inseguito. Ho sperato di sentirne il profumo. Ho cercato di non dimenticarne
frammenti indelebili di azioni e situazioni che hanno segnato il tempo. Non c’è
nulla di più romantico – grazie alla tecnologia – della possibilità di
recuperare materiale di nicchia che ha contribuito a sviluppare la fantasia di
una parte di generazione rimasta sempre ammanettata ai propri ricordi.
“Fussballtrainer Wulff” non è altro che questo. Prendere o lasciare. Anche se
solo in lingua originale. Anche se a colori e non in bianco e nero. Anche se
non ci sono extra o sottotitoli in inglese. Il cofanetto distribuito dalla Pidax è
un qualcosa che non si può descrivere. Bisogna acquistarlo, annusarlo,
assicurarsi di avere in tasca un fazzoletto, creare la giusta atmosfera e
mettersi in prima fila.
accompagnano il menù per far scendere le prime lacrime. Se ciò non accadesse ci
sarebbe di che preoccuparsi. E se nello scorrere dei titoli del primo episodio
si restasse immuni dalla classica “pelle d’oca” sarebbe un (secondo) sintomo di
preoccupante insensibilità. Nel caso, fatevi curare. Oppure, provate a
concedere ad uno qualsiasi dei 26 episodi della serie televisiva andata in onda
a cavallo tra il 1972 ed il 1973 di testare il vostro grado di sensibilità.
Perché tutti noi malati, cresciuti in quegli anni, prima o poi abbiamo tifato
per il Norimberga. Perché molti – come me – da allora hanno scelto di stare
dalla parte dei perdenti. Dalla parte di Horst Niendorf e Kurt Schmidtchen. Perché ho sempre associato i perdenti agli
onesti. Una scelta di vita. Giusto ?