CL: sorprese ? Sempre e solo Chiasso

scritto da Davide Perego

Certe squadre non ci stanno. Vogliono che il loro ruolo centrale, all’interno di una gerarchia stabilita dalla storia, venga riconosciuto per quel che deve essere. Squadre e città sempre pronte a far sentire la propria voce. Nel calcio come nel sempre più impegnativo quotidiano. E forse, mai compatto come in questo momento, è proprio il FC Chiasso a tenere alta la bandiera di quelli che non sanno cosa significhi arrendersi. Perché un conto sarebbe gettare la spugna di fronte alla manifesta inferiorità. Un altro è quello di rimediare a carenze organiche e strutturali con quanto di buono lo sport di squadra ha sempre preteso di generare. Prendicando qualità essenziali,  per galleggiare in un mondo sempre più irrazionalmente governato dalla logica del denaro, il club rossoblù continua a fare (sul serio) quelle piccole cose di cui troppi si sciacquano la bocca senza avere poi la mentalità per ricercarle. Il “cuore”, lo “spogliatoio”, la “grinta”, lo “spirito di sacrificio”. Termini usati a sproposito quando gira tutto per il verso giusto. A Chiasso le cose continuano a girare nel verso sbagliato – inutile tornare a tirare in causa alcuni episodi censurabili della prima parte di campionato – ma è proprio grazie alla mentalità (vincente) della società che Livio Bordoli ha potuto varcare i confini dell’incredibile con ragazzi più o meno maturi gestiti come pochi altri saprebbero fare.

Sarebbe ingrato pensare al solo Bellinzona come squadra in grado di salvare la faccia al calcio ticinese in una Lega nella quale a farla da padrone restano le squadre d’oltre Gottardo. Il Ticino dovrebbe essere orgoglioso di annoverare nell’elite del calcio svizzero un piccolo club senza pretese che agisce lontano dai titoli dei giornali, non sperpera denaro inutile e non proclama l’impossibile. Viviamo tempi calcisticamente difficili e francamente (tecnicamente) tristi. Si pensi alle difficoltà di votare un miglior calciatore ticinese di Challenge League che si sia posto in evidenza nel corso della stagione. Si pensi al fallimento degli allenatori e dei progetti dei vari Presidenti locali (non solo di Challenge League). Con la vittoria ottenuta domenica alla AFG Arena, il Chiasso ha tolto un’altra concorrente dai fianchi del Bellinzona. Con il successo di ieri sera a Cornaredo, l’Aarau ha risposto convincendo al successo dei granata contro il Bienne. Sarà probabilmente lotta a due, ma non si creda che ad essere decisivo potrà essere il confronto diretto dell’undici marzo. Decisivo sarà il rendimento di squadre come Chiasso e Wil, uniche nel contesto a possedere quelle caratteristiche di cui sopra. Poi, continueremo a leggere  e a dare spazio alle sparate di Ponte. Spenderemo parole per illuderci che il Vaduz peschi veramente giocatori in grado di cambiare rotta ad un club in grave crisi esistenziale. Crederemo di nuovo al Winterthur quando metterà insieme un paio di vittorie consecutive. Il campo – da subito – ha chiarito che Sven Luescher è stato il vero colpo del mercato invernale. Che l’Aarau ha preso un solo goal nelle ultime cinque partite ufficiali (nessuna rete subita nel 2013 in 300 minuti). Che il Wil resterà comunque squadra dura da battere anche quando la classifica avrà tolto ai ragazzi di Thoma il miraggio della promozione. Che Bienne, Winterthur e Vaduz hanno problemi non risolvibili nell’immediato. Soprattutto, il campo ha chiarito da subito che il Chiasso saprà ancora divertire il proprio pubblico e chi vorrà ricompensare con la propria presenza al Comunale una squadra che sta facendo autentici miracoli. Per accorgersi però serve quella passione che molti (soprattutto i giovani) sembrerebbero aver smarrito. E allora date retta a chi vi consiglia di non perdere le prossime due partite. Aarau e Bellinzona saranno in pista proprio a Chiasso per misurarsi (a distanza) con la squadra di Bordoli. Ovvero, il test più serio ed impegnativo che ci possa essere in questo momento. E per (il) Chiasso è un altro grande riconoscimento.E che il Ticino ne sia orgoglioso.

DP

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