Russia 2018, la classe di Musa rilancia il Mondiale della Nigeria

scritto da Claudio Paronitti
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Una doppietta di Musa nella seconda parte di gara permette alle “Super Aquile” di battere con pieno merito un’Islanda abulica e priva di mordente, che sbaglia pure un penalty con Sigurdsson

Heimir Hallgrímsson lo aveva previsto in fase di presentazione: contro la Nigeria non sarà assolutamente semplice. Il corso del match si è rivelato esattamente così. Eppure, è la nazionale del Nord Europa che inizia all’attacco con un paio di tiri, entrambi scagliati da Gylfi Sigurdsson, che terminano addosso al giovanissimo portiere africano Francis Uzoho. Poi, come la storia recente insegna, l’Islanda torna a un metodo attendista, sperando in qualche errore avversario. La selezione vestita completamente di blu non va però mai in chiara difficoltà e, anzi, legge con grande tranquillità le varie situazioni di gioco.

Agli europei, d’altronde, non serve per forza una vittoria (anche se è auspicata), mentre gli africani hanno l’obbligo di conquistare almeno un punto per continuare a sperare di rimanere in Russia. Con queste componenti in gioco, la tattica estrema e lo studio reciproco prolungato hanno la meglio su qualsivoglia azione offensiva. Anche perché le idee dei nigeriani sono astratte: le “Super Aquile” cercano sempre di giocare la palla alta, ma l’altezza dei giocatori non permette loro uno schema del genere. Gli spunti degni di nota si possono contare sulle dita di una mano, il gioco ristagna a centrocampo e, al 45′, è inevitabile un risultato a occhiali.

Il centrocampista nigeriano Oghenekaro Etebo, che milita nel Las Palmas, prova a sorprendere Hannes Halldorsson appena quindici secondi dopo la ripresa della contesa. Il portiere 34enne del Randers FC non ha però alcuna difficoltà a distendersi. Al quarto la Nigeria sblocca la sfida con un gran gol, frutto di uno stop volante strepitoso di Ahmed Musa su assist di Victor Moses. L’attaccante del CSKA Mosca infila in fondo alla rete con un tiro di controbalzo che fa secco Halldorsson. Il quale deve superarsi per deviare in calcio d’angolo una conclusione da lontano di Wilfred Ndidi, deviata leggermente da Rurik Gislason.

La velocità tartarughesca dell’Islanda induce la Nigeria ad attaccare con più continuità rispetto alla prima frazione. Forti del vantaggio, gli africani si procurano altre chance per il raddoppio. Al 72′ Leon Balogun svetta di testa non trovando lo specchio. Che, invece, vede benissimo Musa. Il suo tiro a giro di destro dal limite si infrange però sulla traversa. A un quarto d’ora dalla fine, lo stesso Musa si invola con un passo diverso da quello di Kari Arnason, supera anche Halldorsson e, dal limite dell’area piccola, sigla il suo secondo punto personale, regalando il due a zero alla sua nazionale. Per ciò che si è visto in questa seconda parte, il risultato è assolutamente meritato, in quanto la Nigeria è entrata in campo con un altro spirito, forse sorprendendo gli europei, i quali, una volta subita la prima rete, non hanno saputo reagire.

Fino all’81’, minuto in cui entra in azione, per l’ennesima volta in questi Mondiali, il VAR. Dopo una breve visione delle immagini, il direttore di gara decreta la massima punizione. Dagli undici metri si presenta Sigurdsson, che aveva già in mano il pallone prima dell’ufficialità del rigore. Il giocatore più talentuoso della selezione islandese si incarica dunque della battuta, calciando alle stelle un pallone che poteva essere quello della riscossa. La Nigeria si impone così con un secco e meritato due a zero, facendo un bel passo verso la qualificazione agli ottavi di finale: con l’Argentina potrebbe bastare un punto. L’Islanda, invece, rimane ferma a quota uno e solo una goleada con la Croazia (con conseguente sconfitta di misura degli avversari odierni con l’Argentina) le permetterebbe di compiere quello che, ad oggi, è l’impossibile.

