Fusballtrainer Wulff

scritto da Davide Perego
di Davide Perego
E’ una questione seria. Molto seria. Per anni l’ho
inseguito. Ho sperato di sentirne il profumo. Ho cercato di non dimenticarne
frammenti indelebili di azioni e situazioni che hanno segnato il tempo. Non c’è
nulla di più romantico – grazie alla tecnologia – della possibilità di
recuperare materiale di nicchia che ha contribuito a sviluppare la fantasia di
una parte di generazione rimasta sempre ammanettata ai propri ricordi.
“Fussballtrainer Wulff” non è altro che questo. Prendere o lasciare. Anche se
solo in lingua originale. Anche se a colori e non in bianco e nero. Anche se
non ci sono extra o sottotitoli in inglese. Il cofanetto distribuito dalla Pidax è
un qualcosa che non si può descrivere. Bisogna acquistarlo, annusarlo,
assicurarsi di avere in tasca un fazzoletto, creare la giusta atmosfera e
mettersi in prima fila.

Basteranno le note della colonna sonora che
accompagnano il menù per far scendere le prime lacrime. Se ciò non accadesse ci
sarebbe di che preoccuparsi. E se nello scorrere dei titoli del primo episodio
si restasse immuni dalla classica “pelle d’oca” sarebbe un (secondo) sintomo di
preoccupante insensibilità. Nel caso, fatevi curare. Oppure, provate a
concedere ad uno qualsiasi dei 26 episodi della serie televisiva andata in onda
a cavallo tra il 1972 ed il 1973 di testare il vostro grado di sensibilità.
Perché tutti noi malati, cresciuti in quegli anni, prima o poi abbiamo tifato
per il Norimberga. Perché molti – come me – da allora hanno scelto di stare
dalla parte dei perdenti. Dalla parte di Horst Niendorf e Kurt Schmidtchen.  Perché ho sempre associato i perdenti agli
onesti. Una scelta di vita. Giusto ?

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