Una label per proteggere la formazione ?

scritto da Davide Perego
Nei giorni scorsi, il sempre più interessante ed indispensabile sito “Footvaud”, ha intervistato il Presidente dell’ACVF Dominique Blanc (foto archivio Philippe Maeder), per tornare a discutere della decisione del Tribunale Arbitrale Sportivo di cestinare le indennità di formazione a vantaggio dei clubs. Il TAS – con una decisione che ha già fatto discutere tutte le categorie – ha deciso che quanto adottato dalle società svizzere ha “violato i diritti personali dei giocatori ceduti e dei loro nuovi club.” Nessuna protezione quindi per coloro che formano ragazzi nelle proprie scuole calcio. Un giocatore dilettante che desidera cambiare club può farlo gratuitamente. Dominique Blanc – pur rispettando la decisione del Tribunale e al tempo stesso anche le ragioni degli atleti – ha ancora voglia di trovare una soluzione per proteggere i club che formano giovani calciatori. ” Naturalmente, noi rispettiamo il diritto della persona. Ogni giocatore può andare in un club dove vuole giocare. La realtà di oggi è però quella che alcuni club formano giovani ed altri ne raccolgono i frutti.” Se ogni club di 2^ Lega fosse obbligato ad avere almeno due squadre di Allievi A le cose potrebbero però prendere una piega differente. Una delle idee di Blanc sarebbe quella di creare una label in grado di gestire e qualificare in fasce il lavoro formativo dei club. 
Abbiamo chiesto i pareri di alcuni formatori. Primi a rispondere alla nostra richiesta di contributo alla discussione, Maurizio Ferrario (FC Mendrisio), Vincent Cavin (Team Ticino) e Luigi Tirapelle (allenatore di grande esperienza). “ Devo dire – ci scrive il tecnico degli Allievi A del FCM e coordinatore tecnico delle squadre a undici – che il Presidente Blanc non ha tutti i torti: io vengo da una realtà dove i giocatori sono stati formati per più di cinque anni (Team Ticino ndr) da allenatori patentati e da alcuni professionisti . Il costo nel corso degli anni è stato oneroso. Le società investono in questa struttura e quindi hanno diritto – quando un giocatore viene trasferito – ad un indennizzo di formazione. A livello regionale forse le cose e i parametri cambiano e quì ci vorrebbe il buon senso delle parti per cercare un’onesta soluzione”.
“ L’argomento – secondo Vincent Cavin – è molto complesso e non è facile rispondere brevemente”. Il tecnico del Team Ticino pensa comunque che le risposte e le proposte fatte dal Presidente dell’associazione vodese di calcio siano corrette. “ Si dovrebbero “proteggere” la formazione e soprattutto i club che formano, ma alla fine è difficile controllare chi investe veramente sui giovani e chi lo fa solo a parole. L’idea di una Label con delle stelle (parametri di riconoscimento) potrebbe funzionare, ma i costi per fare un controllo di qualità diventano enormi se si vuole monitorare l’operato dei club in modo serio. Dovremo credere di più nella formazione, investire anche sui formatori per mettere i giovani nella situazione di svilupparsi bene”. 
” Penso che dovrebbe essere ovvio pagare un’indennità – è il parere di Tirapelle – visto che la formazione comporta dei costi, ma se questo non è più possibile credo che sopratutto le piccole società, inevitabilmente si tuteleranno innalzando la tassa sociale annuale che ogni ragazzo deve pagare per poter giocare, visto che da qualche parte bisogna reperire i soldi per potere andare avanti e pagare le spese di gestione. I giocatori avranno la libertà di scegliere di cambiare squadra e le società di pretendere un maggiore contributo economico per compensare questa libertà”.
Il dibattito è più che mai aperto ed interessante. Invitiamo tutti gli appassionati che volessero confrontarsi con la proposta del Presidente dell’ACVF e con i pareri raccolti dalla nostra redazione, ad inviare alla nostra casella di posta elettronica il loro contributo. (dp)

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