Svizzera, oltre gli ottavi qualcosa di più

scritto da Claudio Paronitti

Ultimamente, gli ottavi di finale sono stati lo stadio di chiusura di una fase finale di un Mondiale per la Nazionale rossocrociata

Con l’esperienza acquisita grazie alla continuità di risultati, l’obiettivo di superare la fase a gironi non è sufficiente per ritenersi soddisfatti. Uscire al primo turno ad eliminazione diretta giocando un ottimo calcio senza “farsi mettere sotto” da nessuno porta solamente rimpianti. È ora, dunque, di fare un passo ulteriore. Perché nessuno, in futuro, si ricorderà della bellezza del calcio espresso, bensì del risultato finale raggiunto.

L’ideologia portata da mister Vladimir Petkovic dal 2014, anno della sua nomina a ct della “Nati”, è stata proprio quella di mostrare al mondo che la sua squadra è capace di rivaleggiare con tutti. In secondo luogo, ci sono i risultati, mai così buoni come quelli degli ultimi anni. Infine, e questo è il vero punto debole di questa selezione, c’è l’incapacità di rifinire l’enorme mole di gioco profusa. Il talento, non sempre espresso in maglia rossocrociata, di Granit Xhaka (Arsenal), unita al sacrificio di Valon Behrami (Udinese) permette un filtro a metà campo su cui poche formazioni possono contare.

La continua sterilità di Haris Seferovic (Benfica) non giova né a lui e nemmeno ai compagni. E allora perché non concedere una chance agli altri attori offensivi, che potrebbero magari garantire un apporto finalizzativo più importante? Si sa che Vlado non se la sente di stravolgere l’undici che ha conquistato il Mondiale.

Il momento di fare un passo verso l’alto è arrivato. Così come quello di cambiare. Verrà fatto? Per saperlo occorrerà attendere il 17 giugno, giorno del debutto con il Brasile, a cui faranno seguito le sfide a Serbia (22 giugno) e Costa Rica (27 giugno).

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