’era nulla e i giocatori furono mandati letteralmente allo sbaraglio per queste 3 gare da incubo. I rossocrociati partono in aereo da Zurigo domenica 14 dicembre e sole 48 ore dopo sono attesi dall’Argentina campione del Mondo a Cordoba. Inutile dire in quale stato i nostri siano giunti in uno degli stadi più caldi del Sudamerica, considerando anche la differenza di clima meteorologico fra l’inverno elvetico a l’estate Argentina, da assorbire in soli 2 giorni, di cui 1 trascorso in viaggio. Naturalmente i padroni di casa chiudono il primo tempo in vantaggio ‘soltanto’ per 4-0 e la sfida finisce con un rotondo 5-0 per la squadra di Menotti, a segno con i suoi uomini più rappresentativi: Maradona, Luque, Diaz, Valencia e Passarella su rigore. Soltanto quarantacinque ore e mezza dalla fine di questa partita, i nostri sono attesi dall’Uruguay a Montevideo, che si trova a più di 1.000 Km. di distanza. Naturalmente altro spostamento aereo e arrivo allo stadio Centenario giusto in tempo per l’inizio della gara fissato alle ore 21 locali. Contro la ‘celeste’ i nostri tengono solamente per la prima frazione (0-1 il parziale), ma alla fine, esausti, debbono cedere ancora con un passivo pesante: 4-0 finale e tripletta di Ruben Paz. Negli spogliatoi capitan Botteron ha uno sfogo di rabbia e accusa il tecnico Walker e la Federazione di non aver avuto rispetto per i giocatori e di non aver saputo tutelarli per questa importante tournée internazionale. I compagni si schierano tutti dalla parte del capitano, lasciando intuire che la prossima gara contro il Brasile, ‘dovrà’ essere l’ultima di Walker sulla panchina rossocrociata. Così fu, infatti, i nostri subiscono solo 2 reti dai carioca, guidati da Junior, Oscar, Cerezo, Socrates e via dicendo, chiudendosi per tutto l’incontro in 10 davanti a Burgener, limitando al massimo un passivo, che per questa serie di gare vide i rossocrociati subire 11 reti, senza realizzarne una soltanto. A febbraio 1981 la Federazione esonera Walker ed affida le redini della Nazionale a Paul Wolfisberg, architetto di Horw, in quel momento allenatore del Lucerna.

L’esordio della nuova squadra è fra i più promettenti: vittoria per 1-0 in casa della Cecoslovacchia, a Bratislava, il 24 marzo 1981, grazie a un rigore trasformato da Botteron al 66’. Ma parlare di nuova squadra, in realtà, è improprio: in effetti l’organico sceso in campo in Cecoslovacchia era per 8 undicesimi lo stesso che aveva perso in Brasile l’ultima gara della gestione Walker. Le novità stavano nella disposizione in campo delle pedine e nella mentalità dei giocatori. Mentalità che davvero risulta una delle armi migliori della prima Svizzera di Wolfisberg, che successivamente pareggia 2-2 a Lucerna contro l’Ungheria (a detta di tutti, una delle migliori gare disputate dai rossocrociati a livello di gioco corale) e che poi, addirittura, sconfigge l’Inghilterra 2-1 a Basilea, a fine maggio, nella quarta gara del girone di qualificazione ai Mondiali spagnoli. In 2 minuti i nostri mettono al tappeto i britannici con le reti di Alfred Scheiwiler (al suo unico centro in maglia rossocrociata) e raddoppio di Claudio Sulser fra il 29’ e il 31’ e a nulla vale la rete di McDermott a metà secondo tempo. La striscia positiva durerà ancora a lungo: trasferta a Oslo, sempre per le qualificazioni mondiali e pareggio-beffa a 2 minuti dalla fine da parte dei padroni di casa, che costringono i nostri sull’1-1. Questo risultato allontana definitivamente la Svizzera da ogni possibilità di qualificazione in Spagna, ma il morale della truppa rimane alto, consapevole delle prove positive che l’organico sa offrire. Il match successivo ne è la riprova, allorquando l’Olanda viene battuta a Zurigo per 2-1 in amichevole. Nella gara si registra il debutto internazionale di Ruud Gullit, subentrato nella seconda frazione al compagno Rijkaard, ma soprattutto il gol del debuttante luganese Angelo Elia, in forza al Servette, che al 70’ raddoppia la prima rete di Lucien Favre, pure lui del Servette e pure lui al debutto in Nazionale! Il momento magico dei rossocrociati prosegue e a farne le spese stavolta è la Romania, superata in casa propria da una Svizzera davvero rigenerata. L’incontro è valido per le qualificazioni mondiali e vede i padroni di casa in vantaggio a inizio del secondo tempo grazie a Ilie Balaci, campione locale; dopo 10’ Wolfisberg si gioca il tutto per tutto e manda in campo 2 attaccanti: Elia e Robert Lüthi, ennesimo realizzatore al debutto, che bissa il gol di Zappa e regala la vittoria ai nostri. Le qualificazioni proseguono con le ultime 2 gare in programma, che vedono la Svizzera dapprima soccombere per 3-0 in Ungheria e poi pareggiare in casa 0-0 contro la Romania. Anche questa volta ci accontentiamo di guardare i Mondiali in TV…

