Gatti: ” Nulla sarà meglio di Mendrisio”.

scritto da Davide Perego

Da circa due anni mi dico che devo fare una lunga intervista a Roberto Gatti. Non mi ricordo quante volte ci ho provato. Nessun equivoco: il punto è che ci sono centinaia di situazioni che finiscono per prendere il sopravvento quando si prova a fare sul serio. Troppi ricordi, troppi miti del passato che io ho solo visto giocare, di cui ho solo sentito parlare e che invece il buon Roby (Foto CHalcio) ha avuto al suo fianco: da allenatore, da avversario, da compagno di squadra. E così si è sempre finito a parlare di tutto – non immune la malattia per il vecchio cuore granata – per non parlare di niente che fosse attinente a CHalcio.com. Mi sento in colpa e in queste situazioni penso ai cari della mia vita che ho perso senza un saluto per rimandarlo sempre a un domani bastardo.

A cosa serve oggi scrivere di un qualcosa che è stato e non sarà più sarebbe una buona domanda.

Il destino ha voluto così. E nel calcio finisce spesso che non riesci mai a goderti ciò di cui disponi per poi veder volare via tutto quanto e ridurti ad un’intervista di congedo di quelle che non hai proprio voglia di fare perché le faranno tutti. E qualcuno se le inventerà anche scopiazzando come proprio costume.

Noi, giornalai in svendita per un click (questa l’opinione di gente nata senza tutte le funzioni al posto giusto) abbiamo custodito in rigorosa osservanza di una privacy oramai abusata tutto quanto accaduto. Di Roberto Gatti – oggi e domani e magari per qualche giorno ancora – ne scriveranno tutti quelli che non hanno mai visto una partita del FCM e che non lo riconoscerebbero in mezzo agli altri. E’ il loro momento: quello degli eroi del gossip e lasciamo che sia festa per tutti. L’intervista – come la vogliamo noi – è qui sotto. Astenersi perditempo. Grazie.

Che cos’è in fondo il “chalcio” se non una chiave per capire meglio quello che siamo?

” Ci sta come domanda. Purtroppo quello che siamo non sempre rispecchia ciò che vorremmo essere. E quello che vorremmo fare non sempre si presta a ciò che possiamo”.

E così…te ne vai… come la canzone di Pupo…”forse” ci mancherai…

” Credo che non vi siano motivi per pensare male. Ho sempre manifestato l’intenzione di voler restare a Mendrisio e non l’ho mai cambiata. Nelle ultime due settimane la situazione che riguarda la mia principale attività mi ha costretto ad una scelta di responsabilità. Ho fatto il possibile per non lasciare la Svizzera, ma se voglio continuare ad allenare ho necessità di tempi e ritmi differenti. Non vuol dire meno frenetici, ma sicuramente non posso più permettermi di lasciare la mia attività il sabato. Non sono un professionista e questo fattore pesa logicamente sulle scelte di come occupare con l’hobby della vita il tempo libero”.

Si è percepita la tua delusione legata al risultato di una partita inutile come quella di sabato scorso al Buechenwald.

“Ma no…però a volte mi chiedo perchè solo io e pochi altri si debba affrontare una partita come se fosse l’ultima della vita. Non potevo minimamente pensare cosa avrei ritrovato a casa dopo la trasferta di Gossau e quando sono partito con il bus della squadra non avrei mai immaginato che potesse essere l’ultima volta. Poi è successo contemporaneamente di avere un grosso problema con la mia attività e di ritrovarsi in panchina ad essere con il “direttore” uno dei pochi a credere che il quarto posto fosse una questione di grande orgoglio. Non me ne vado assolutamente perchè ho fallito questo ultimo traguardo, però posso dire che ci sono rimasto male per alcuni aspetti di superficialità che ho visto anche a Gossau. Io a quel quarto posto ho dato un’importanza capitale. Ora viene prima il lavoro e se non fosse così non sarei nemmeno qui a parlarne”.

