Il campione canadese e… quei giudizi affrettati

scritto da Davide Perego
di Giampaolo Giannoni
«Ogni tanto mi prendo del tempo per un po’ di cultura. Ad
esempio vado a vedere le partite dei Canadiens». Non è un lapsus quello di
Marco Schaellibaum mentre passeggiamo per le stradine del Vieux Montréal alla
ricerca di un angolo per l’intervista televisiva. A Montreal l’hockey è
cultura, anzi, religione. La città vive per i Canadiens, seguiti in diretta da
una miriade di radio e televisioni anche solo per i riscaldamenti mattutini.

Poco, di conseguenza, lo spazio per il calcio che sgomitando
e scalciando sta cercando un posto al sole, forte dei risultati della squadra
di Schaellibaum da un lato, dei nomi importanti che gli Impact possono mettere
in campo dall’altro. Con Marco Schaellibaum in panchina è arrivato intanto il
primo trofeo, la Coppa
di campione canadese, vinta in finale su Vancouver, che ha aperto le porte
della Champions League nord e centro americana alla squadra del Quebec.

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