Si giunge così al 1982, dopo un 1981 cominciato coi botti e finito un po’ in sordina. Ora una serie di amichevoli attende i rossocrociati, che hanno come obiettivo la qualificazione agli Europei di Francia 1984. Fra queste ricordiamo quella col Portogallo, giocata a Lugano (dopo diversi anni in cui la Nazionale non metteva piede nel Canton Ticino) e vinta per 2-1, con in squadra i ticinesi Zappa (autore di un gol poi bissato da Egli), Elia e Sulser. Dopo questa gara la Svizzera fa da sparring-partner per i Mondiali ’82 a Spagna, Brasile ed Italia, con risultati alterni, senza però mai sfigurare del tutto. Wolfisberg accusa i suoi di poco cinismo sotto porta ed infatti, se i nostri perdono poco, fanno fatica a vincere, soprattutto in trasferta. A settembre 1982 arriva a San Gallo una vittoria per 3-2 contro la Bulgaria che fa ben sperare per l’avvio del girone di qualificazione per Francia ’84, che vede i nostri di fronte a Belgio, Scozia e Germania Est. L’esordio col Belgio a Bruxelles è dei più disastrosi: purtroppo i nostri si trovano in svantaggio già solo dopo 84 secondi di gioco per una sciagurata autorete di Lüdi e la strada per loro sarà in salita per tutta la gara, che termina 3-0 in favore dei padroni di casa. L’amichevole successiva è invece un trionfo, perché i rossocrociati battono per la prima volta la Nazionale italiana nella penisola. Gli azzurri, neo-campioni del Mondo, vengono superati all’Olimpico di Roma da una rete di Elsener al 53’ alla quale non sanno rispondere efficacemente fino al termine. La compagine di Wolfisberg riprende coraggio e consapevolezza dei propri mezzi e sull’onda dell’entusiasmo, dapprima batte con un netto 2-0 la Scozia, giunta a Berna per la seconda gara di qualificazione ad Euro ’84 e successivamente supera la Grecia ad Atene in amichevole. A marzo 1983 riprendono le partite per Francia ’84 e la Svizzera è chiamata a Glasgow, per restituire la visita agli scozzesi. La gara è fra le più memorabili della nostra Nazionale e termina col risultato di 2-2 solo perché Heinz Hermann e In Albon vengono messi KO dai ruvidi padroni di casa, che prima di giungere al pareggio a 15’ dalla fine, sono stati per lungo tempo sotto di 2 reti (Egli e Heinz Hermann i marcatori). Una sfortunata amichevole contro l’Unione Sovietica a Losanna (0-1) toglie ai nostri l’imbattibilità casalinga acquisita con la gestione Wolfisberg, che durava da otto partite e la strada per Francia ’84 diventa quasi impraticabile dopo lo 0-0 casalingo contro la Germania Est. A questo punto la compagine di Wolfisberg molla un po’, consapevole di non poter qualificarsi e le ultime gare del 1983 non sono degne di particolare menzione, eccezion fatta per quella contro il Belgio, l’ultima del girone di qualificazione per gli Europei 1984. I ‘Diavoli Rossi’ vengono surclassati dai nostri che a Berna si impongono con un perentorio 3-1 con reti di Schällibaum, Brigger e Geiger, al suo primo gol in Nazionale. Come già accaduto un paio di anni prima, a fine anno i rossocrociati sono chiamati a un’originale quanto incomprensibile tournée extraeuropea. Questa volta è l’Africa la terra di approdo della comitiva, che deve giocare 4 gare in soli 7 giorni, da nord a sud del continente. I risultati delle partite sono presenti nella parte statistica dell’articolo, lasciamo al lettore il giudizio circa l’esigenza e l’utilità reale di una simile ‘scampagnata’…

