MY LIFE: questa mia vita (9)

scritto da Davide Perego

Nel Dicembre del 2007, leggendo non so cosa, ho trovato questa frase, finita poi sul mio diario della vita: “Il Super Tele era un gioco, prima di essere un pallone”. Resterà una citazione anonima perchè probabilmente trovata in un forum di tifosi ed appartenente ad un nickname.

Il Super Tele è stato prima di tutto il simbolo di un luogo oggi scomparso nell’ideale ludico dei ragazzini tecnologicoidioti: il cortile. Il parchetto per quelli di zone residenziali “più meglio”. L’oratorio quale luogo proletario ideale per sfruttarne le potenzialità.

Con il Super Tele anche Don Angelo diventava Don Givens (sbizzarritevi su Google voi giornalisti seri che noi poveri giornalai non ne abbiamo bisogno) e un piede a ferro da stiro si trasformava grazie alle ingiuste traiettorie in un velluto.

Il mio Wankdorf era un cortile immenso nel quale giocavo spesso da solo con un Super Tele giallonero che nel mio immaginario era il pallone ufficiale dello Young Boys. Per la primavera avevo creato un impianto audio che mi permetteva di fare riscaldamento con una base musicale: ricordo che già grandicello avevo registrato su audiocassetta “The Logical Song” dei Supertramp.

Il rito durò a lungo perchè quando tutti iniziavano ad uscire la sera con le ragazze io dovevo giocare i playoff: primi sintomi di una malattia purtroppo non diagnosticata dai miei distratti genitori. Fatto è che probabilmente tra il ’75 ed il ’79 ho battuto il record regionale di Super Tele bucati dal morso di un cane che in un modo o nell’altro riusciva ad evadere dal suo recinto per cercare un po’ di gloria sulla ghiaia del Wankdorf. Ginocchia sbucciate oggi ce ne sono molte meno e il Super Tele è un ricordo per una generazione persa nel traffico di anni senza fiato.

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