Sportpark Bergholz e il calcio che guarda avanti

scritto da Davide Perego
Capita di sicuro, in un tempo non troppo felice per il
calcio ticinese, di sentirsi come in una terra lontana, separati dagli affetti
più cari ed in preda a malinconici pensieri. Luoghi di residenza, in questi
tristi momenti, i vetusti stadi delle nostre squadre e buona parte delle
infrastrutture, diventate obsolete a fronte delle naturali evoluzioni tecniche
che il sistema esige. L’estate è il tempo del riposo. Non per i numerosi
operatori del settore, più che mai intenti ad interrogarsi sui punti principali
dei loro programmi e sul futuro delle loro società. Ecco che per molti,
l’estate diventa anche il tempo della solitudine. Soprattutto quando ci si
accorge che in una terra non lontana il futuro è già realtà. Rendere omaggio
alla straordinaria evoluzione di un piccolo club come quello rappresentato dal
FC Wil dovrebbe essere un dovere per chi si occupa di sport e società. Lo
scorso 4 agosto, nell’ambito del torneo di Challenge League, il piccolo
sodalizio sangallese ha inaugurato con una brillante vittoria ai danni del
Vaduz il nuovo stadio. Costruito sulle ceneri del vetusto Bergholz – del quale
ha mantenuto il nome – l’impianto fa parte di un ampio progetto votato dalla
maggioranza degli aventi diritto nel novembre del 2010.

“Sportparks Bergholz” è
un centro sportivo che comprenderà a lavori ultimati, oltre allo stadio in
superficie sintetica (5300 posti a sedere e 700 in piedi), un
ristorante, una piscina coperta con centro benessere, una piscina esterna ed
una pista da ghiaccio con capienza di 1000 posti. Dodici dei 57 milioni
necessari per la crescita della struttura sono stati riservati allo stadio che
il FC Wil ha poi contribuito a disegnare in sinergia con le richieste del
pubblico e della Federazione calcistica grazie ad un investimento di circa due
milioni e mezzo di franchi. Nulla è stato lasciato al caso. A partire dalla
fanzine “Bergholz.Aktuell”, distribuita periodicamente a tutti i residenti per
tenere in costante aggiornamento eventuali variazioni o integrazioni di
progetto -con relativi aumenti o diminuzioni dei costi – fino alla webcam che
consente di vivere in tempo reale lo sviluppo dei lavori ed una televisione on
line (Bergholz TV) che a puntate, come fosse uno sceneggiato, costruisce un
piccolo tesoro di storie da conservare. I lavori saranno eseguiti per il 50%
dalle imprese con sede in città, per il 35% da imprese del cantone e solo ove
non è stato possibile trovare aziende che operano nel settore delle specifiche
necessità ci si è rivolti ad aziende di altri cantoni (15%).
Ad introdurci nel
mondo veramente speciale del FC Wil è l’amico Maurizio Jacobacci (tecnico della
spavalda matricola FC Sciaffusa) che ci presenta il Presidente Roger Bigger
guidandoci in un piccolo viaggio alla scoperta di una società davvero molto
particolare. “Il vecchio stadio è stato raso al suolo – spiega il giovane
timoniere del club – anche perché dopo 40 anni parte dell’edificio è andato in
rovina e la manutenzione non avrebbe trovato fondi sufficienti per esaudire le
richieste della Federazione”
. Vincitore di una Coppa Svizzera nel 2004, al termine di una stagione che ha segnato dopo un biennio di grandi risultati il ritorno in LNB, il Wil è oggi, alla sua decima stagione consecutiva nella serie cadetta, la sorprendente capolista del torneo. Quindici punti in sette partite, giocando un calcio tecnicamente eccellente e divertente. Un allenatore – Axel Thoma – capace di amalgamare giocatori provenienti da scuole diverse. Spesso, talenti sconosciuti che il club riesce a lanciare addirittura a livello internazionale. Sintetico ed orgoglioso, il Presidente Bigger ci spiega come opera la società in tema di mercato dei propri tesserati: “ In dieci anni abbiamo creato una piattaforma
che ci ha permesso di trovare uno spazio sempre maggiore all’interno delle
società professionistiche svizzere. Il FC Wil non ha osservatori che lavorano
solo per il club. Abbiamo delle persone di fiducia che quando pensano di avere
individuato un giocatore che faccia al caso nostro ce lo propone. Grazie alla
loro competenza sono arrivati al Bergholz giocatori che ci hanno permesso di
crescere e di sviluppare la nostra idea di fare calcio. Nel nostro staff tutti
sono professionisti, dai tecnici fino all’equipe medica. Inoltre, la scelta di
integrarci con altre realtà locali all’interno della “Future Champs
Ostschweiz”, ha permesso di migliorare la crescita dei nostri giovani
calciatori”
.

