THA-1, la crescita a Locarno, i tempi bui a Lugano e il rientro nella Patria d’origine: ecco la nuova vita di Charyl Chappuis

scritto da Claudio Paronitti

Quando nel lontano 2009 era salito sul tetto del mondo con la Nazionale Svizzera Under 17, Charyl Chappuis aveva forse pensato in una carriera diversa. Almeno nella nazione che gli ha dato i natali. Ora, dopo essere tornato nella sua Patria d’origine, la fama è aumentata e la vita da star gli si addice. Proprio come conferma l’interessante reportage del Blick

Cresciuto nel Canton Zurigo, e più precisamente a Kloten, il calciatore elvetico-thailandese ha iniziato a muovere i primi passi nei ranghi della squadra della città in cui è nato. Dopodiché, ha vestito le maglie di Young Fellows Juventus e Grasshopper. Nel periodo in cui il suo datore di lavoro era il club biancoblù, Chappuis ha vissuto due avventure, entrambe in prestito, a Locarno e Lugano. Con i sopracenerini ha collezionato 28 presenze e 2 reti, con i sottocenerini 17 apparizioni e 1 assist. Valutando esclusivamente i numeri, si potrebbe pensare che i mesi trascorsi in Ticino non siano stati fruttuosi. E invece, malgrado qualche disguido sulle rive del Ceresio, non è così. Il motivo è presto spiegato: tre giorni dopo aver lasciato Cornaredo ed essere tornato al Letzigrund la sua vita ha preso la via della Thailandia. Era il 13 gennaio 2013 e da allora il suo percorso si è districato completamente nel Sud-Est Asiatico.

La squadra che si fece avanti per inserirlo nel proprio roster fu il Buriram United: «Se in quel momento avessi detto di no, adesso potrei ancora giocare in Challenge League. La mia vita sarebbe dunque stata completamente diversa». Oggi Charyl Chappuis ha 28 anni e con 1,4 milioni di follower su Instagram è una vera superstar. Nel suo incontro nella capitale Bangkok, il quotidiano sportivo zurighese ha notato che egli non può muoversi per una cinquantina di metri senza che la gente lo fermi e gli chieda una foto-ricordo: «Non rifiuto mai una richiesta di un selfie. Qualche anno fa David Beckham era nello stesso ristorante di Bangkok in cui ero presente anch’io. Ho chiesto alle sue guardie del corpo se potevo fare un selfie con lui e loro hanno risposto di no. Mi sentivo un idiota. Per questo, non voglio comportarmi così con nessuno».

Dopo aver difeso i colori di Suphanburi e Muangthong United, dallo scorso 7 febbraio il centrocampista è un elemento del Port FC, sodalizio con il quale ha sottoscritto un contratto quinquennale, valido quindi fino al 30 novembre 2025. «Ero sulla buona strada per entrare nell’undici iniziale quando il Coronavirus ha paralizzato anche la Thailandia. Non appena si ricomincerà, voglio diventare un calciatore che scende in campo molto spesso. Se funzionerà e continueremo ad avere successo, allora potrei tornare a vestire la maglia della squadra nazionale».

Rimembrando i momenti dopo la conquista dei primi titoli con il Buriram, il nativo di Kloten spiega che «nei mesi successivi al titolo, tutti intorno a me era così intenso che era difficile affrontarlo correttamente. Fortunatamente, i miei genitori mi hanno cresciuto bene per affrontare tutto ciò. Ma soddisfare i desideri di tutti è stato estenuante. A volte volevo rimanere solo». Nello stesso periodo un grave infortunio alla cartilagine del ginocchio lo ha messo ai margini per in anno e mezzo: «Onestamente, in Europa non sarei tornato in campo da un infortunio del genere. Il mio club all’epoca voleva assolutamente che giocassi di nuovo. Quando si è sotto contratto con un club, si vendono più magliette. Quando gioco, arrivano più spettatori».

Nonostante la distanza, le sue prestazioni non sono rimaste inosservate, tanto che «dopo aver vinto il campionato del Sud-Est Asiatico, anche i club svizzeri si sono ricordati di me. Il San Gallo e il Thun hanno bussato alla mia porta e sono rimasti sorpresi quando hanno saputo quanto guadagno qui. Oggi come oggi, posso affermare con certezza di essere estremamente soddisfatto di come è andata. Potrei persino immaginare di finire la mia carriera al Port FC e di vivere qui a Bangkok. Qui tutto è molto più semplice che in Svizzera».

(nella foto, a destra: Charyl Chappuis – © Port FC)

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