Mondiale 2014: presentazione della Francia

scritto da Davide Perego

di Mattia Rossi
Qualificatasi alla Coppa del Mondo 2014 grazie ad una strepitosa gara di ritorno nello spareggio contro l’Ucraina, la Francia si appresta a vivere il Mondiale brasiliano con molta più convinzione e molto più entusiasmo rispetto alle ultime due edizioni. E’ stato un cammino comunque molto strano quello che ha portato la squadra di Didier Deschamps alla qualificazione. In un girone che la vedeva seconda già sulla carta, considerata la presenza della Spagna, la Francia ha conosciuto tutti gli stati d’animo prima della liberatoria gara contro gli ucraini. Partiti bene, con due vittorie ed un meritato pareggio strappato in Spagna, i transalpini però non sono riusciti a dar seguito alla buona prova di Madrid nel return-match, venendo sconfitti in casa per 1-0. Le restanti partite non hanno cambiato le carte in tavola e la Francia si è così dovuta accontentare della seconda piazza e del conseguente spareggio. L’urna, che aveva riservato a Benzema e soci l’Ucraina, sembrava essere stata assai benevola, tuttavia la gara di andata si è rivelata, probabilmente, il punto più basso dell’era-Deschamps: un sonoro 2-0, con grandi rischi di tracollo nei minuti finali, sembrava aver estromesso i Bleus dalla rassegna brasiliana e i processi sui media francesi erano già iniziati. Pochi pensavano in un ribaltamento della situazione in occasione della gara di ritorno da disputare a Saint-Denis. Proprio quella sera, invece, la Francia si è ritrovata: la spinta dei tifosi e la serata di grazia di alcuni elementi (leggasi Sakho, autore di una doppietta) sono stati fatali per un’Ucraina che mai si sarebbe aspettata una Francia così devastante.
Da lì, è nata un’altra Francia, più convinta dei propri mezzi, più unita e anche più fiduciosa verso quei giocatori (Benzema su tutti) che nelle qualificazioni avevano reso ben al di sotto delle loro potenzialità. E’ difficile dire con quali ambizioni la nazionale francese si presenterà al Coppa del Mondo, forse sarà la mina vagante, forse si fermerà non appena troverà un avversario tosto, sicuramente saranno in molti a volerla evitare. Dalle ultime apparizioni dei Bleus, è sembrato emergere chiaramente quale sarà l’undici che Deschamps vorrà schierare in Brasile e anche la lista dei 23 convocati non dovrebbe riservare sorprese dell’ultimo minuto. La formazione tipo prevede un 4-3-3, modulo impostosi come ideale nel corso delle ultime gare disputate poiché riesce a far coesistere tutti i big della nazionale francese, nei loro ruoli di predilezione. Partiamo dal portiere dove nonostante qualche errore, Lloris si è sempre rivelato un portiere affidabile ed il più delle volte è risultato tra i migliori della nazionale, meritandosi pienamente la maglia numero 1. In difesa, Deschamps opterà per una classica linea a quattro, di stampo Premier League. Infatti, c’è la forte probabilità che tutti e quattro i titolari provengano dal campionato inglese. Sulle fasce, è quasi sicura la presenza di Debuchy (Newcastle) a destra ed Evra (Manchester United) a sinistra. Pur senza entusiasmare, Debuchy ha sempre svolto il suo compito con la maglia della nazionale, mentre il terzino dei Red Devils (ex Marsala, nella stagione 1998/99), tutt’altro che amato dalla stampa transalpina, ha dalla sua una grandissima esperienza internazionale. Al centro, la coppia titolare dovrebbe essere Koscielny (Arsenal)-Sakho (Liverpool), con il centrale dei Reds in ballottaggio con il giovane Varane. Sicuro, invece, di una maglia, il difensore dei Gunners che pur non imponendosi, chiaramente, all’altezza dei grandi difensori internazionali, ha dalla sua oltre 150 presenze con la maglia dell’attuale club. A centrocampo, il tecnico schiererà tre giocatori e anche per questo reparto le scelte sembrano già fatte, con il collaudato trio Cabaye-Matuidi-Pogba dal primo minuto. Autore di un sorprendente Europeo 2012, Cabaye è tornato in Francia, al PSG, dopo l’esperienza inglese e, pur non trovando sempre spazio in una formazione di altissimo livello come quella parigina, dovrebbe comunque rappresentare l’uomo d’ordine della Francia a Brasile 2014. Al suo fianco agiranno un attuale compagno di squadra e un ipotetico futuro compagno: stiamo parlando, chiaramente, dei già citati Matuidi (a destra) e Pogba (a sinistra). Il centrocampista del PSG rappresenta, forse, l’elemento più sottovalutato dell’intero panorama calcistico francese. La sua stagione, però si sta rivelando fenomenale e oltre alla grande