Russia 2018, un penalty decide il frizzante match tra Svezia e Corea del Sud

scritto da Claudio Paronitti

Nel primo pomeriggio, a Nizhny Novgorod, sulle rive del fiume Volga, la Svezia supera la Corea del Sud grazie a una massima punizione decretata al 65′ con l’ausilio del VAR

Personalità e nessun timore reverenziale: così si presentano le “Tigri Asiatiche” al cospetto della nazionale delle “Tre Corone”. Messi in campo con un 4-3-3 offensivo (che si trasforma in un 4-1-4-1 in fase di non possesso) – con Kim Shin-Wook a fare da torre al centro dell’attacco – gli uomini di Shin Tae-Yong costringono i gialloblu a commettere la bellezza di sei falli nel corso dei primi dieci minuti di gioco. Che aumentano a undici (con cinque a carico dei coreani) nel quarto d’ora iniziale. Un gioco spezzettato, con le due formazioni che si studiano in profondità per cercare di capire il punto debole dell’avversario.

Al 20′ primo momento rilevante dell’incontro con un’imbucata a centro area per Marcus Berg – campione arabo con l’Al Ain -, il quale arriva a un metro da Cho Hyun-Woo – che gioca in Patria nel Daegu – sparando però incredibilmente addosso al portiere asiatico, che dal canto suo esce con reattività e sicurezza. La fascia sinistra svedese è quella che fatica maggiormente. Andreas Granqvist si fa spesso superare da un frizzante Heung-Min Son, che cerca di sfruttare il suo scatto felino per produrre qualcosa di interessante dalle parti di Robin Olsen.

Le battute conclusive della prima frazione sono più vive che mai. Viktor Claesson, centrocampista offensivo del Krasnodar, prova un colpo di testa deviato però in calcio d’angolo. Al 45′ il punteggio è sempre bloccato sullo zero a zero. Una partita maschia ed equilibrata, ma interessante. La Svezia, dopo un inizio difficoltoso, ha preso in mano le redini del confronto, mentre la Corea, approfittando della velocità dei suoi uomini migliori, gioca di rimessa, senza però impensierire realmente l’estremo difensore scandinavo.

La ripresa vede gli uomini di bianco vestiti propositivi come a inizio partita. Ja-Choel Koo, centorcampista dell’Augsburg, manda il pallone sull’esterno della rete con un buon colpo di testa per la prima vera occasione della nazionale asiatica.

Il direttore di gara salvadoregno Joel Antonio Aguilar è sempre vicino all’azione e, sin dall’avvio, si fa rispettare dai giocatori. Dopo aver ammonito giustamente Hee-Chan Hwang, Emil Forsberg calcia una punizione per l’inzuccata di Ola Toivonen. Cho, una volta di più, è attento e impedisce all’attaccante del Tolosa (mai in rete nell’ultima stagione di Ligue 1!) di sbloccare la sfida.

Il VAR entra in scena per l’ennesima volta in questo mondiale al 63′. In un primo tempo Aguilar lascia correre. A velocità normale tutto faceva sembrare in un anticipo del difensore coreano. Gli addetti rinchiusi nel bus della “VAR Room” vengono in aiuto all’arbitro e fanno fermare il gioco. Dopo una breve visione delle immagini, il fischietto indica il punto del rigore. Dagli undici metri si presenta lo specialista Granqvist, che spiazza Cho e mette fine a 412 minuti di astinenza da gol per la “Tre Kronor”.

Con la girandola di sostituzioni da ambo le parti si arriva all’ultima fase del confronto. La Corea del Sud, con le forze residue nei propri muscoli, tenta il tutto per tutto per cercare di arrivare al pareggio. Nonostante la buona volontà, l’imprecisione (come nel caso del colpo di testa di Hwang al 92′, terminato abbondantemente a lato da ottima posizione) dei calciatori asiatici non mette mai veramente in ambasce la solida difesa svedese, che ha concesso solo cinque tiri (zero in porta!) nel corso dei 90′ e che sbanca il “Nizhny Novgorod Stadium” per raggiungere il Messico in testa al proprio girone. Il prossimo incontro, il derby europeo con la Germania, potrà già essere decisivo in ottica qualificazione alla fase a eliminazione diretta.

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