Nazionale Svizzera U21, Mauro Lustrinelli: «Noi siamo orgogliosi dei ragazzi. Con Murat Yakin c’è uno scambio più stretto…»

scritto da Claudio Paronitti

Il bilancio del 2021 della Nazionale Svizzera U21 è stato molto positivo. In questo 2022 che ha visto da poco gli albori, il primo posto momentaneo nel girone di qualificazione alla prossima edizione dei Campionati Europei dovrà essere confermato per evitare di passare dai sempre pericolosi playoff

In una lunga e interessante intervista rilasciata al Blick, il commissario tecnico dei giovani rossocrociati Mauro Lustrinelli si è chinato su vari temi, dal rapporto con il nuovo allenatore della selezione maggiore Murat Yakin per passare dagli obiettivi stagionali. Ecco le considerazioni principali fornite dal 45enne bellinzonese:

«Rispetto a quello con il suo predecessore Vladimir Petković, lo scambio con “Muri” è diventato più stretto, molto accomodante e interessato. Non voglio però essere frainteso, perché anche con “Vlado” ho avuto un ottimo rapporto. Tra noi tecnici abbiamo la medesima idea di gioco. Vogliamo pressare, affrontare chiunque in modo aggressivo per conquistare il più rapidamente possibile il possesso della palla. Analizzando le ultime sfide di qualificazione, abbiamo avuto un’intensità maggiore rispetto ai nostri avversari e percorso più chilometri nei match in trasferta.

Personalmente, non importa chi scende in campo con noi. Ciò che conta è la prestazione fornita. E finora è stata ottimale da parte di tutti. Inoltre, la nazionale maggiore ha la priorità su tutto. L’obiettivo di ogni elemento della U21 è venir convocato per la selezione A. Gli esempi di Noah Okafor e Kastriot Imeri sono sotto gli occhi di tutti. Vi era la necessità di convocarli ed entrambi hanno risposto presenti e giocato un ruolo importante. È chiaro che anch’io voglio avere a disposizione i migliori giocatori. Ma io e il mio staff siamo molto orgogliosi quando i nostri ragazzi fanno il salto di qualità. Se penso a Ruben Vargas, Eray Cömert, Andi Zeqiri, Cédric Zesiger, Simon Sohm, Jordan Lotomba, Dan Ndoye, Bryan Okoh e Philipp Köhn significa che il lavoro che viene svolto con la U21 ha un certo valore.

Due anni or sono abbiamo lanciato la “Mission 21” con lo scopo di permettere ai talenti di vestire la maglia della nazionale maggiore. Questo è un modello di come intendiamo apparire con la U21, dentro e fuori dal campo. Tutti sanno esattamente cosa devono fare, conoscono perfettamente il loro ruolo nel gruppo. I nomi non contano. L’importante è l’atteggiamento e lo spirito che si mostra. Ai miei ragazzi chiedo passione, intensità, identificazione, gioia di giocare a pallone e voglia di vincere.

Raggiungere la squadra A dev’essere l’obiettivo di ognuno. Manca ancora un anno ai Campionati del Mondo e ogni elemento ha il proprio processo di sviluppo. La pianificazione della carriera è fondamentale. Io parlo regolarmente con tutti i giocatori e le loro società. Se qualcosa non funziona come si desidera in un determinato momento, occorre agire per migliorare. La nazionale ha bisogno dei club e i club hanno bisogno della nazionale. Tutte le parti in causa beneficiano di una buona cooperazione. Se i giovani talenti scendono regolarmente in campo vengono nominati per le selezioni giovanili, dove possono competere a livello internazionale con i migliori calciatori della loro fascia d’età. Se lo fanno con successo, si riflette nella loro popolarità e nel loro valore di mercato. Secondo Transfermarkt, solo nel 2020 sono confluiti nei club svizzeri oltre 36 milioni di franchi con i trasferimenti internazionali dei giocatori della nazionale U21.

Non nascondo che trovo interessante fare un’esperienza in una squadra di club. Vedremo quando e se accadrà. Attualmente, la mia concentrazione è tutta sulla U21. È un impiego che mi soddisfa. Il mio contratto è valido sino al 2023 e siamo nel bel mezzo di un’importante campagna di qualificazione europea, che vogliamo superare brillantemente».

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