Europa League, il grande problema del Basilea nello «spostarsi» in Croazia e sottoporsi in seguito alla quarantena di 10 giorni

scritto da Claudio Paronitti

A inizio settimana, l’urna di Nyon ha riservato al Basilea, impegnato nel secondo turno di qualificazione alla prossima edizione di UEFA Europa League, l’Osijek, un avversario ostico ma abbordabile

Il problema che si pone ora non è tanto la formazione che i renani andranno ad affrontare, bensì il luogo di disputa della sfida: la Croazia. Da domani, lunedì 7 settembre 2020, il Paese balcanico entrerà nella lista delle nazioni «a rischio» emanata dal Governo Federale di Berna. Come conseguenza, chi si recherà lì, al suo ritorno dovrà osservare un periodo di quarantena di dieci giorni.

La situazione è decisamente delicata, perché la Raiffeisen Super League inizierà tre giorni dopo la prima partita europea dei rossoblù. Qualora si dovesse effettivamente giocare in Croazia, il Basilea non potrebbe affrontare il Vaduz e posticipare il debutto nella nuova stagione nazionale. Stando al quotidiano locale Basler Zeitung, tuttavia, la UEFA è alla ricerca di una soluzione ed è in costante contatto con le autorità elvetiche e croate. Considerato che i match a livello continentale vengono disputati a porte chiuse, è possibile che l’incontro avrà luogo in territorio neutrale (magari in Austria, Paese a «metà» tra Svizzera e Croazia, per non fare torto a nessuno).

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