Russia 2018, la Corea si punisce da sola, reagisce troppo tardi e il Messico ne approfitta

scritto da Claudio Paronitti
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Alla “Rostov Arena” di Rostov sul Don il Messico supera per 2-1 la Corea del Sud, che regala il secondo rigore (dopo quello alla Svezia) in due partite e si fa sorprendere in contropiede

La Corea del Sud non è la Germania. Il Messico lo constata sulla propria pelle, o per meglio dire sulle proprie caviglie, nei primi tre minuti con altrettanti falli commessi dagli uomini di Shin Tae-Yong. Ne fa le spese Hirving Lozano, l’autore del gol-partita che ha messo in ginocchio i tedeschi sei giorni or sono. Le “Tigri Asiatiche” decidono di metterla sul fisico, spezzettando così il gioco centroamericano che risulta, a ovvia ragione, tutt’altro che corale e bello da vedere.

Dopo 22 minuti di totale assenza in zona offensiva, gli asiatici si fanno vedere con il loro giocatore più rappresentativo, Heung-Min Son, l’attaccante del Tottenham Hotspur. Il 25enne prova a mettersi in proprio, cercando per ben tre volte una conclusione che viene sempre ribattuta. Sul calcio d’angolo successivo Sung-Yong Ki colpisce di testa costringendo Guillermo Ochoa alla deviazione.

Passata la paura, il Messico si butta in avanti e si procura un calcio di rigore grazie all’ingenuità di Hyun-Soo Jang, che blocca con il braccio alto un pallone calciato verso il centro dell’area. L’arbitro serbo Milorad Mazić indica immediatamente il dischetto, su cui si presenta Carlos Vela. Il centravanti del Los Angeles FC spiazza Hyun-Woo Cho e indirizza l’incontro sui binari bianco-verde-rossi. I messicani provano a chiuderla in anticipo, ma il piattone di Miguel Layún dai sedici metri viene spizzato in angolo da Cho. Prima della fine del primo tempo c’è l’occasione di ammirare la classe di Lozano. Il calciatore del PSV Eindhoven si costruisce un tiro dribblando tre difensori, mandando però il pallone in curva.

Solo l’imprecisione non permette ai messicani di rimpinguare il vantaggio. I tentativi di Lozano e Javier Hernández terminano tra le braccia del pubblico assiepato dietro la porta di Cho. I coreani reclamano un tiro dagli undici metri per un presunto tocco con la mano di Carlos Salcedo. Mazić lascia giustamente correre, in quanto il braccio del difensore dell’Eintracht Francoforte è attaccato al corpo. Ki, attaccante dello Swansea City, prova a impensierire Ochoa con un tiro di controbalzo, sul quale il numero uno del “Tricolor” interviene in due tempi. Il Messico va a un passo dal due a zero con il mancino a giro di Andrés Guardado, che impegna Cho. Il portiere 26enne in forza al Daegu non può nulla sul perfetto contropiede messo in atto dalla selezione messicana. Il marcatore è Chicharito Hernández, che sigla così il 50° gol in 104 presenze con la maglia della sua nazionale. L’avvio dell’azione è però viziato da un fallo di Edson Alvárez non ravvisato da Mazić.

I sudcoreani sembrano non avere più argomenti. Solo un errore in fase di impostazione dei messicani permette loro di crearsi, un po’ per caso, l’ultima chance di riaprire la contesa. L’imperizia di Son, però, mantiene il doppio svantaggio su sponda asiatica. Un rilassamento pericoloso per la squadra di Juan Carlos Osorio, che recepisce il messaggio, non si distrae più fino al terzo dei cinque minuti di recupero, quando Son fa partire un sinistro stupendo che fulmina un incolpevole Ochoa. La reazione è però tardiva e il Messico porta così a casa tre punti importantissimi in chiave qualificazione agli ottavi di finale. Per le “Tigri Asiatiche”, invece, il Mondiale è agli sgoccioli.

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