Si riprende a marzo 1984, con una sfilza di 5 amichevoli che non portano alcuna vittoria alla Nazionale, ma che sono di preparazione alle qualificazioni ai Mondiali di Mexico 1986. Il nostro gruppo comprende anche Norvegia, Danimarca, URSS e Irlanda. Sarà impossibile anche stavolta! L’esordio, a dire il vero, non è male: i nostri vanno a vincere in Norvegia per 1-0 con rete di Egli dopo soli 4’ e la seconda gara è un’altra vittoria, sempre per 1-0, stavolta a Berna sulla Danimarca, con rete di Barberis a fine primo tempo. Punteggio pieno dopo 2 partite, dunque e i nostri possono chiudere l’anno con un prestigioso pareggio per 1-1 contro l’Italia campione del Mondo, anche se casalingo. Il calendario indica l’anno 1985 e la fase calda delle qualificazioni a Mexico ’86 arriva ad aprile, quindi spazio ad altre amichevoli, fra cui spiccano quella pareggiata in Colombia 2-2 ai 2.620 metri sul livello del mare di Bogotà e quella vinta contro la Cecoslovacchia per 2-0 a Sion (doppietta di Sulser, al rientro in Nazionale dopo 17 mesi di assenza), immediatamente prima del match contro l’Unione Sovietica il 17 aprile 1985 a Berna. La gara è intensa ed equilibrata e termina con un 2-2, raggiunto dai nostri a tempo scaduto. Nulla sarebbe perduto, quindi, se al ritorno a Mosca, i nostri riuscissero a non perdere. Invece l’URSS si dimostra avversario insormontabile per gli uomini di Wolfisberg e si impone con un perentorio 4-0. Ma i posti disponibili per Mexico ’86 sono due e per i rossocrociati la seconda poltrona sarebbe ancora raggiungibile. A negare loro ogni possibilità ci pensa però l’Irlanda di Liam Brady, che ospita i rossocrociati il 2 giugno a Dublino e li sconfigge con un secco 3-0. Ora la frittata è fatta e i rimanenti confronti di qualificazione servono solo come allenamento. Si arriva così, dopo una serie di 4 pareggi consecutivi all’ultima partita del girone, contro la Norvegia e all’esonero di Wolfisberg, che lascia la Nazionale dopo 51 partite, 17 vittorie, 15 pareggi e 19 sconfitte, bilancio tutto sommato positivo, soprattutto per il gioco espresso dalla squadra.

