di Karl Rappan *
Per me personalmente, la preparazione a questi incontri, come le due partite stesse, furono gli avvenimenti più belli della mia carriera calcistica. Non mi ricordo di aver vissuto con una compagine nella quale ogni singolo era dominato dal pensiero di dare il massimo di sè stesso per la squadra e tendeva a fare bella figura della stessa e non al successo personale. Forse molti avranno considerato un po’ presuntuosa la nostra emozione dopo la partita di Berlino, ma sappiano questi che per quei novanta minuti di gioco abbiamo trascorso molti giorni di preparazione e la vittoria non era che il coronamento di un sogno mai espresso, ma tanto desiderato. Oggigiorno che nel mondo trionfano l’egoismo e il culto dell’ “io”, la camerateria e l’unione di una compagine calcistica hanno un senso molto più profondo del successo sportivo. Dimostrano che la fede in un ideale non è ancora distrutta in seno alla nostra gioventù. Mi fu testimoniata molta riconoscenza per il mio lavoro. Ma dove sarebbe andata a finire l’utilità dei miei sforzi, se non avessi riscontrato risonanza nella fede dei nostri giocatori ?