Fischer: il valore della maglia non appartiene al calcio moderno

scritto da Davide Perego

GINEVRA – Didier Fischer – il Presidente del Servette – ha rilasciato nei giorni scorsi una bella intervista alla TDG. Prima di tutto, il numero 1 di casa granata, ha voluto confermare che dopo un inizio di secolo veramente complicato e travagliato, il club sta ora vivendo una fase di graduale ricostruzione sulla base di sponsorizzazioni che non hanno motivo di mettere pressione in termini di risultati e che stanno garantendo alla società un percorso di comune intento basato sulla serietà e sulla stabilità.

E’ chiaro che dopo l’inattesa ottima seconda fase della scorsa stagione ci si attenda ora una conferma che possa portare la squadra ad avere anche una stabilità di risultati sul campo. A Ginevra non si è mai parlato di promozione: quello lo hanno fatto prevalentemente a Neuchatel (in maniera convinta), lo sognano ad Aarau (quelli poco realisti) e lo potrebbero immaginare a Sciaffusa (realtà molto simile a quella ginevrina per potenzialità ed attuale disponibilità).

Intanto – finalmente – il SFC si è liberato di pesanti contratti ereditati dalla gestione Hugh Quennec ed ha risolto in settimana la problematica legata alla situazione di ovvia incompatibilità tra le necessità di JPN e quelle di Meho Kodro: risultato ovvio è stato quello di accelerare i tempi della gestione dell’attaccante francese allo Young Boys. Una soluzione che Didier Fischer ha definito inevitabile alla luce del rapporto che si era spezzato tra il giocatore ed il resto del gruppo/staff.

Piace il ragionamento di Fischer che con estrema sincerità ha fatto notare ai numerosi scontenti che l’attaccamento alla maglia è un valore che nel calcio moderno conta sempre di meno. E’ per questo che a Ginevra il SFC sta cercando di lavorare sulle qualità umane dei giocatori: un metodo che spesso può portare anche ad età avanzata a ritrovarsi un giocatore ancora in grado di stupire.

All’atto pratico, la partenza di Nsame cambia non solo le quotazioni del Servette, ma in generale incide sulla geografia del calcio di Challenge League.

Il Servette è dunque alla ricerca di un attaccante, ma già nei giorni scorsi si stava puntando con insistenza all’ingaggio anche di un difensore centrale. Se per quanto riguarda il difensore siamo ai dettagli, la pista che porta ad una punta centrale è ancora tutta da percorrere, considerando che la soluzione Pak – via Losanna – sembrerebbe scemata.

Questa sera alla Praille arriverà un Chiasso che allo stato attuale ha manifestato di essere ancora in via di costruzione da parte del nuovo allenatore Guilermo Abascal. Un processo che probabilmente richiederà ancora un po’ di tempo. Dalla parte del Chiasso – che non vince la prima partita di un campionato cadetto dal 2003 – c’è però la tradizione tutto sommato non irrilevante di squadra che riesce sempre a stupire il primo giorno di scuola: a suon di pareggi, gli ultimi 14 anni di campionato sono iniziati per i rossoblù meno peggio di quanto si è sempre andati scrivendo alla vigilia.

Servette-Chiasso (ore 19.00) sarà seguita da CHalcio.com con aggiornamenti ed approfondimenti.

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