Lugano, Manzo: “Tutti i ragazzi hanno qualità importanti”

scritto da Claudio Paronitti

andrea-manzoMezzogiorno di venerdì dedicato alla consueta conferenza stampa settimanale di mister Andrea Manzo. La partita di Losanna si avvicina sempre più e i bianconeri si stanno preparando al meglio per affrontare quella che a inizio stagione era la principale rivale per la retrocessione. Ora invece…

LE SQUADRE RIVELAZIONE – “In questo momento forse nessuno si aspettava che Lugano e Losanna fossero in queste posizioni di classifica. Sicuramente sarà una partita, per quanto mi riguarda, divertente. Ci saranno vari modi di leggerla e di interpretarla e, a seconda delle situazioni, cambiarla nell’arco dei novanta minuti. Sono queste le partite che mi piacciono. Il Losanna è una squadra collaudata, che gioca assieme da parecchi anni e che è guidata da un buon allenatore. Credo che queste componenti abbiano influito molto sull’andamento dei vodesi. Per quanto ci riguarda, ho trovato un gruppo disponibile, e questo l’ho sempre detto, pronto a lavorare e a mettersi in discussione in ogni momento. Questa è la nostra ricetta”.

LE CARATTERISTICHE DELL’AVVERSARIO – “La scorsa partita, è vero, ci hanno messo sotto per quel che concerne il possesso palla. Però, noi cercheremo di fare la partita. Non mi piace però rivangare il passato, però il Losanna ha effettuato un tiro in porta nel primo tempo, poi ha segnato e tentato un colpo di testa. Se il gioco lo tieni lontano dalla porta, non ti fa male. Come diceva il “vecchio” e compianto [Nils] Liedholm, se la palla è in tuo possesso, essa non suda; e se la fai correre gli altri non ti fanno gol. I vodesi hanno un’idea di calcio ben definita, sanno cosa fare muovendosi con armonia calcistica. È una bella squadra. Noi faremo la partita in base a quelle che sono le nostre qualità e le nostre caratteristiche. Il Losanna è una squadra che ha un buon possesso palla. Se gli vengono lasciati spazi per offendere in contropiede, ti punisce. Quando ha 30-40 metri davanti a sé diventa molto pericoloso. Se trova meno spazio, incontra qualche difficoltà, ma queste ce l’hanno un po’ tutti del resto. È una squadra che ha delle qualità. La maggior parte delle sue reti è arrivata con delle ripartenze rapide. I vodesi hanno i loro meccanismi. Sanno quello che devono fare. Tatticamente, sono messi molto bene. Secondo me, la mano dell’allenatore si vede”.

È UN VANTAGGIO GIOCARE IN TRASFERTA? – “Non lo so. Io ho preparato la partita in più modi, a seconda di come stiamo noi e di come si comporteranno loro. Noi abbiamo le nostre armi. Poi è logico, se l’avversario è più bravo, bisogna solo togliersi il cappello davanti a lui”.

LE DUE SQUADRE SONO IN BUONA CONDIZIONE – “Credo che l’entusiasmo e la preparazione fisica influiscano molto sul rendimento della squadra e del singolo. E ci sono tutte le componenti perché questo avvenga. In questo momento, a parte [Marco] Padalino, sono fortunato ad avere tutti a disposizione, quindi la condizione fisica è buona. Sul campo, per adesso, ci si diverte, e questo è un aspetto mentale importante”.

LE SCELTE DOLOROSE – “Gestisco le situazioni in base al momento. Sappiamo bene che nel calcio, come in tutti gli altri sport, la situazione può cambiare nel breve volgere di 24 ore. Quando i ragazzi avranno le opportunità, dovranno dimostrarmi che sono più adatti a scendere in campo in quel determinato momento. Non precludo niente, non mi faccio nessun tipo di preparazione mentale, dicendo che uno deve star fuori per forza. Guardo, osservo e il campo mi darà delle risposte. Posso sbagliare, ma se lo faccio è in buona fede”.

