Nella tarda mattinata di venerdì il Consiglio Federale ha messo in subbuglio il mondo dello sport e ha deciso di vietare le manifestazioni e gli eventi sul territorio nazionale ai quali è prevista un’affluenza superiore alle 1’000 unità
Il divieto varrà per due settimane, almeno dunque fino al 15 marzo. Una notizia che non ha fatto fare i salti di gioia al Sion, che proprio il giorno precedente la fine del decreto (14 marzo) ha in programma il suo Gala: «Il rinvio delle partite è una cosa, che occorrerà quantificare da un punto di vista economico, esattamente come il fatto di giocare a porte chiuse. Dovremo discutere a tal proposito con tutti gli attori implicati, ovvero il Governo, la SFL, l’ASF e le società. Chi si assumerà i mancati guadagni e le inevitabili perdite finanziarie? Ciò che constato attualmente è il fatto che gli impiegati del Sion si trovano nell’incapacità di esercitare il loro mestiere», ha spiegato il numero uno del club vallesano Christian Constantin.
Il Presidente, come spiega il sito web ufficiale del sodalizio romando, attira ugualmente l’attenzione su un altro punto, anch’esso molto importante e che riguarda il divieto di organizzare il Gala nella serata prevista del 14 marzo: «In caso di annullamento puro e semplice, parliamo di un ammanco in cassa di 3,5 milioni di franchi! Una cifra che incide sulle nostre finanze e per cui servirà trovare una soluzione ragionevole. Il rinvio del Gala a una data ulteriore è già una catastrofe, in quanto occorre riprogrammare tutti gli artisti, trovare una soluzione per ognuno di loro, mettersi d’accordo su una data comune, comandare tutto lo stock concernente il cibo… Essere costretti a rinviare l’evento di due settimane è un problema enorme. Quanto all’annullamento puro e semplice, lo ripeto, nelle nostre casse non entrerebbero 3,5 milioni di franchi», la chiosa di CC, che spera di poter organizzare un evento molto importante per il club biancorosso.
(nella foto: un momento di uno dei recenti Gala vallesani – © FC Sion)
