Il primo tempo di ieri, in cui il Lugano è pure andato a segno, è stato letteralmente dominato dal Lucerna, che ha messo le briglie ai padroni di casa, portando tantissima pressione e mantenendo gli uomini di Fabio Celestini nella propria metà campo per la maggior parte dei minuti
Non è stato dunque assolutamente un caso se i protetti di Thomas Häberli sono pervenuti al pareggio con una gran bella conclusione sul primo palo di Francesco Margiotta. Certo, essa è stata agevolata dallo sciagurato regalo di Fabio Daprelà. Nessuno però può negare che il gol era nell’aria, nemmeno il più ottimista dei sostenitori sottocenerini. Fortunatamente per i bianconeri il quarantacinquesimo è giunto senza altre reti sul groppone, il che ha acquietato la pressione degli ospiti, tornati dagli spogliatoi con il chiaro intento di rimanere compatti (come poi è stato) e provare a ripartire con dei veloci contropiedi.
Nonostante una volontà diversa e un deciso miglioramento a partire dal minuto 46, i luganesi non sono più riusciti a bucare la rete avversaria. In realtà, hanno anche faticato a mettere in ambasce Marius Müller, che ha svolto il suo compito con tranquillità, rimanendo attento quando i beniamini del poco pubblico giunto a Cornaredo si avvicinavano alla sua porta. Senza dover fare gli straordinari, al contrario del dirimpettaio Noam Baumann, l’estremo difensore tedesco è riuscito a infondere fiducia ai suoi compagni di squadra, che hanno seguito le direttive alla lettera.
Nel dopo-partita, l’allenatore bianconero, che finora ha sempre definito mere scuse la fatica o le assenze, ha asserito che nella prima frazione i suoi ragazzi hanno sentito particolarmente le scorie della sfida europea di giovedì a Copenhagen, uscendo poi alla distanza. All’inizio di questo «tour de force» non possono essere prese come scusanti. D’altronde, è sempre stato il mister a non cercare in alcun modo delle giustificazioni per una prestazione negativa (come quella della prima frazione di ieri pomeriggio)…
