Il momento «clou» dell’edizione numero 22 dei Campionati del Mondo si è aperto con la super-sfida tra Argentina e Croazia
Il duello del Lusail Stadium di Al Daayen, rivincita del 3-0 nella fase a gironi per la Vatreni di quattro anni or sono in Russia, è stato disputato davanti a 88’966 spettatori e ha visto l’Albiceleste ottenere il pass per l’ultimo atto della manifestazione qatariota. Per contro, la selezione europea dovrà accontentarsi di giocare per la medaglia di bronzo. Per quel che concerne il duello dei #10, Lionel Messi ha vinto di netto quello che lo ha opposto a Luka Modrić (uscito all’ottantunesimo senza riuscire a incidere sul corso del match).
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Argentina (C1) vs Croazia (F2) 3-0 (2-0) – [34′ Lionel Messi 1-0 (rigore), 39′ Julián Álvarez 2-0, 69′ Julián Álvarez 3-0]
Dopo venticinque giri d’orologio sostanzialmente equilibrati, con diverse fasi alternate di possesso palla all’interno delle quali nessuna delle due contendenti riesce a impensierire le retroguardie avversarie, il centrocampista albiceleste Enzo Fernández decide che è il momento di testare per la prima volta i riflessi di Dominik Livaković con un destro dal limite indirizzato nell’angolino basso. Il portiere della Dinamo Zagabria, finito nelle ultime ore sul taccuino del Bayern Monaco (che cerca un sostituto dell’infortunato Manuel Neuer), si distende sulla sua sinistra e respinge il potenziale pericolo. Altrettanto improvvisamente come l’episodio appena citato, si arriva al trentaduesimo, quando Julián Álvarez parte in posizione regolarissima sull’invenzione di Fernández (i due ex-compagni di squadra al River Plate) e si fa stendere con un «body check» dall’estremo difensore balcanico. Il direttore di gara italiano Daniele Orsato non può far altro che indicare il punto del rigore, dove si presenta Lionel Messi, il quale iscrive il suo nome sul tabellino dei marcatori per la quinta volta in Qatar con un mancino all’incrocio dei pali e sale nel contempo a undici reti in una fase finale di un Mondiale con la maglia della sua selezione nazionale. Quando il cronometro marca il trentanovesimo, la squadra guidata da Lionel Scaloni fa il «break» con una superlativa azione di contropiede, iniziata nella propria metà campo da un assist di testa della Pulce per Álvarez, che effettua una progressione a mille all’ora (alla «Forrest Gump» o, rimanendo in tema sportivo, alla «Usain Bolt») verso i sedici metri avversari. Nessuno riesce a bloccare il #9, che con grande caparbietà, istanto del gol e un po’ di fortuna (in quanto vince due rimpalli) raddoppia anticipando di netto l’uscita dell’estremo difensore croato. Non trascorrono che tre giri di lancetta e i sudamericani hanno la chance per chiudere definitivamente la contesa, con un calcio d’angolo di Messi incornato dall’accorente Nicolás Tagliafico, che dal canto suo costringe Livaković al miracolo per tenere «a galla» i suoi. Sul fronte opposto, e sul finire della frazione, Emiliano Martínez è chiamato in causa per la prima volta a seguito di un cross di Luka Modrić deviato in partenza.
I cambi offensivi messi in atto da Zlatko Dalić – che inserisce immediatamente dal rientro degli spogliatoi Mislav Oršić e Nikola Vlašić e poco più tardi Bruno Petković – non portano l’effetto sperato alla compagine europea, che rischia di incassare il tris al cinquantasettesimo dopo una combinazione nello stretto tra Messi e Fernández. La conclusione sul primo palo del capitano argentino è intercettata in maniera provvidenziale da Livaković, il quale copre a dovere lo spazio, mantenendo intatta la possibilità di rimonta dei compagni di squadra. Essi faticano tuttavia a scardinare il muro eretto con il passare del tempo dal reparto arretrato albiceleste. Ci vuole così una situazione standard (punizione laterale) al sessantaduesimo per provare a impensierire un sin qui molto sicuro Emiliano Martínez. Il portiere dell’Aston Villa respinge con i pugni la chance creata con un blocco involontario di Nicolás Otamendi. Lo spettacolo dei tenori d’attacco argentini prosegue al sessantanovesimo, quando Messi prende palla sulla linea laterale, ingaggia un confronto in velocità con Joško Gvardiol (che lo sta cercando tuttora…), giunge fin sul fondo e assiste a ritroso Álvarez, che di prima intenzione trafigge Livaković con il pallone che spedisce direttamente l’Argentina all’atto conclusivo di Qatar 2022. Sul fronte opposto, tre minuti più tardi si osserva una punizione rasoterra dalla distanza di Ivan Perišić, che termina senza problemi tra le braccia di Emiliano Martínez. Nell’ultimo quarto d’ora c’è spazio pure per Paulo Dybala, al debutto iridato dopo essere guarito da un infortunio alla coscia. Un centinaio di secondi dopo l’uscita dal campo di Luka Modrić, la Croazia rischia seriamente l’imbarcata. Il destro al volo di Alexis MacAllister grazia però Livaković, chiudendosi a lato. Lo stesso capita a Dejan Lovren, che a seguito di un corner di Lovro Majer non trova il modo di agganciare una spizzata di Ivan Perišić, facendo sfilare la sfera in fallo di fondo al minuto ottantasei.
Il fischio finale, giunto al calare del novantacinquesimo, decreta in via ufficiale quel che si sapeva già da tempo. L’Albiceleste trionfa e vola all’atto conclusivo, la Vatreni si giocherà le sue chance per conquistare almeno la medaglia di bronzo.
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L’accoppiamento della finale per il 1°-2° posto – Argentina (C1) vs vincente Francia (D1)/Marocco (F1)
L’accoppiamento della finale per il 3°-4° posto – Croazia (F2) vs perdente Francia (D1)/Marocco (F1)