Profili: Patricio Bustamante (2)

scritto da Davide Perego

di Davide Perego


fotografie concesse dal FC Tuggen e dall’ archivio CHalcio

” Pato è in partenza. Tempo scaduto. Questa volta si va in
auto perché di ritorno dalla trasferta con l’Etoile Carouge non ci sarà il
treno per il Canton Ticino. Ci si (ri)promette una seconda puntata un po’ più
avanti. Questa è una bella storia di CHalcio. La storia di un sogno
coltivato alla luce del sole: due persone che si incontrano e che si stimano
reciprocamente per la loro professionalità. Un allenatore e un giocatore. Tutto
qui “.

Finiva così, lo scorso 12 agosto, l’intervista a Patricio Bustamante, neo acquisto del FC Tuggen, pronto a giocarsi il primo torneo della neonata Prima Lega Promozione. E, con ogni probabilità, finirà troppo presto anche questa straordinaria esperienza. Almeno per una volta, fieri di raccontarlo, non ci saranno i soliti titoli di coda. Nessun divorzio, nessun litigio. Un lungo abbraccio e probabilmente qualche lacrima. Oggettive difficoltà legate ad un rinnovo al momento improponibile per il piccolo club della Svizzera interna di stanza alla Linthstrasse. Intercettato telefonicamente qualche giorno fa, Pato ha confermato tutto quanto di buono ci ha raccontato dopo la partenza da Mendrisio. E anche Adrian Allenspach – l’altra metà della favola – ha voluto lasciarsi andare colorando di suo un rapporto tra due professionisti usciti da vincitori da un banco di prova temibile.

1L Promozione

” E’ stato il campionato che ci si aspettava. Un torneo con alcune squadre per nulla inferiori ad alcune che hanno militato in Challenge League. Di livello ottimo le sfide con le U21. Purtroppo, nonostante la nostra ottima stagione, abbiamo pagato le settimane inglesi ed il fatto di non essere abbastanza attrezzati per questo tipo di impegni ravvicinati. Professionalmente un’esperienza incredibilmente positiva “. 
Nella sostanza, a dieci mesi di distanza, Pato non rinnega la propria decisione di aver lasciato il Canton Ticino per un’esperienza complessa da gestire da papà, da calciatore cresciuto in un ambiente diverso e da professionista chiamato a fare la spola tra la propria città e quella del club di appartenenza. 
Il sogno
” All’inizio ti fai trasportare dall’entusiasmo che
quasi non ti rendi conto di quello che stai per affrontare. Con la passione che
ho io è da dieci anni che sogno di dividerla con una chance di giocare con un
club della Svizzera interna. Ne avevo sempre sentito parlare come di
un’esperienza fantastica anche se rischiavo di trovarmi tagliato fuori dalla
lingua e da quella loro freddezza tipica di cui si sente dire. E’ logico che
nel momento in cui ricevi una telefonata che aspettavi da dieci anni non tocchi
terra con i piedi poi però cominci ad avere qualche dubbio. Mi è spiaciuto
moltissimo lasciare il FC Mendrisio-Stabio, ma nella mia carriera ero arrivato
al massimo ad avere una chance per una settimana di allenamento con lo Young
Boys e non avrei potuto lasciarmi sfuggire questa incredibile opportunità “. 
Erano parole di dieci mesi fa. Oggi, Pato non ne cambierebbe una sola. Il sogno si è avverato ed è stato come lo aveva immaginato. 
” All’inizio avevo i miei dubbi che un giocatore potesse resistere alle complicazioni di un viaggio da percorrere per quattro volte la settimana. La tratta Bellinzona – Tuggen, in treno, da noi che a Tuggen non abbiamo nemmeno una stazione. Queste mie preoccupazioni si sono rivelate subito infondate. In dieci mesi Pato è mancato soltanto due volte: troppa neve al Gottardo e treno in grave ritardo. Anche quando ne avrebbe avuto le motivazioni, non è mai mancato. Confesso che mi piacerebbe mettere alla prova qualsiasi altro giocatore. Non credo che qualcuno ce la farebbe “. 
(Adrian Allenspach)

Einstellung = mentalità

” Pato è una persona onesta e sincera. Non si lamenta
mai di qualcosa e poi per gli altri giocatori è sempre un esempio di ‘einstellung’ e di
sacrificio. Modesto come persona, sul campo non fa mai qualcosa solo per se.
Pato fa sempre quello che è  importante e necessario per la squadra. Sono molto
contento che sia stato da noi anche perché una mentalità da vincitore è ciò di cui avevamo bisogno. Aggiungo che il comportamento è stato quello di un leader nella squadra. E questo, anche se non parla tedesco. I miei giocatori lo rispettano
tanto e ne aumentano la valutazione per via del comportamento” . 
(Adrian Allenspach)
Con estrema umiltà, Pato ha saputo conquistare la fiducia di una famiglia intera. Quella famiglia di cui ci parlava già dopo un paio di settimane di aria nuova. Oggi, si può scrivere che Bustamante sia un calciatore ancora più forte. Un calciatore mentalmente cresciuto grazie all’esperienza che aveva sempre desiderato ed alla quale ha risposto con sacrificio ed applicazione costante. Oggi qualsiasi squadra della 1L Promozione guarderebbe con interesse ad un giocatore del genere. Pronto magari anche per qualcosa di più. Forte di una maturazione mentale e professionale tipica di qualche generazione precedente la sua.
Il futuro
” Quello di Patricio Bustamante è invece stato un sogno lungo
dieci anni. Tanti ne sono trascorsi prima di poterlo toccare con mano e provare
a viverlo tutto d’un fiato: giocare per un club della Svizzera interna. Neo
trentenne, Pato è arrivato a Tuggen un po’ per caso, non senza aver valutato i pro e contro di
questa sua scelta, voluta in prima persona da Adrian Allenspach, un bravo
allenatore con all’attivo stagioni di buon livello da giocatore con San Gallo,
Winterthur, Sciaffusa, Aarau, Lugano, Sion, Wil….e con il club della
Linthstrasse dalla stagione 2007/2008: un’eternità se si pensa al consumo medio
annuo/club di tecnici” .
Questo è oramai parte del passato. Il futuro chiamerà tra qualche settimana un po’ tutti a fare dei conti. Si tireranno le somme. Si conteranno promossi e bocciati. Lo faranno i dirigenti dei club. Lo faranno gli allenatori. Lo faranno – più o meno coerentemente – anche i giocatori. Nelle tasche di Patricio Bustamante, gli ultimi biglietti per la tratta Bellinzona – Tuggen. Nelle menti dei dirigenti l’opportunità di valutare a fondo l’uitilità di credere ancora nel professionista e nelle sue qualità imprescindibili. Quelle che mancano ancora a tanti giovani di talento. Quelle che stanno di casa in Pato.

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