MISTER X – Capitolo 65, Bajram Sulejmani “Andrea Bariffi un signore del calcio, lo vorrei in tutte le mie squadre”

scritto da Roberto Colombo
Bajram Sulejmani, allenatore del Ravecchia (Terza lega)

L’allenatore del Ravecchia: «Scaramanzia? Sì, una piccola cosa c’è: scrivo sempre con la stessa penna, una che ha come decorazione la bandiera della Svizzera. Vincere la Terza lega con il Ravecchia di mister Jemmi è stato incredibile, ma mi sono divertito tanto anche con Di Vittorio e Sciarini».

BELLINZONA – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 65: Bajram Baki Sulejmani allenatore del Ravecchia (Terza lega, gruppo 2).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Sono nato centrocampista, ruolo che ho ricoperto prima nel mio paese d’origine (Kosovo) e successivamente qui nei miei primi anni in Svizzera con il Gambarogno, squadra con cui tra l’altro vinsi un campionato di Terza Lega sotto la guida di mister Renzo Cattozi, del presidente Silvio Favini e di Mario Dellea (tutte persone di cui ho un altissimo rispetto). Eravamo proprio una bella squadra e un gran bel gruppo. Trasferitomi al Ravecchia ho cambiato ruolo, prima terzino (perché avevo tanta corsa) e poi mister Di Vittorio mi ha trasformato in difensore centrale, posizione che non ho più abbandonato a parte qualche volta, sempre con Di Vittorio, in cui sono tornato a centrocampo perché al mister piaceva la mia visione di gioco e probabilmente perché avevo anche una discreta tecnica. Conservo ricordi belli di tutte le squadre in cui ho giocato, ma senza dubbio quello più emozionante è stata la vittoria del campionato di Terza lega con il Ravecchia di mister Valerio Jemmi, allenatore mentalmente incredibile. Sempre al Ravecchia mi sono divertito un casino anche con mister Di Vittorio (calcio champagne) e poi con mister Fausto Sciarini, altro grande mister e grandissima persona (peccato quella finale di coppa Ticino persa, che per infortunio io non riuscii a giocare). Ma, come ho detto, anni bellissimi sono anche stati quelli vissuti al Contone, al Cadenazzo e al Gambarogno».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Non sono troppo scaramantico, però una cosina la faccio: mi piace scrivere sempre con la stessa penna, ne ho una tutta mia che non abbandono mai, con su una bandierina svizzera. Il mio braccio destro Victor Cardoso (grande persona) mi prende sempre in giro per questo mio piccolo gesto scaramantico».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Come allenatore sono ancora troppo giovane, pertanto, non ho ancora una squadra (o un allenatore) che posso considerare la mia bestia nera. Anche da giocatore non ho bestie nere: ho vinto tantissime partite, e perse poche (risata), quindi così a memoria non mi viene in mente nessuna squadra che negli anni mi abbia fatto soffrire in modo particolare (sorriso)».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Senza dubbio Andrea Bariffi, un grandissimo giocatore e grande persona: un signore in tutti sensi. L’ho allenato al Contone e lo vorrei avere in qualsiasi mia squadra».

Forse non sarà RAVECCHIA a vita, ma… «…probabilmente mi piacerebbe poter insegnare in qualche squadra allievi, per poter dire ai ragazzi che valori come il rispetto, il sacrificio, l’onestà, il duro lavoro sono aspetti importantissimi della vita. Nel calcio si può arrivare in alto oppure no, non è troppo importante dove si arriva, ma è molto importante la strada che ognuno di noi sceglie e come decide di percorrerla. Per concludere vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato ad integrarmi in questo bellissimo paese che è la Svizzera: tutti miei compagni, gli avversari, tutti i miei allenatori (Cattozi, Chiappa, Bora, Uzakgoeren, Di Vittorio, Jemmi, Sciarini, Rugus, ecc) e tutti i grandi presidenti che ho avuto (Zanelli, Cortinovis, Arnaldo Caccia, Favini, Belossi e Matteo Cavalli)».

To be continued…

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