Ecco cosa succede quando si usa una comunicazione errata con un giovane calciatore

scritto da Walter Savigliano

Da quando sono sui campi di calcio, sia come allenatore, sia come giornalista, sia come semplice spettatore, purtroppo sento troppo frequantemente molte imprecazioni nei confronti dei giovani calciatori.

Ci sono allenatori, dirigenti, presidenti e pseudo esperti di calcio che si permettono addirittura di giudicare un giovane calciatore, fatto gravissimo se è molto piccolo, commentando qualche gesta del ragazzo come “dove vai che sei scarso”, oppure “dove vuoi andare con quei piedi”, oppure “hai due piedi come due mattoni”. Soffermiamoci su queste frasi, che per qualcuno potrebbero essere senza significato e valutiamo alcune ipotesi.

Premessa doverosa: da 0 a 6 anni i bambini sono come spugne, assorbono ogni cosa, ciò che dicono e fanno i genitori, i nonni, i parenti, ecc., e passata questa età, in un modo o nell’altro, iniziano a muoversi da soli nel mondo esterno come giocare a calcio in una squadra, con altri bambini o ragazzi con ciò che hanno imparato a casa. Il mister è anch’essa considerata una figura di riferimento ed il suo esempio sarà decisivo per il bambino, specialmente se davvero piccolo, sia posivitamente che negativamente.

Ipotesi 1. Bambino di 8 anni, Allievo E, fa un tiro sbilenco e il mister o un dirigente da fuori gli dice cha ha due piedi come due mattoni.

Vediamo l’evoluzione dell’ipotesi 1.

  1. I genitori hanno inculcato al bambino la voglia di fare, di cercare sempre il meglio, di apprendere in modo pratico ogni cosa manuale con una buona autostima (genitori positivi) => il ragazzo sente quelle parole (mister negativo e giudicante), e si sprona sempre di più per fare meglio perché cosi gli hanno insegnato, non gli interessa altro, lui vuole migliorare, perché è questo l’esempio che ha appreso a casa sua, con la sua famiglia. Il mister glielo ripete varie volte, può essere che il bambino dica ai genitori tutto questo (in contrasto con i loro insegnamenti) ed i genitori successivamente vorranno parlare con il mister per chiarire. E se il mister sa cosa significa, cambia strategia e da ora in poi niente giudizio. Altrimenti nasceranno attriti tra mister, genitori e società e il bambino non starà bene, smetterà o cambierà società.
  2. A casa del bambino la situazione è difficile, i genitori litigano spesso, il padre insulta la madre (o viceversa), al bambino viene sempre detto di stare zitto (genitori negativi) => il ragazzo sente le parole del mister e si demoralizza (mister negativo e giudicante), allora i miei genitori hanno ragione, devo stare zitto anche in campo, sono proprio un fallito, non arriverò da nessuna parte. In questo caso, il peggiore, il bambino diventerà un ragazzo e per lui in automatico il comportamento dei genitori e del mister sarà quello corretto e diventerà come loro, smetterà di giocare o cambierà società per l’ennesima volta. E sarà un fallito a vita, sempre che non se ne renderà conto da solo e riuscirà a intraprendere un cammino diverso e positivo con il passare degli anni. Altra possibile evoluzione estrema, i suoi compagni di squadra sono anche i suoi compagni di scuola e anche li sentirà le stesse parole del mister e dei genitori, nella speranza che gli insegnanti facciano meglio…
  3. I genitori hanno dato al bambino la voglia di fare, di cercare sempre il meglio, di apprendere in modo pratico ogni cosa manuale con una buona autostima (genitori positivi) => il mister capisce che il bambino è in difficoltà (mister positivo), lo aiuta con parole motivanti, cerca di indurre in bambino a fare meglio con frasi “cerca di capire come puoi fare meglio”, gli fa i complimenti se fa qualcosa di positivo e lo prende da parte se deve dargli qualche indicazione per migliorare. In questo modo il bambino ha due esempi simili, genitori e allenatore, questo sarà un ottimo stimolo per il bambino e da grande potrà essere certamente un ottimo cittadino.
  4. A casa del bambino la situazione è difficile, i genitori litigano spesso, il padre insulta la madre (o viceversa), al bambino viene sempre detto di stare zitto (genitori negativi) => il mister intuisce che il bambino è chiuso, non parla molto, dunque lo prende da parte e lo incita (mister positivo), lo aiuta e gli fa i complimenti per il suo gesto tecnico davanti ai compagni. Lo prende da parte per qualche suggerimento e gli chiede cosa è meglio per lui. Ora il bambino sa che il mister lo sostiene, a casa meno, e non vedrà l’ora di andare a giocare a calcio. Potrebbe anche essere che l’esempio positivo del mister sul ragazzo migliori la situazione a casa.