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Una doppietta di Musa nella seconda parte di gara permette alle “Super Aquile” di battere con pieno merito un’Islanda abulica e priva di mordente, che sbaglia pure un penalty con Sigurdsson

Heimir Hallgrímsson lo aveva previsto in fase di presentazione: contro la Nigeria non sarà assolutamente semplice. Il corso del match si è rivelato esattamente così. Eppure, è la nazionale del Nord Europa che inizia all’attacco con un paio di tiri, entrambi scagliati da Gylfi Sigurdsson, che terminano addosso al giovanissimo portiere africano Francis Uzoho. Poi, come la storia recente insegna, l’Islanda torna a un metodo attendista, sperando in qualche errore avversario. La selezione vestita completamente di blu non va però mai in chiara difficoltà e, anzi, legge con grande tranquillità le varie situazioni di gioco.

Agli europei, d’altronde, non serve per forza una vittoria (anche se è auspicata), mentre gli africani hanno l’obbligo di conquistare almeno un punto per continuare a sperare di rimanere in Russia. Con queste componenti in gioco, la tattica estrema e lo studio reciproco prolungato hanno la meglio su qualsivoglia azione offensiva. Anche perché le idee dei nigeriani sono astratte: le “Super Aquile” cercano sempre di giocare la palla alta, ma l’altezza dei giocatori non permette loro uno schema del genere. Gli spunti degni di nota si possono contare sulle dita di una mano, il gioco ristagna a centrocampo e, al 45′, è inevitabile un risultato a occhiali.

Il centrocampista nigeriano Oghenekaro Etebo, che milita nel Las Palmas, prova a sorprendere Hannes Halldorsson appena quindici secondi dopo la ripresa della contesa. Il portiere 34enne del Randers FC non ha però alcuna difficoltà a distendersi. Al quarto la Nigeria sblocca la sfida con un gran gol, frutto di uno stop volante strepitoso di Ahmed Musa su assist di Victor Moses. L’attaccante del CSKA Mosca infila in fondo alla rete con un tiro di controbalzo che fa secco Halldorsson. Il quale deve superarsi per deviare in calcio d’angolo una conclusione da lontano di Wilfred Ndidi, deviata leggermente da Rurik Gislason.

La velocità tartarughesca dell’Islanda induce la Nigeria ad attaccare con più continuità rispetto alla prima frazione. Forti del vantaggio, gli africani si procurano altre chance per il raddoppio. Al 72′ Leon Balogun svetta di testa non trovando lo specchio. Che, invece, vede benissimo Musa. Il suo tiro a giro di destro dal limite si infrange però sulla traversa. A un quarto d’ora dalla fine, lo stesso Musa si invola con un passo diverso da quello di Kari Arnason, supera anche Halldorsson e, dal limite dell’area piccola, sigla il suo secondo punto personale, regalando il due a zero alla sua nazionale. Per ciò che si è visto in questa seconda parte, il risultato è assolutamente meritato, in quanto la Nigeria è entrata in campo con un altro spirito, forse sorprendendo gli europei, i quali, una volta subita la prima rete, non hanno saputo reagire.

Fino all’81’, minuto in cui entra in azione, per l’ennesima volta in questi Mondiali, il VAR. Dopo una breve visione delle immagini, il direttore di gara decreta la massima punizione. Dagli undici metri si presenta Sigurdsson, che aveva già in mano il pallone prima dell’ufficialità del rigore. Il giocatore più talentuoso della selezione islandese si incarica dunque della battuta, calciando alle stelle un pallone che poteva essere quello della riscossa. La Nigeria si impone così con un secco e meritato due a zero, facendo un bel passo verso la qualificazione agli ottavi di finale: con l’Argentina potrebbe bastare un punto. L’Islanda, invece, rimane ferma a quota uno e solo una goleada con la Croazia (con conseguente sconfitta di misura degli avversari odierni con l’Argentina) le permetterebbe di compiere quello che, ad oggi, è l’impossibile.

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