Al suo posto la Federazione chiama il trentaseienne Daniel Jeandupeux, che rimarrà in carica per 29 partite, con un bilancio di 8 vittorie e 12 sconfitte. Una delle novità apportate fin da subito dal giovane tecnico romando è l’assunzione di uno psicologo nell’ambito del gruppo: si tratta di un ex-compagno di squadra nella rappresentativa rossocrociata, il ticinese Dott. Lucio Bizzini. L’esordio non è proprio convincente: trasferta in Turchia ad Adana, vicino al confine con la Siria e sconfitta di misura per 1-0, ma il problema è che i nostri appaiono senza convinzione e preparazione, essendo ricominciata la stagione agonistica da soli 10 giorni. Questo a marzo 1986, mentre il mese successivo a Basilea arriva la Germania, ancora in amichevole, ma il risultato non cambia: sempre sconfitta per 1-0. Alcune note incoraggianti, però, si vedono: esordio positivo di Martin Brunner fra i pali a parte, i nostri mettono spesso in difficoltà i tedeschi, vice-campioni del mondo in carica. Diretta in Messico, dove parteciperà ai mondiali 1986, la Nazionale algerina fa scalo a Ginevra per incontrare gli elvetici e la squadra del nuovo tecnico finalmente può sorridere, imponendosi con un perentorio 2-0 e doppietta di Heinz Hermann nei primi 15’ di gara. Alla ripresa di agosto, i nostri sono attesi da un test importante: a Losanna è programmata un’amichevole con la Francia e la squadra conferma quanto di buono visto in precedenza, superando i transalpini sempre per 2-0. Le reti ancora di Heinz Hermann e Beat Sutter, al rientro in Nazionale dopo un anno e mezzo di assenza, battono una Francia sicuramente demotivata dopo un mondiale positivo e aumentano l’auto-stima della nostra compagine in vista delle qualificazioni all’Europeo di Germania 1988, in cui i rossocrociati si trovano in un girone proibitivo, con Italia, Portogallo, Malta e Svezia.

Proprio in terra scandinava avviene il debutto degli uomini di Jeandupeux nel girone, opposti agli svedesi a Stoccolma, nel mese di settembre, non prima dell’addio alla Nazionale di Botteron, che in occasione della gara amichevole di agosto, pareggiata 1-1 ad Innsbruck contro l’Austria saluta definitivamente la compagnia. La Svezia sovrasta i nostri sotto il profilo del gioco ed inevitabilmente del risultato, col 2-0 finale che sta fin troppo stretto ai padroni di casa coi rossocrociati senza idee. A ottobre e novembre, in successione la Nazionale incontra in casa il Portogallo e in trasferta l’Italia, sempre nell’ambito delle qualificazioni europee e raccoglie mestamente un solo punto, pareggiando 1-1 a Berna con i lusitani. Troppo poco per coltivare sogni di qualificazione e l’entusiasmo cresciuto intorno alla compagine all’inizio della gestione Jeandupeux sembra spegnersi inesorabilmente. Le gare successive meritano menzione solo sotto l’aspetto aneddotico, così annotiamo il debutto assoluto della Nazionale a Bellinzona, in una sfortunata amichevole persa contro la Cecoslovacchia per 2-1, con entrambe le reti subite nell’ultimo quarto d’ora, le 80 presenze raggiunte in Nazionale da Heinz Hermann in occasione della gara pareggiata a Malta per 1-1 a novembre 1987 e il ritorno dei rossocrociati alla vittoria esterna dopo 2  anni e 10 mesi di digiuno, in occasione dell’amichevole giocata in Israele a dicembre 1987: 2-0 con reti di Beat Sutter e Bonvin. La gestione Jeandupeux si protrae senza infamia e senza lode fino ad aprile 1989, allorquando i nostri vengono battuti 3-1 dal Portogallo nell’ambito del terzo incontro di qualificazione valido per i Mondiali di Italia ’90. La sconfitta e la conseguente virtuale eliminazione dall’ennesimo mondiale costano al tecnico romando la fiducia della Federazione che, come vedremo nella prossima puntata, assume il tedesco Uli Stielike alla guida dei rossocrociati.

 

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