Ipotesi 2. Ragazzo di 15 anni, allievi B, fa un gesto sbagliato e il mister gli dice che è scarso. Le risposte sono come le precedenti, con una differenza importante. Sono 15 anni che apprende le stesse cose dai genitori e dai precedenti mister, tutto è molto più radicato in lui, sia in positivo che in negativo.

  1. Con genitori positivi, il ragazzo sa già come deve fare e cosa vuole, le sue direttive interne avranno un’impronta maggiore più potente, visto l’età. Un mister negativo e giudicante sarà in difficoltà con questo tipo di ragazzo. Qui i fattori sono tanti per il giovane calciatore, divertimento, amici, altri insegnamenti, vittorie e sconfitte, le soluzioni possono essere tante, di sicuro quel mister non verrà ricordato positivamente.
  2. Con genitori negativi, il ragazzo avrà seri problemi di comportamento in squadra, di relazione e di educazione. Un mister negativo e guiudicante rafforzerà un suo stato d’animo già fortemente improntato negativamente e da grande potrà avere seri problemi nella società, nella scuola e nel lavoro.
  3. Con genitori positivi e mister positivo non si potrebbe andare meglio. Tutti lavorano e comunicano nello stesso modo, il ragazzo sta bene e ogni momento sportivo diventa un pezzo di crescita personale e sportiva importante.
  4. Con genitori negativi, il lavoro di un mister positivo con un ragazzo di 15 anni diventa estremamente importante. Per il mister è una sfida, diventa importante aiutare quel ragazzo, deve essere molto attento nella sua comunicazione, il giovane calciatore ha un background che potrebbe andare in contrasto con il mister, che si rende conto che la questione è delicata. Se lui non riesce deve comunque rivolgersi a persone competenti in materia.

Ora ci possiamo rendere conto come da una piccola frase come “hai due piedi come mattoni”, si possano avere risultati veramente dannosi per il ragazzo, figuriamoci se addiruttura dalla bocca del mister uscirebbero insulti o imprecazioni dirette al giocatore.

Il mister non deve sostituirsi al genitori, sono due ruoli diversi, ma entrambi hanno lo stesso dovere, insegnare il vero sport ad un altro essere umano che sta per diventare adulto, con l’esempio, con la pratica, sperimentando, sempre con gentilezza e rispetto verso le persone e le cose. E se il bambino o il ragazzo è reattivo, trasmetto ciò che “sente” in campo (lo ha detto il mister), a casa e chissà, si potrebbe aiutare anche la famiglia..

Tutti sappiamo che non è facile, ma se decidiamo di fare un lavoro con dei piccoli o giovani sportivi, è necessario lavorare bene con la comunicazione e con il cuore, cercando di apprendere nuove soluzioni, non solo di tattica, ma anche di comunicazione e atteggiamento positivo. Inoltre, se i mister sono focalizzati sulla crescita dei ragazzi e non sulla vittoria, le cose andrebbero sicuramente già meglio e la vittoria sarebbe un’altra..

Naturalmente, tutto ciò vale per ogni situazione in cui ci sia un adulto che insegna a bambini o ragazzi, sport, scuola, lavoro e famiglia..

Quando alleni un ragazzo di 12 anni e lo ritrovi a 18 in prima squadra e ti dice “Mister, mi ricordo che lei diceva che non si può dire – non ce la faccio, ma si deve dire come posso fare -” significa che gli hai dato un’ottima impronta per la vita..

Walter Savigliano

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