Lugano, giusta attitudine e imprevedibilità: così si può battere il San Gallo

scritto da Claudio Paronitti

Domani pomeriggio andrà in onda il 32° capitolo della stagione e a Cornaredo si affronteranno Lugano e San Gallo

La sfida tra bianconeri e biancoverdi può essere inquadrata in vari modi. Quello che più si addice all’incontro va di pari passo con i recenti cambiamenti in panchina avvenuti su entrambi i fronti. Se da una parte i ticinesi hanno accolto mister Guillermo Abascal già da un paio di settimane – nel corso delle quali si sono conquistati 4 punti in 3 partite -, i confederati si sono appena separati da Giorgio Contini affidando la gestione del gruppo a Boro Kuzmanovic. Alla notizia – giunta come un vero e proprio fulmine a ciel sereno – parecchi tifosi sangallesi sono rabbrividiti nel vero senso della parola, indicando come una “scelta horror” quella effettuata dai vertici del club.

Il campo, però, è tutt’altra cosa rispetto alle voci esterne. Ogni settimana, in novanta minuti e spiccioli ci si gioca tanto, se non tutto. In questo particolare periodo, i luganesi si giocheranno parecchio. Per programmare il futuro, personale e collettivo, nessuno dovrà mollare un millimetro e tutti dovranno cercare di aiutarsi l’un l’altro per conseguire quell’obiettivo primario che è oramai diventato una specie di “mantra”.

L’attitudine, la consapevolezza nei propri mezzi e l’imprevedibilità sono solo tre dei tanti concetti cari a mister Abascal e che il tecnico sivigliano vuole vedere nei propri giocatori. In questo modo si potrà superare l’ostacolo biancoverde, un team tanto altalenante quanto di sicura intelligenza tattica e tecnica. Il dilemma (se così lo possiamo chiamare) che affligge lo staff tecnico riguarda la scelta del portiere. Difficilmente, anche se molti tifosi chiedono un cambio tra i pali, Joël Kiassumbua verrà messo da parte. Anche perché, e non è retorica, c’è il rischio di “bruciare” anticipatamente Noam Baumann, il quale, tra l’altro, non ha nemmeno un match della massima categoria alle spalle. E, ora come ora, lasciare il nazionale congolese in panchina potrebbe ledere la sua fiducia. Un aspetto da non sottovalutare se si vuole chiudere con un sorriso la stagione.

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