Nazionale Svizzera A, Roman Bürki: «Desideravo una chiamata per un match importante. Purtroppo, non è mai arrivata…»

scritto da Claudio Paronitti

Roman Bürki (a destra) – © FreshFocus/sport.ch

Il rapporto tra Roman Bürki e la Nazionale Svizzera non è idilliaco e, dopo i Campionati del Mondo del 2018 in Russia, esso si è incrinato ulteriormente

Ora, a un anno e mezzo di distanza in cui, a suo dire, si è preso una pausa per dedicarsi completamente al suo club di appartenenza, il Borussia Dortmund, con il quale ha fornito ottime prestazioni, ma anche proposto qualche svarione di troppo, l’estremo difensore si esprime a ruota libera in un’intervista rilasciata al Blick, che lo ha raggiunto nella città in cui il 29enne vive.

«Nei sei anni trascorsi in rossocrociato ho disputato nove incontri. Alla fine, è stato più un dovere che un potere. Contro avversari come San Marino, Panama o Andorra, dove i titolari vennero risparmiati, non fu di molto riguardo. Da queste partite non si ha molto da vincere. Se mantieni inviolata la porta, tutti dicono: “d’accordo, contro di loro si deve respingere ogni attacco e non subire reti”. Sono sempre stato orgoglioso di vestire la maglia rossocrociata. Avrei tuttavia semplicemente desiderato una chiamato per una sfida importante. Purtroppo, non l’ho ricevuta… Vladimir Petković? È un bravo allenatore, ma in fatto di comunicazione pecca in diversi aspetti. A volte, ho avuto la sensazione che discutere in idiomi differenti giocasse un ruolo fondamentale».

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