MISTER X – Capitolo 40, Andrea Manzo “Sarebbe bello allenare di nuovo Jonathan Sabbatini, che giocatore”

scritto da Roberto Colombo
Andrea Manzo, allenatore del Vedeggio (Seconda lega). Foto dal sito Fc Lugano.

L’allenatore del Vedeggio: «Nel Milan di Liedholm ho ricoperto tutti i ruoli. Che emozione l’esordio in serie A con la Fiorentina. Per me oggi c’è solo il Vedeggio. Quando mi sono salvato con il Chiasso ho capito che le scaramanzie non servono a nulla»

CADEMPINO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 40: Andrea Manzo allenatore del Vedeggio (Seconda lega).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Ero un centrocampista, ma nel Milan di Liedholm sono riuscito a giocare in tutti i ruoli (Manzo ha giocato nel Milan dal 1983 al 1987, ndr) tanto che negli ultimi anni della mia carriera facevo il difensore centrale, sia nella difesa a tre sia in quella a quattro. Ero un centrocampista di regia con una buona fase di interdizione. Il mio ricordo più bello è sicuramente l’esordio in serie A con la Fiorentina (21 settembre 1980 Avellino-Fiorentina 2-3, ndr): anche se sono stato in campo solo pochi minuti, l’emozione è stata tanta».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «In passato ero scaramantico, il mio rituale era non toccare mai nessun pallone né prima né durante la partita. Poi è capitato di non farlo più, e mi sono salvato con il Chiasso (risata). Da quel momento mi sono reso conto che le scaramanzie non servono a niente».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «Contro il Vaduz ho sempre fatto fatica, il perché non so proprio spiegarmelo».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «Un giocatore ci sarebbe: Jonathan Sabbatini centrocampista e capitano del Lugano, che ho allenato quando anch’io ero appunto al Lugano. È un giocatore che interpreta il suo ruolo proprio come piace a me: conosce e detta i tempi di gioco come pochi altri».

Forse non sarà VEDEGGIO a vita, ma… «…per ora penso soltanto al Vedeggio. Oggi sono abituato a guardare la realtà solo nel presente».

To be continued…

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