Soltanto negli ultimi tre anni, ma la lista delle stagioni
precedenti non è meno prestigiosa, il FC Wil ha scoperto o lanciato nel calcio
professionistico almeno una dozzina di giocatori. Si pensi ai portieri Faivre, Taini,
ai difensori Schär (Basilea), Sarr (Lucerna), ai centrocampisti Muslin (tornato
lo scorso anno da Losanna), Schönenberger (San Gallo), Fejzulahi (Sciaffusa) e
ben cinque attaccanti Lezcano (Lucerna), Anatole Ngamukol (GC), Cavusevic (San
Gallo), Jahovic (nazionale macedone, ancora a Wil ad inizio stagione e poi nuovamente ceduto) e  Mouangue Otele (Lucerna). Axel Thoma ha
sempre sostenuto che il successo di un allenatore vada di pari passo con una
collaborazione efficiente con il proprio Direttore Sportivo: a Wil si tratta
della stessa persona e il dibattito a proposito è sempre stato aperto. Più in
generale appare però chiara e limpida la capacità del club di muoversi sempre al
meglio, sostituendo i migliori giocatori con altri in grado di rimpiazzarli a
volte con maggior successo. Chiaro altrettanto – valga quale esempio
soprattutto in Ticino – che se uno staff è in grado di mantenere uno standard
di rendimento da alta classifica con questa politica, significa che per
fortuna, il calcio, offre ancora a chi sa lavorare una sana fonte di
soddisfazione. E per non lasciare incompleto il discorso, rendiamo omaggio ad
altri calciatori lanciati dal FC Wil che in tempi e modalità precedenti a
quelle attuali, ha saputo valorizzare il proprio intuito con Marco Haemmerli,
Daniel Lopar, Kristian Nushi, Elsad Zverotic, Samel Sabanovic, Ifet Taljevic
(scovato nelle leghe amatoriali tedesche), Stipe Matic, Lukas Schenkel, Silvio
Carlos de Oliveira, Jerome Thiesson, Adrian Winter e Roberto Rodriguez. 
Nomi
presi con un certo criterio proprio perché scoperti, valorizzati o formati
proprio dallo staff tecnico del club sangallese che proprio nell’ultima partita
ha fatto debuttare un’altra giovane promessa: Dario Koller (classe 1993). Piace
pensare che fra qualche tempo – pura fantasia – la SFL assegnerà al FC Wil un
titolo “per alti meriti in campo sportivo e sociale”. Magari non userà proprio
questi termini, anzi, sulla pergamena, scriverà “per i risultati ottenuti in
campo calcistico negli ultimi dieci anni”. Fra qualche tempo – forse meno
improbabile – la SFL
costringerà tutte le società ad imitare il modello Wil. Quello da poco iniziato,
rischia di essere un anno di decisioni e grandi turbamenti. In Ticino stiamo
assistendo ad una gara di ipocrisia, ad un lavarsi le mani davanti al disagio
di un settore che non riesce più ad attrarre (nuovo) pubblico ed attenzioni che
meriterebbe per quanto in grado di produrre a livello tecnico. Quello che ne
uscirà dovrà in qualche modo rappresentare una via d’uscita, uno sbocco verso
nuovi giorni per stracciare la fotografia di questo periodo di evidente crisi.
A Wil ci sono arrivati da un pezzo. Perché progettualità e pazienza non devono
essere solo delle belle parole. (DP)

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