FC Lugano, l’analisi post-Grasshopper: una partenza «a handicap» già rischiosa per il cammino del futuro prossimo

scritto da Claudio Paronitti

L’abituale complicata sfida stagionale con il Grasshopper ha portato il Lugano a rimanere fermo al palo anche dopo i novanta minuti disputati sotto le volte del Letzigrund, teatro di due incontri di Credit Suisse Super League nel breve volgere di ventidue ore circa

Lo sottolineiamo subito: dopo centottanta minuti non è il momento per una sentenza definitiva di qualunque tipo. Tuttavia, zero punti conquistati contro avversari decisamente abbordabili come Sion e Grasshopper non sono l’avvio beneaugurante che tutti si attendevano da una squadra capace di incantare a metà maggio con la conquista dell’Helvetia Coppa Svizzera e che ora appare un po’ spaesata, alla luce delle incredibili amnesie che hanno di fatto determinato la battuta d’arresto con i dirimpettai zurighesi. Gli uomini di Giorgio Contini, al debutto in campionato, si sono dimostrati squadra solida e poco propensa a offrire gioco, giostrando spesso in contropiede. Questo aspetto li ha resi imprevedibili a un avversario che non è riuscito in particolare a bloccare il talento di Giotto Morandi, autore dei due assist decisivi per i sigilli di Hayao Kawabe.

A preoccupare su sponda bianconera è il classico fattore del cinismo sotto porta. Non lo scopriamo di certo in questa torrida estate, ma i protetti di mister Mattia Croci-Torti non possono arrivare alla conclusione diciannove volte trovando lo specchio della porta in sole cinque occasioni, la maggior parte delle quali affatto pericolose. In termini di paragone, le Cavallette hanno calciato a tredici riprese, con sei tiri che hanno inquadrato la porta. Un dato statistico che lascia il tempo che trova, ma che è però significante laddove il risultato finale non sia di proprio gradimento. E così, oltre a un miglioramento nelle marcature difensive (parecchio ballerine sulle sponde della Limmat), ai ticinesi è richiesta nell’immediato una chiara inversione di tendenza nel rapporto chance-tiri-gol. Perché questa partenza «a handicap» potrebbe già essere rischiosa per il cammino futuro di una stagione avviata con il piede sbagliato.

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