generosità sempre messa in campo, ha trovato spesso anche la via del goal, diventando uno dei punti fermi sia nel suo club che nella nazionale. Pogba, invece, non ha certo bisogno di presentazioni. In dodici mesi passerà dalla vittoria del Mondiale Under 20 all’esordio in un Mondiale “vero” e sarà probabilmente, un esordio da protagonista se riuscirà a rifiatare nel finale di stagione, per giungere con forze fresche in Sudamerica. La sua presenza a centrocampo si farà sicuramente sentire e, se saprà dimostrarsi pericoloso in fase offensiva, saranno dolori per tutti. Guardando alle altre nazionali è difficile trovare un elemento che racchiuda tutte le caratteristiche (fisiche, tecniche, tattiche…) di Pogba e se pensiamo che si tratta di un ’93, capiamo quanto sia importante sia per la Francia attuale che per quella del futuro. Infine, chiudiamo l’undici titolare con il trio di attaccanti a cui sarà affidato il compito di scardinare le difese avversarie: Ribéry-Benzema-Valbuena. All’esterno del Bayern, da sinistra, e al marsigliese, da destra, sarà affidato il compito di rifornire la punta del Real Madrid che, dopo un lunghissimo periodo di digiuno (oltre 1200 minuti!), è tornato a segnare con la maglia dei Bleus e sembra aver preso nuovamente confidenza con lo specchio della porta, lasciando da parte le critiche e la scarsa fiducia che lo accompagnavano nelle precedenti uscite. Un ruolo decisivo per la riuscita di Benzema lo dovranno svolgere, però, proprio i due esterni alti. Valbuena non ha affatto entusiasmato nella stagione di Ligue 1 e potrà trovare in Brasile il terreno ideale per riscattarsi, mentre Ribéry avrà a disposizione una grandissima vetrina per mettere in mostra la grande voglia di rivincita che lo accompagna dopo la delusione del Pallone d’Oro. Se i titolari appaiono ormai definiti, guardiamo ora ai cosiddetti rincalzi. Il secondo portiere sarà Mandanda, mentre a completare il reparto dovrebbe esserci Landreau, in vantaggio su Ruffier. In difesa, Mangala e Varane hanno superato le quotazioni di un Abidal in crisi a Montecarlo e probabilmente rappresenteranno le alternative alla coppia di centrali titolari, quindi Digne da una parte, e Sagna dall’altra, sembrerebbero, al momento attuale, i terzini di riserva. A centrocampo, troviamo Sissoko, Mavuba e Grenier in vantaggio per un posto nei 23, con Guilavogui e Payet, riscoperto centrocampista nelle ultime settimane, pronti ad inserirsi in extremis. Infine, in attacco, il nuovo che avanza è rappresentato da Griezmann, quasi sicuro di un posto, nonostante una sola presenza con la nazionale. Con lui, sono in vantaggio Rémy, legato a Deschamps già dai tempi di Marsiglia, e soprattutto, il rincalzo di lusso, Giroud. Ma veniamo al commissario tecnico. Dire che Didier Deschamps sia l’arma in più di questa Francia è forse esagerato, tuttavia non si può negare che l’ex tecnico della Juventus non abbia dato un’impronta a questa nazionale. Chiamato quasi a furor di popolo (anche per la mancanza di alternative credibili), si è conquistato pian piano la fiducia di tutti, puntando su elementi affidabili e di una certa esperienza internazionale, inserendoli in un meccanismo di gioco che permette di sfruttare al meglio le caratteristiche individuali di ognuno. Non bisogna poi scordare il passato dell’allenatore francese: i risultati ottenuti con il Monaco, con il Marsiglia e, perchè no, anche con la Juventus che riportò agevolmente in Serie A nell’anno post-Calciopoli, sono sotto gli occhi di tutti. Nel Principato, conquistò una Coppa di Lega, tre qualificazioni alla Champions League ed una finale nella stessa competizione nel 2004. A Marsiglia, invece, il suo nome rimarrà nella storia per aver riportato un trofeo al Vélodrome dopo 17 anni di astinenza, nell’anno di grazia 2010, in cui i Phocéens vinsero Ligue 1, Coppa di Lega e Supercoppa. Per chiudere il cerchio, ora manca un exploit con la nazionale. Arriverà già in Brasile (dove un piazzamento nelle quattro sarebbe quasi come un trofeo) o si dovrà attendere l’attesissimo Europeo 2016 che la Francia disputerà in casa? Infine, una curiosità: le partecipazioni della Francia alla Coppa del Mondo non sono mai banali, nel bene e nel male. Nelle ultime dieci edizioni a cui hanno partecipato, i Blues o sono usciti al primo turno o sono entrati nelle prime quattro. Inutile dire che, secondo la cabala, se la squadra di Deschamps passerà l’ostacolo (non insormontabile) del girone, potrebbe arrivare molto lontano.

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