Lugano, cosa ci ha detto il test di lusso contro il Milan

scritto da Claudio Paronitti

Quattro reti sul groppone, anche se subite in un’amichevole di mezza estate, sono tante. Nonostante tanta generosità, al Lugano è mancata – come ha confermato mister Pierluigi Tami nella conferenza stampa post-partita – l’aggressività e l’intensità che aveva mostrato nei precedenti test

La prima partita vera della preparazione estiva dei bianconeri ha mostrato che per arrivare a giocarsela a certi livelli contro avversari di un calibro superiore occorre scendere in campo con un altro atteggiamento. È questo l’aspetto che ha fatto un po’ dubitare il tecnico dei sottocenerini. D’altronde, però, bisogna scordarsi di avere a disposizione calciatori equivalenti alla premiata ditta del gol della passata stagione Ezgjan Alioski-Armando Sadiku. E fare dunque di necessità virtù. Cosa significa in soldoni? Vuol dire che il centravanti franco-marocchino Younes Bnou Marzouk là davanti non potrà certamente fare la differenza tutto da solo. Così che urge, al più presto, l’innesto di un bomber, capace di infilare la porta avversaria con una certa costanza nell’arco di un’intera stagione.

All’orizzonte per i ticinesi, oltre l’ultimo test pre-campionato contro il Chievo Verona di sabato pomeriggio (ore 16:00), si staglia l’inizio del campionato – domenica 23 luglio a Lucerna -. Contro una squadra che già domani disputerà la sua prima partita ufficiale in Europa League (e che quindi, prima di affrontare il Lugano, avrà messo nelle gambe già 180′ in ambito europeo) ci sono alcuni punti, oltre a quello dell’attaccante, da rivedere. Primo su tutti la tenuta difensiva, che nella seconda parte della stagione conclusasi poco più di un mese fa risultava essere una delle migliori su suolo elvetico. I quattro gol subiti dal Milan, per come sono arrivati, hanno mostrato una certa fragilità nel reparto. L’arrivo di Silvano Schäppi (discreto il suo incontro contro i rossoneri) ha rimpolpato la colonia svizzera. Da rivedere ancora Dominik Kovacic, il quale, a volte, è sembrato un po’ impacciato con la palla tra i piedi.

Il centrocampo, invece, è il luogo dove (partiti Antoine Rey e, probabilmente, anche Mario Piccinocchi) bisognerà cercare un altro interprete (o, magari, anche due). È impensabile che capitan Jonathan Sabbatini – che ha ricevuto ufficialmente la fascia da “Rocky” nel pre-gara -, Bálint Vécsei, Davide Mariani e il giovane Stefano Guidotti disputino tutte le partite che attendono i bianconeri in questa stagione. Qualche ricambio c’è (vedi Radomir Milosavljevic), ma è ancora troppo poco. Fortunatamente, il periodo di mercato si estende sino al termine del mese di agosto. Il tempo per concludere qualche affare conveniente c’è, ma è meglio fare in fretta piuttosto che trovarsi impreparati fra un mese e poco più. Certo è anche che il calendario rossocrociato non permette alle squadre di effettuare una vera e propria preparazione. Se magari la Swiss Football League decidesse di aumentare il periodo di pausa tra un campionato e l’altro e diminuisse quello tra l’andata e il ritorno forse non ci si ritroverebbe ogni anno in difficoltà nella costruzione di una formazione da mandare in campo. Questo non vale solo per il Lugano, bensì per tutte le realtà svizzere.

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