Il “Direttore” ci è rimasto davvero molto male…

” Non avrei mai voluto dare a Omar Croci questa delusione. Tanto più che avevamo da poco raccolto con grande soddisfazione l’okay della società per un altro anno insieme. Mendrisio è una piazza fantastica per fare calcio. Mendrisio ti concede quella serenità che altrove non è ammessa. Guarda: anche nel rapporto con quella parte di stampa che segue un campionato come quello della 1^ lega avrei preferito una critica più diretta. Invece è apparso chiaro che anche la “critica” in Ticino sia molto accondiscendente. Che io o un mio giocatore ci si debba incazzare o alzare il telefono per un 4 in pagella o per replicare alle accuse di essere stati penosi non lo condivido. Preferisco le critiche ai complimenti perchè quelle ti fanno crescere: anche se non le condividi. Non me ne frega niente se mi danno dell’assassino perchè ho sbagliato un cambio e non divento di colpo uno scemo perchè lo ha scritto un giornalista. Il “Direttore” è una persona straordinaria. Di una professionalità incredibile. Non lascia nulla al caso e sono davvero spiacente di averlo deluso”.

Non nascondiamo che negli ultimi tempi la disillusione e il rimpianto per un’occasione sciupata è stato forte, come l’irritazione, il senso di sconforto.

” Abbiamo affrontato situazioni che per quanto possibile ci hanno fatto vedere le cose dal lato peggiore. Infortuni, squalifiche, situazioni di gioco….ma non dobbiamo dimenticare che dopo tutto siamo stati in corsa fino alla fine. Siamo mancati completamente con il Locarno e nel secondo tempo con il Thalwil..avete segnalato bene voi che il campionato ce lo siamo rovinati contro le ultime della classifica”.

Con i giocatori “normali” non si vince niente. E’ un po’ un tuo cavallo di battaglia.

” Credo di sì. Sai benissimo che sono uno strenuo difensore del calcio svizzero. Troppe persone credono ancora che venire qui a fare la Challenge League o la 1^ Lega sia una passeggiata. Il nostro è un campionato difficile di grande qualità. Dalle U21 che giocano il nostro campionato o la 1^ Promotion escono molti giocatori che arrivano in Super League. Qui si matura sul serio e vale più questo campionato che uno italiano di squadre primavera o uno svizzero di U18 pure. Credo che anche i nostri giovani che quest’anno – complici determinate situazioni di contingente – hanno avuto ampio spazio per allenarsi con la prima squadra e guadagnarsi un debutto in 1^ lega abbiano dimostrato di non essere dei giocatori “normali” ma di possedere caratteristiche che questa categoria può solo migliorare. Quando dico che con i giocatori “normali” non si vince niente mi riferisco a quegli elementi che sanno fare bene senza eccellere, ma che non ti vanno vincere un campionato. Potrei farti l’esempio di un giocatore come Sarr che al primo anno in Svizzera ha fatto 15 goal. Lui in Serie D segnava valanghe di goal e non era considerato un giocatore normale. In 1^ Lega vai a chiedergli che fatica ha dovuto fare per segnare 15 gol. Quindi di cosa parlano quando cercano di sminuire il valore del nostro torneo?”.

E adesso cosa farà Roberto Gatti che tutti accostavano al Legnano già da un paio di mesi?

” Questa del Legnano potrebbe essere una delle tre opportunità ricevute dall’Italia. Non ho però mai parlato con loro e ho lasciato scrivere i giornali perchè a differenza di quello che succede in Ticino, in Italia nessuno ti salta addosso se vuoi scrivere una tua opinione. Se andrò a Legnano potranno vantarsi di averlo scritto in largo anticipo, ma la mia decisione di lasciare Mendrisio è stata improvvisa”.

Mendrisio porta aperta o chiusa?

“Spero aperta! Guarda che di società come questa non ce ne sono mica tante. Serietà, puntualità, programmazione, competenza, onestà e umiltà. Non sono queste qualità comuni a molte società. Mendrisio è un’oasi di grande serenità per chi vuole fare calcio. Ed è forse per questo che qualcuno è disposto a guadagnare anche qualche soldo in meno pur di far parte di questa grande famiglia”.

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