MISTER X – Capitolo 9, Ivan Burla “Intragna e Someo le più dure. Rivorrei Marco Mosca, molto bravo”

scritto da Roberto Colombo
Ivan Burla, allenatore del Leventina (Quarta lega)

L’allenatore del Leventina: «Indimenticabile la Nazionale U21 e gli anni al Bodio in Seconda interregionale. Ero una mezza punta, non segnavo tantissimo, ma avevo una gran corsa, esplosività e dribbling. Andare a giocare in Vallemaggia è sempre complicato, lì le squadre hanno qualcosa in più”

FAIDO – Con la nostra nuova serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 9: Ivan Burla allenatore del Leventina (Quarta lega, gruppo 2).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Ho quarant’anni e smesso di giocare solo qualche anno fa, ma il campo mi manca già tantissimo, amo il calcio in tutte le sue sfaccettature. Giocavo mezza punta e qualche anno l’ho fatto anche in fascia (al Bellinzona con Battistini), ma quest’ultimo ruolo non mi piaceva tantissimo, perché dovevo anche difendere. Ero un giocatore rapido, esplosivo, bravo nelle sterzate, con una gran corsa, ma che ha imparato a correre nel modo giusto con il passare degli anni. Quando ho iniziato, ricordo gli anni al Bellinzona con Baldo Raineri, non ero così veloce come poi sono diventato: è stato il risultato di tanto allenamento, duro lavoro e preparatori atletici molto bravi. Non ero uno che segnava tanto, non ho mai fatto tanti gol, anche se qualche soddisfazione me la sono tolta. Il mio ricordo più bello legato al calcio è stato quando sono andato con la nazionale U21 a fare uno stage in Arabia Saudita e Qatar, e poi non potrò mai dimenticare gli anni al Bodio in Seconda interregionale: grande società sia a livello calcistico sia come ambiente, davvero fantastico».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Da allenatore non ho scaramanzie particolari. Forse, nell’ultimo periodo, prima che il calcio fosse sospeso causa Covid, diciamo che come rituale non andavo più a seguire i ragazzi nel riscaldamento e rimanevo di più in zona spogliatoio, ma più che altro lo facevo perché a me quando giocavo non piaceva che qualcuno mi stesse con il fiato sul collo durante il riscaldamento, quindi faccio lo stesso con i miei ragazzi».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Non ho una squadra bestia nera vera e proprio, ma posso dire che andare a giocare in Vallemaggia è sempre piuttosto difficile, ad esempio contro l’Intragna non vinciamo proprio mai, e anche il Someo ha decisamente uno spirito battagliero diverso da tante altre squadre».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Ne avrei tanti da dire, sceglierne uno solo mi mette in grande difficoltà. Però la prima cosa in assoluto che mi viene in mente con questa domanda è che sono contentissimo dei ragazzi che sto allenando adesso e di loro non cambierei nessuno. Ma se proprio dovessi fare un nome, direi Marco Mosca, che purtroppo non ho allenato il tempo che avrei voluto quando ero agli Azzurri. Marco è un grande giocatore e anche una bravissima persona.

Forse non sarà LEVENTINA a vita, ma… «…pur essendo un allenatore ancora giovane ho già girato un pochino: Mendrisio in Prima lega, poi gli Azzurri, il Gordola due anni e anche il Blenio di cui ero anche giocatore, e adesso il Leventina in cui mi sto trovando molto bene. È vero, la nostra classifica (siamo ultimi) potrebbe far pensare che qui sia difficile allenare, ma io amo tantissimo le sfide. Mi piace prendere le squadre in difficoltà e risollevarle, farle crescere. Credo tantissimo nel Leventina e credo anche tanto nella nostra salvezza: ce la possiamo fare e ci proveremo fino alla fine».

Leggi anche questi...