Pato Bustamante: un sogno lungo dieci anni

scritto da Davide Perego
“Un sogno lungo un giorno” (One from the Heart): solita incomprensibile traduzione di molti film dalla lingua originale. La prima registrazione con un oggetto strano – a lungo desiderato e a lungo atteso – un videoregistratore marca Hitachi. Credo fosse il 1986. Nella mia cerchia di conoscenze erano in pochi ad averlo. Mamma e papà chissà a cosa rinunciarono per permettermi di essere felice. Non mi era piaciuto. Ero attratto dalle regia di Coppola e da quella Nastassja Kinski di cui avevo sentito parlare per qualche scena di nudo in non ricordo quale pellicola. Con quel cuore grande così, durò a lungo. Aveva anche la funzione “audiodub” quella che permetteva di inserire la musica sulle immagini. A quei tempi risalgono le registrazioni delle partite e dei riflessi filmati che ho archiviato e con il tempo trasformato in file per supporto DVD o per archivio in hard disk.

Quello di Patricio Bustamante è invece stato un sogno lungo dieci anni. Tanti ne sono trascorsi prima di poterlo toccare con mano e provare a viverlo tutto d’un fiato: giocare per un club della Svizzera interna. Neo trentenne, Pato è arrivato a Tuggen un po’ per caso (questa però è una storia che vi racconterò un’altra volta), non senza aver valutato i pro e contro di questa sua scelta, voluta in prima persona da Adrian Allenspach, un bravo allenatore con all’attivo stagioni di buon livello da giocatore con San Gallo, Winterthur, Sciaffusa, Aarau, Lugano, Sion, Wil….e con il club della Linthstrasse dalla stagione 2007/2008: un’eternità se si pensa al consumo medio annuo/club di tecnici.

Come ti trovi a Tuggen e come va con il Mister ?
“Con queste domande il rischio è quello di scadere nella retorica. In realtà ho trovato un gruppo di ragazzi eccezionale inserito in un contesto splendido. Posso “sprecare” il termine famiglia e ti giuro che non sto scherzando. Dal primo momento che sono arrivato nessuno mi ha guardato di traverso. Era una di quelle cose da mettere in conto. In Ticino conosco tutti. Non sapevo cosa avrei potuto trovare varcato il Gottardo. E’ tutto talmente perfetto al punto che della famiglia fanno parte anche i tifosi e gli sponsors.”
Raccontaci come si arriva a prendere una decisione apparentemente folle di vivere in Canton Ticino e di viaggiare per tre volte la settimana in treno o in auto per allenarsi e giocare a Tuggen o in giro per la Svizzera.
” All’inizio ti fai trasportare dall’entusiasmo che quasi non ti rendi conto di quello che stai per affrontare. Con la passione che ho io è da dieci anni che sogno di dividerla con una chance di giocare con un club della Svizzera interna. Ne avevo sempre sentito parlare come di un’esperienza fantastica anche se rischiavo di trovarmi tagliato fuori dalla lingua e da quella loro freddezza tipica di cui si sente dire. E’ logico che nel momento in cui ricevi una telefonata che aspettavi da dieci anni non tocchi terra con i piedi poi però cominci ad avere qualche dubbio. Mi è spiaciuto moltissimo lasciare il FC Mendrisio-Stabio ma nella mia carriera ero arrivato al massimo ad avere una chance per una settimana di allenamento con lo Young Boys e non avrei potuto lasciarmi sfuggire questa incredibile opportunità.”
La tua famiglia come l’ha presa ?
” Ho un bambino piccolo. Non è stato facile. La mia fortuna è stata quella di aver ricevuto il sostegno di mia moglie. La conseguenza è quella che il venerdì parto per l’ultimo allenamento e mi fermo a dormire per tornare dopo la partita. Il martedi e giovedì esco di casa un po’ presto…..e torno un po’ tardi…..viaggiando di norma in treno.”
Non temi di stancarti ?
“La mentalità e il trattamento che mi hanno riservato a Tuggen credo che difficilmente mi toglieranno entusiasmo. L’ambiente è sereno, nessuno arriva svogliato all’allenamento e poi di fronte all’occasione attesa per dieci anni ti spuntano le ali.”

Che tipo è Allenspach ?

” Un tipo alla Morandi. Sai cosa intendo ? Mister preparatissimo, tutto pallone e pallone. Non ti puoi stancare e non possono mancarti le motivazioni. Come Morandi è un ottimo allenatore. Mi viene spontaneo questo paragone.”
Con la lingua come va ?
“C’è qualche compagno che parla spagnolo, un paio si districano bene con l’italiano. Mi devono spiegare qualcosa quando si fa teoria ma nessun problema.”
Tre partite ufficiali ed altrettante vittorie. Titolare nonostante la tua preparazione sia iniziata in ritardo e….nessun giallo!
” Si: siamo contenti. Abbiamo vinto a Bruhel dove c’erano 1000 persone alla partita in un ambiente fantastico per giocare a calcio. Abbiamo fatto il bis sabato con il quotato Delémont e siamo passati in Coppa giocando 120 minuti. Il fatto è che io avevo saltato due settimane di preparazione rispetto agli altri per cui il mio rendimento è stato per certi aspetti sorprendentemente. Alla base c’è sicuramente una preparazione mirata perché abbiamo gestito la classica settimana inglese con tre partite in otto giorni con disinvoltura e con risultati impeccabili.”
A proposito di risultati…questo fine settimana giocherete a Ginevra e in Coppa vi è toccato il Koeniz. Un sorteggio un po’ così…..
“Ho sentito dire che è una squadra molto forte. Giocano elementi di esperienza e dal buon passato in Super e Challenge League: Varela, Madry, Portillo, Rebronja, Franjic…..dovremo guadagnarla.”
E la Lega Promotion ? Che idea ti sei fatto ?
” Abbiamo incontrato tre buone squadre. Il livello se posso fare un paragone è quello di una alta classifica della 1L dello scorso anno ad esempio un FCMS vs Sciaffusa. Tutto però visto alla luce dei nuovi campionati che inevitabilmente hanno indebolito la vecchia Prima Lega e dato qualità ed interesse a questa nuova categoria. Credo che le migliori abbiano un organico valido con delle buone basi per fare una Challenge League. Un campionato che personalmente mi da carica positiva per tutta una serie di fattori. Più avanti tireremo le somme dopo aver giocato con Basilea, Zurigo, Sion, Yverdon tutte squadre temibili.”
Pato è in partenza. Tempo scaduto. Questa volta si va in auto perché di ritorno dalla trasferta con l’Etoile Carouge non ci sarà il treno per il Canton Ticino. Ci si (ri)promette una seconda puntata un po’ più avanti. Questa è una bella storia di CHalcio. Nulla a che vedere con il trattamento riservato a Ponte, con il commercio di giocatori, con i procuratori, con le logiche che vanno di moda di questi tempi. Un sogno coltivato alla luce del sole: due persone che si incontrano e che si stimano reciprocamente per la loro professionalità. Un allenatore e un giocatore. Tutto qui.
DP

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