Nazionale Svizzera Femminile A, la svedese Pia Sundhage invitata al Parlamento Europeo per discutere del tema «Donne nello Sport»

scritto da Claudio Paronitti
Pia Sundhage - © European Parliament

Pia Sundhage – © European Parliament

L’Associazione Svizzera di Football (ASF) riporta la presenza di Pia Sundhage al Parlamento Europeo in occasione della «Giornata Internazionale della Donna»

La svedese, allenatrice della selezione nazionale femminile rossocrociata, ha tenuto un discorso nel quadro dell’evento interparlamentare sul tema «Donne nello Sport» che si è svolto giovedì 7 marzo 2024 a Bruxelles.

Alla presenza di alti rappresentanti degli Stati membri, delle istituzioni europee e dei membri del Parlamento Europeo, Pia Sundhage è stata una dei quattro oratori che hanno aperto la discussione. Gli altri ospiti sono stati Charline Van Snick (judoka e olimpionica belga), Etilda Gjonaj (parlamentare albanese) e Carlien Scheele (direttrice dell’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere).

Pia Sundhage ha parlato dei suoi inizi, di come la gente abbia cercato di impedirle di giocare a calcio, del grande sviluppo che ha vissuto sia come giocatrice che come allenatrice e ha invitato i politici influenti a prendere sul serio la questione delle «Donne nello Sport». Ha concluso in un modo quasi tipicamente svedese, ossia con un verso della canzone «The Times They Are A-Changing» di Bob Dylan. Potete vedere il discorso (dalle 09:35:30) e l’intera tavola rotonda CLICCANDO QUI. Di seguito, domande e risposte con la selezionatrice della Nati apparse sul sito web ufficiale della Federcalcio elvetica, football.ch.

Pia, come si sente dopo la sua prima apparizione al Parlamento Europeo a Bruxelles?
«Non sapevo cosa aspettarmi, ma credo di aver preparato bene il mio discorso. È la prima volta che faccio una cosa del genere. Quindi ero anche emozionata. Sentivo che era importante ascoltare le persone in sala, raccontare storie diverse, e credo che sia importante ascoltare e continuare a farlo. Perché in fin dei conti si tratta dei diritti delle donne, di cui faccio parte. Penso che sia importante cercare di cambiare gli atteggiamenti. Come ha commentato una delle donne, non c’erano molti uomini nella stanza e avrebbero dovuto essercene di più, il che credo sia vero. Per questo è ancora più importante diffondere la notizia e ascoltare ciò che le persone hanno da dire. Diffonderò questa storia a casa. Si tratta quindi di cambiare e di cogliere l’opportunità di farlo e allora saremo tutti vincitori. È importante lottare e unirsi perché non credo che sia un passo da compiere da soli. Bisogna farlo insieme. Sono una giocatrice di squadra perché ho visto cosa cambia quando ci si unisce. Credo che questo sia stato molto importante per me e sono davvero grata di essere stata con persone intelligenti che hanno molta esperienza».

Qual è stato il suo primo pensiero quando ha saputo dell’invito?
«Il mio primo pensiero è stato: sì. Dico spesso di sì, a volte anche troppo in fretta. Ma poi ho pensato: mi sento onorata e orgogliosa di essere stata invitata. Evidentemente, ho già fatto certe cose e quindi pensano che io possa contribuire, e questo è stato fantastico. E poi, una volta detto di sì, cerco di prepararmi il più possibile. Ero un po’ nervosa perché era tutto nuovo. Quando sono entrata nella stanza, il mio cuore batteva forte e quando sono uscita dalla stanza, il mio cuore batteva per un motivo diverso e felice».

Che cosa ha tratto personalmente da questo evento?
«La mia storia è molto diversa da quella degli altri. Perché la mia è una storia “brillante”. Sì, ci sono stati alcuni ostacoli, ma si è parlato anche di cose più serie, come gli abusi sessuali. Cose che non ho vissuto, ma che ho sentito raccontare molte volte. Quindi è importante essere un buon ascoltatore. Se si vuole davvero capire cosa sta succedendo nel mondo delle donne e cosa deve cambiare, bisogna ascoltare in modi diversi per sentire le cose giuste. E un’altra cosa: è stato detto che coloro che hanno davvero il potere sono quelli che possono davvero fare la differenza. Ci vuole coraggio per chiedere a queste persone di rendere conto del loro operato. Questo è ciò che porto con me. Ho fatto molte esperienze nel mio percorso e ho acquisito molta fiducia in me stessa. Devo trovare il coraggio di cambiare ancora un po’. E la presenza di queste persone mi ha dato una spinta in più».

Ha pianificato fin dall’inizio la canzone alla fine del suo discorso?
«Prima del mio discorso, in mezzo a tutti i politici, ho pensato che volevo fare qualcosa di diverso, perché anch’io sono diversa e ho un background diverso. È stato piuttosto spontaneo e mi ha aiutato a superare il nervosismo».

Come riassumerebbe in tre parole la sua visita al Parlamento Europeo?
«Importanza, passione e progresso».

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