Lugano, passo dopo passo per arrivare alla miglior forma

scritto da Claudio Paronitti

Il punto conquistato a Thun, che fa seguito a quello contro il Grasshopper, dev’essere visto in maniera positiva in casa Lugano

Come affermato da mister Guillermo Abascal al termine della gara, “voglio vedere il bicchiere mezzo pieno”. Il pareggio nell’Oberland è stato guadagnato con le unghie e con la forza del collettivo, anche se a volte le amnesie sono rimaste.

Il processo di crescita della squadra passa anche, e soprattutto, dagli errori individuali. Riuscendo, però, a rendersene conto per migliorare arriverà anche il momento dove tutto funzionerà al meglio e le dimenticanze faranno parte del passato.

Un esempio su tutti si è vissuto al minuto 85, quando Dragan Mihajlović ha sbagliato la diagonale, lasciando Dominik Schwizer libero di calciare. Il terzino destro luganese, conscio di aver commesso uno sbaglio, si è avventato come un falco per ribattere la conclusione dell’avversario. E così è stato, con la palla che, deviata, è finita in calcio d’angolo.

Se non avesse avuto la forza di volontà necessaria in questi casi, non sarebbe mai arrivato sul pallone e, ora, saremmo qua a parlare di disastro difensivo. Un reparto arretrato che, invece, ha retto bene grazie all’inserimento – con appena quattro allenamenti sulle spalle – di Mijat Marić, già leader, al fianco del bomber Fabio Daprelà, della squadra.

Le doti del neo-arrivato non sono in dubbio, anzi. Con la sua esperienza, saprà essere d’aiuto a tutti i compagni in una stagione iniziata al rallentatore (in termini di punti) e la cui ruota dovrà, giocoforza, girare a favore nell’immediato. Già a partire dall’incontro casalingo di sabato contro l’ostico Zurigo.

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