Match Focus: Mendrisio-Stabio – Bruhl

scritto da Davide Perego


COME HANNO GIOCATO

Paolo Malnati ha proposto un 4-2-3-1 facendo debuttare Bruno Bosi (a destra) in un centrocampo avanzato completato da Bonanno ed Enrique. Negli ultimi minuti del primo tempo, il tecnico del FCMS ha fatto lavorare molto l’unica punta Cipolletti sul terzino sinistro del Bruhl Zuger abbassando il baricentro della squadra. Nella ripresa, con gli ingressi di Mira e Nicola Bernasconi, il Mendrisio-Stabio è passato al 4-1-3-2 con Kabamba tornato nel ruolo naturale di centrale, Bernasconi a destra, Appella, Rocca ed Enrique a centrocampo e Mira a dar man forte a Cipolletti.
Dopo l’espulsione di Bernasconi, Mazzetti ha preso il posto di Enrique e Gobba è tornato a fare il centrale. L’espulsione di Cataldo e la conseguente rinuncia a Cipolletti (diventato portiere) ha visto il FCMS giocare di fatto i restanti 30 minuti con un 4-3-1 diventato all’occorrenza un 3-4-1.

Erik Regtop ha proposto un 4-1-2-3 con Bushati davanti alla difesa all’occorrenza in grado di chiudere anche il vuoto lasciato da Ibrahimi quando all’atto pratico il Bruhl ha giocato gli ultimi dieci minuti del primo tempo con un 4-2-4. Schieramento immutato nella ripresa (l’ingresso di De Simone per Mehmeti non ha cambiato nulla) fino alla rete del vantaggio dopo la quale, con l’ingresso di Steiger si è passati ad un 4-3-3 che comunque non ha creato grattacapi alla difesa momò.

LE CHIAVI TATTICHE

Il rigore a freddo che ha sbloccato il risultato non ha compromesso la prestazione del FCMS che ha finalmente sfruttato i terzini per tentare soluzioni efficaci sugli esterni. Non a caso, sia le reti dei padroni di casa che gli ulteriori pericoli creati a Celebi sono nati da proposte degli esterni.
Il doppio cambio di Malnati non ha completamente convinto e l’impressione di un Mendrisio “molle” nei primi minuti della ripresa ha trovato conferma in venti minuti, nei quali, al di là degli evidenti errori arbitrali, la squadra è sembrata meno brillante a livello carismatico rispetto a quella della prima mezz’ora.
L’impressione è quella che in partite come queste, salvo infortuni, i quattro dietro non si debbano toccare e l’ingresso di Bernasconi (ammonito, richiamato verbalmente e nuovamente ammonito in 13 minuti) non ha prodotto gli effetti desiderati.

Il Bruhl, squadra ordinata che fa leva su buon reparto offensivo e su caratteristico centrocampo di quantità al quale ha portato nuova linfa l’ingresso del nuovo arrivato Ibrahimi, ha fatto poco o nulla per guadagnare i tre punti e non a caso si è ritrovato in vantaggio senza alcun merito tattico, sopperendo alle difficoltà nei pochi spazi concessi grazie alla giornata oltremisura storta della terna arbitrale.

MAN OF THE MATCH

Bayrak: semplicemente un altro giocatore rispetto a quello visto all’opera al Comunale nel 2010. Perfetto su ogni anticipo, propositivo, pulito nell’assistenza ai compagni e gladiatore senza difetti nel cercare in tutti i modi di tenere in partita la sua squadra evitando il naufragio prevedibile a livello psicologico dopo la frittata combinata dall’arbitro.

ZERO ASSOLUTO

Vojislav Mijic: non tutte le colpe sono sue. Una mano nell’essere giudicato un bandito, un corrotto, un truffatore, un imbecille, dal pubblico della tribuna, gliela danno i suoi assistenti, colti impreparati e con le dita nel naso in occasione della rocambolesca rete non rete del Bruhl che ha deciso il risultato. Mijic ci mette del suo estraendo un numero sconsiderato di cartellini gialli che avrebbero potuto essere il doppio se mostrati alla lettera di regolamento oppure meno della metà se il direttore di gara fosse stato all’altezza di una partita di Prima Lega per nulla cattiva. Dimenticare il suo volto al più presto sarebbe la cosa migliore da fare. Per tutti.

L’UNDER 21

Non pervenuti.

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