Lugano, l’analisi post-Grasshopper: benvenuta sosta! E ora due settimane di lavoro “full immersion”

scritto da Claudio Paronitti

La sconfitta in casa del Grasshopper si può paragonare, in termini di risultato, a quella di Neuchâtel contro lo Xamax

Anche in quel caso, al triplice fischio finale il punteggio recitava: 2 per i padroni di casa e 1 per gli ospiti. La differenza tra le due partite è l’approccio e, nel contempo, la reazione cercata dai ragazzi bianconeri. Se alla Maladière si era visto il Lugano peggiore della stagione, senza mordente e senza voglia, al Letzigrund qualche aspetto da trasformare in positivo c’è stato.

Subito avanti per merito di Mattia Bottani o, per meglio dire, per demerito di Heinz Lindner, i ticinesi hanno restituito il favore grazie all’inzuccata nella porta sbagliata di Miroslav Čovilo, autore di una prestazione abbastanza sottotono, e all’intervento sciagurato del solito Eloge Yao, sempre più a suo disagio all’interno del rettangolo verde.

La carica (più mentale che altro nel pomeriggio di ieri) che ha provato a dare mister Fabio Celestini sembrava aver scosso il gruppo, rientrato in campo molto più pimpante e aggressivo. Dopo un quarto d’ora circa di pressione, però, si è tornati al ritmo di crociera della prima frazione. Così, a parte il rigore sbagliato a Rúnar Már Sigurjónsson e il palo colpito da Valon Fazliu, le chance per gonfiare la rete si sono contate sulle dita di una mano.

La seconda sosta stagionale dedicata alle nazionali arriva al momento giusto per la rosa sottocenerina, che ora avrà due settimane di tempo a disposizione per assimilare al meglio i dettami di Fabio Celestini, il quale, dal canto suo, potrà lavorare con una certa calma e valutare e preparare le migliori soluzioni possibili in vista del ritorno ufficiale in campo. Fra quattordici giorni, i luganesi si confronteranno a Cornaredo con il San Gallo, la prima di tre sfide casalinghe filate (Thun in campionato e Xamax in Coppa), una partita che darà il via all’ultimo stint dell’anno solare.

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