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di Karl Rappan *
La mia lunga esperienza calcistica poteva aiutarli, ma giocare e vincere toccava a loro. La vittoria della nostra squadra e la trasferta in Cile che essa comporta ci ha fatto raggiungere uno scopo: quello di aver sicuramente dato un nuovo incremento allo sport del calcio nel nostro paese. Con questo successo abbiamo senz’altro entusiasmato migliaia di giovanetti, guadagnandoli nella nostra causa. Sarà dalla massa di questi giovanetti che dovremo selezionare i nostri internazionali di domani, chiudendo così il cerchio continuo dell’andirivieni, caratteristico della vita e dello sport. E’ perciò per me inconcepibile che i rappresentanti della nostra “élite” non possano capire che l’avvenire del calcio non è fondato sull’acquisto di giocatori stranieri, ma bensì solamente ed esclusivamente sul giusto addestramento della nostra gioventù calcistica. Ma non è la sola questione che desta delle preoccupazioni per lo sviluppo del nostro sport. Ciò che gli ambienti calcistici delle nazioni confinanti ammettono, come le favolose somme di ingaggio e di salari, ha contribuito a creare fra noi una mentalità che potrebbe avere molte conseguenze sgradevoli.
Per molti calciatori questo ambiente estero è diventato il loro sogno, e molti sono purtroppo convinti che possa essere la sola soluzione possibile. Io sono comunque certo che è la via sicura per far tramontare il nostro calcio. Non abbiamo ne la possibilità ne il diritto di fare dei nostri giovani dei giocatori professionali. Non voglio con questo ripudiare questi ultimi, anzi, ne fui anch’io uno; ma le nostre condizioni non permettono assolutamente di instaurare un calcio professionale. Mancano le basi finanziarie che permettano alle squadre ed ai giocatori di farsi un’esistenza. E non può essere compito di uomini con il senso della responsabilità quello di trascinare all’avventura delle giovani esistenze nonchè le squadre. Il fatto che due o tre clubs possano permetterselo non dimostra assolutamente nulla, anzi sono convinto che fallirebbero senza l’aiuto di qualche mecenate.
Per molti calciatori questo ambiente estero è diventato il loro sogno, e molti sono purtroppo convinti che possa essere la sola soluzione possibile. Io sono comunque certo che è la via sicura per far tramontare il nostro calcio. Non abbiamo ne la possibilità ne il diritto di fare dei nostri giovani dei giocatori professionali. Non voglio con questo ripudiare questi ultimi, anzi, ne fui anch’io uno; ma le nostre condizioni non permettono assolutamente di instaurare un calcio professionale. Mancano le basi finanziarie che permettano alle squadre ed ai giocatori di farsi un’esistenza. E non può essere compito di uomini con il senso della responsabilità quello di trascinare all’avventura delle giovani esistenze nonchè le squadre. Il fatto che due o tre clubs possano permetterselo non dimostra assolutamente nulla, anzi sono convinto che fallirebbero senza l’aiuto di qualche mecenate.
CONTINUA
* 77 volte allenatore della nazionale Svizzera, nato a Vienna il 26 Settembre 1905 e morto a Berna il 2 gennaio 1966.
Questo articolo è stato pubblicato nel 1962 all’interno di un libro edito da Louis Hugi (Berna) in collaborazione con Juwo Zurigo e redatto dal Dott. Hans Althaus. Ho avuto la straordinaria fortuna di recuperarne una copia in maniera abbastanza casuale e mi sono permesso – senza capire a chi poterne chiedere autorizzazione – di “copiare” quanto scritto da Karl Rappan a proposito della straordinaria qualificazione della Nazionale al mondiale cileno. Dopo la vittoria ottenuta dalla Svizzera a Berlino contro la Svezia il 12 Dicembre 1961, ne seguì una serie di undici partite senza vittoria (nove sconfitte e due pareggi con Olanda e Francia).
Il libro in mio possesso (Foto CHalcio) è autografato in originale da Karl Elsener (GC) cui viene attribuita la foto di copertina mentre svetta in presa sicura sul centrocampista dello YB Heinz Schneiter in occasione della Finale di Coppa del 1956 vinta per 1-0 al Wankdorf dalle cavallette di fronte a 48.000 spettatori. Tuttavia il tabellino della partita in questione, recuperato da altre fonti, riporta che il portiere del GC fu Kunz. (DP)