A ruota libera con Adriano Di Vittorio (parte 1)

scritto da Davide Perego

Di Vittorio 001Qualcuno avrà da storcere il naso. Io no. Continuo a coltivare i miei gusti ed intervisto chi voglio. E fare qualche domanda ad Adriano Di Vittorio è sempre un piacere. Perchè sai già che niente sarà scontato e che magari ne caverai qualcosa di nuovo. Perchè da taluni protagonisti nel nostro CHalcio c’è sempre qualcosa da imparare. E se qualcuno non ha ancora capito quale sia il mio target d’interesse…beh….spiacente di deludere nuovamente.  Ieri, oggi, domani. O meglio: passato, presente e futuro di un allenatore che da qualche settimana ha perso la sua squadra e che nonostante ciò tira dritto per la propria strada. Il concetto di “qualità latente” ben si addice al nostro interlocutore, ma non si commetta l’errore di non conoscerne il significato.

Adriano Di Vittorio ed il FC Taverne si sono separati dopo una sola stagione. Lecito chiederne le motivazioni considerando che la società è stata molto restia nel concedere approfondimenti. 

“Ho portato a termine il mio mandato ottenendo l’obiettivo richiesto con anticipo su quanto preventivato. Lasciando una squadra in ottime condizione psico-fisiche, organizzata e con mentalità vincente”.

Il campionato del Taverne è stato il secondo consecutivo segnato da alti e bassi. La salvezza era forse il traguardo minimo raggiungibile. Come lo scorso anno è arrivato un cambio di allenatore a fine stagione. Come mai non siete riusciti a fare di meglio ?

” La squadra veniva da una retrocessione maturata con un insieme di fattori condizionali e bisognava presentarsi in estate con una ventata di positività. Quindi – attraverso le mie indicazioni – abbiamo costruito una squadra con l’innesto di 16 giocatori nuovi che hanno portato nuove motivazioni e dinamiche di gruppo oltre ad abbassare di molto la media età della squadra. Staff tecnico nuovo, organigramma prima squadra ristrutturato.

Taverne 1Tutti siamo convinti di aver fatto una stagione piú che positiva, mostrando un calcio organizzato ed offensivo considerando che nel girone di ritorno abbiam dovuto sostituire degli elementi importanti come il portiere Bernasconi , Regusci e l’arrivo di Boari, Lamanna e Loiero ci hanno permesso di avere maggiori alternative nei vari settori del campo oltre che aumentare l’esperienza e la competitività interna. In termini statistici ci sono mancate almeno 10 reti nel girone di ritorno: questo il punto dolente della stagione. Si è concretizzato poco rispetto alle occasioni create; le reti fallite ci avrebbero permesso di issarci ancora più in alto in classifica, ma in fin dei conti lo scopo era salvarsi e indubbiamente non avremmo potuto vincere il campionato.

“Chi arriva secondo è il primo degli sconfitti”.

Da notare il positivo rientro di Behar Berisha dopo l’infortunio della passata stagione e l’esordio del portiere Fera (proveniente dalla 3a lega) che ha dimostrato di poterci stare nella categoria. Della conferma di giovani come Matic e Cama, classe ’96 e del portiere Brigatti, ’98 che ha potuto dimostrare le sue doti quando è stato chiamato in causa: lodevole il suo impegno così come quello di Leonard Berisha Leonard, un ’97 che ha risposto sempre presente ogni volta che è stato convocato, andando addirittura in rete nella penultima di campionato.

Il rammarico è non aver potuto vedere all’opera il portiere “Pinga” Pinheiro il quale ha vissuto una stagione molto sfortunata, bersagliato da due infortuni. Silvio si è reso comunque utile impegnandosi per la gestione delle attivitá extra calcio della squadra: imprescindibile per la causa. Nota al merito! Stessa sorte per la punta Kreshniq Mustafaj: è stato limitato dai molteplici problemi fisici che ne hanno compromesso la stagione senza che abbia potuto realmente confrontarsi con la categoria dimostrando il proprio valore”.

Taverne 003Nel corso del campionato si è avuta come la sensazione che a turno, staff e giocatori, fossero sempre sul tavolo degli imputati. E’ mancata oggettivamente la tranquillità necessaria per costruire un buono spogliatoio oppure i risultati sono stati la conseguenza di un assemblaggio approssimativo della rosa a sua disposizione ?

” In ogni stagione vi sono momenti positivi e meno positivi. Sono abituato ad analizzare ogni singola prestazione con raziocinio e non con emotività, per tanto si possono avere analisi contrastanti all’interno di una società, ma siamo stati sempre orientati a confrontarci attorno ad un tavolo per trovare le soluzioni che ci permettessero di migliorarci. Sono convinto che tutti siamo cresciuti attraverso questi momenti di condivisione e ritengo sia stato fondamentale coinvolgere la dirigenza in ogni situazione gestionale dove l’obiettivo deve essere crescere e migliorarsi assieme.

Dove c’è chiarezza: è più semplice trovare anche unità d’intenti. Certo è che se avessimo avuto la stessa rosa del girone di ritorno anche all’andata le possibilità di scelta sarebbero state più ampie, ma se taluni elementi ci hanno raggiunto in inverno è per un semplice motivo di opportunità di mercato. Condizioni che si sono presentate a metà stagione e non ad inizio. Sono felice e mi tengo stretto il commento di alcuni fedelissimi che hanno affermato di aver visto giocare in questa stagione il miglior Taverne di sempre.

Commenti che mi riempiono di soddisfazione ed inorgogliscono. Il fine giustifica i mezzi, ma la mia filosofia è quella di avere un’identità precisa possedendo il dominio del gioco, mostrando un calcio piacevole: sono un esteta. Spesso ci siamo riusciti, ma non sempre abbiamo portato a casa i tre punti”.

<Preferisco avere certezze che tre punti pieni di dubbi>.

 

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