UNA PARTITA SPECIALE PER ANTOINE REY – “La mia settimana non è soltanto il campo. Se fosse solo così, chiudo i battenti e basta. La mia settimana consiste nel comprendere il giocatore, vederlo, cercare di capire se ha bisogno di supporto, o se invece può andare avanti da solo. Ci sono tante componenti da valutare. Io devo ragionare con 24 teste. E ogni testa ha il suo modo di pensare. Logicamente, qualcuno non sarà contento della situazione: per questo io gli do delle spiegazioni. Le accettano, non le condividono, ma questo lo so. Loro devono dimostrare le loro qualità tramite il campo. Non a caso, la formazione la comunico quando entriamo nello spogliatoio, quindi ho i miei dubbi fino all’ultimo”.

UN PAREGGIO SAREBBE BUONO? – “Io non firmo per niente. A Thun avevo detto che avrei firmato per il pareggio. In quel caso, però, venivamo da una sequenza di partite molto ravvicinate tra di loro. L’unica cosa sulla quale metto la firma è fare una buona prestazione. Il resto è una conseguenza”.

MARIO PICCINOCCHI IN PANCHINA A THUN – “Il motivo è sia tecnico che anche di riposo. [Domen] Crnigoj, entrando nella partita con il Grasshopper, mi aveva dato degli input per quel che concerne la dinamicità e la fisicità. A Thun ci è servito e lui ha fatto una buona gara, ha contrastato, si è proposto bene, e ha fatto le cose che gli avevo chiesto. Probabilmente, l’avrebbero fatto anche altri. Non sto a sindacare su ciò. Ma non è solo Crnigoj. Chiunque è entrato in corso d’opera ha dato il suo apporto, entrando con lo spirito giusto e la voglia di fare. Questo vuol dire che i ragazzi si stanno mettendo in discussione e vogliono dimostrare a me che possono far parte dell’undici iniziale. Per me è molto, molto positivo”.

I TANTI CAMBI DI QUALITÀ – “Chi, in questo momento, gioca meno ha qualità importanti. Sono loro che permettono che le prestazioni raggiungano il livello odierno. Se loro non fossero trainanti e non lavorassero con lo spirito giusto, allora si farebbe fatica a trovare il bandolo della matassa. Ora come ora, sono loro i giocatori più importanti della rosa, ancor di più di quelli che giocano con regolarità. Ma non lo dico per retorica, o perché voglio sembrare bello davanti a loro. Non è questo il mio intento. È la pura verità. Se quelli che non giocano si limitassero a eseguire il compitino, il livello non si alzerebbe. È un loro merito”.

BIG-MATCH PER L’EUROPA? – “Io ho solo la consapevolezza di arrivare il prima possibile alla salvezza. Non lo dico per scaramanzia, perché so che un giorno potremmo trovarci in una situazione diversa da quella in cui ci troviamo oggi. Noi dobbiamo pensare a raggiungere quello che è il nostro obiettivo. Poi, quello che viene in più, giungerà con l’entusiasmo giusto. Magari non ci si accorgerà, e forse faremo delle cose impensate prima. Il nostro obiettivo iniziale è portare la barca dentro al porto e poi attraccarla. Per questo, ci mancano ancora 26 punti per arrivare a quota 40. Alla fine, comunque, basterebbe avere un punto in più degli altri”.

DEI CONVOCATI QUALCUNO RIMARRÀ GIOCOFORZA A CASA – “L’altra volta siamo andati via in venti. Se i non convocati vogliono accompagnarci, a me fa molto piacere. Però, capisco che per alcuni di loro è positivo stare con la propria famiglia. Bisogna sempre guardare il rovescio della medaglia”.

IL LOSANNA È PIÙ FALLOSO DELLE ALTRE SQUADRE, IL LUGANO MENO – “Il fatto di essere fallosi rientra nel loro modo di giocare. È una squadra che va ad aggredire l’avversario in avanti. A volte, ciò comporta dei rischi. E i tanti falli che commettono può essere una componente. Noi giochiamo con un altro modo di pensare. Però, anche noi non ci tiriamo indietro quando c’è da fermare il gioco con un fallo. Cerchiamo solo di giocare in un altro modo. Questo, è comunque il loro modo, se vai avanti a volte rischi e piuttosto che subire una ripartenza fai un fallo tattico”.

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