Bordogna: ” Sarebbe un sogno giocare la finale di coppa e ottenere la salvezza”

scritto da Riccardo Vassalli
di Riccardo VassalliApprofittiamo della noiosa, e interminabile, sosta natalizia per scambiare qualche parola e opinioni con i protagonisti dei vari campionati locali. Con Simone Bordogna, del Rancate, abbiamo voluto tracciare un bilancio di questo 2015 e svelato le attese per il girone di ritorno. Tra la rincorsa alla salvezza, obbiettivi personali, sogni ed emozioni; queste le risposte del difensore verde-nero.

Al giro di boa, erano in preventivo queste difficoltà? Ci sono mancanze che si sono fatte sentire maggiormente?
“Direi in parte si e in parte no. Nel senso che ci aspettavamo di fare meglio sul piano dei risultati, soprattutto in campionato, dove con le squadre di media classifica non siamo riusciti ad imporci nel gioco e quindi ad ottenere i punti per essere in una posizione più tranquilla. Le difficoltà principali sono state quelle di non aver sostituito a dovere dei veri e propri leader, come lo erano Russo e Recalcati. Sia in campo che nelle spogliatoio sono due giocatori che erano davvero tanto importanti per il gruppo.”
 
Per ottenere la salvezza cosa occorre in più al Rancate?
“Sicuramente la rosa nel girone di ritorno avrà dei cambiamenti, abbiamo avuto più tempo rispetto a quest’estate per costruire una squadra diversa, e secondo me, più forte.  Inoltre rispetto all’andata dovremo migliorare l’aspetto mentale, che reputo fondamentale per potersi salvare.  Abbiamo un gruppo giovane che deve maturare definitivamente e capire che senza la l’umiltà e la professionalità non si ottengono i risultati.”
Come procede il tuo doppio ruolo vice allenatore-giocatore? Difficoltà particolari?
“Contrariamente a quanto deciso in estate, nel girone di andata ho fatto solo il giocatore. Viste le difficoltà trovate nel costruire la squadra il mister mi ha chiesto la disponibilità di continuare a giocare ancora per qualche mese e mi sono messo volentieri a disposizione. Mi sembrava scorretto nei confronti della squadra essere un allenatore-giocatore. Dal girone di ritorno appenderò gli scarpini al chiodo e sarò al fianco di mister Gaffuri e di Caserta. Saranno sei mesi nei quali cercherò di apprendere il più possibile e di togliermi qualche bella soddisfazione.”
A livello personale quale desiderio vuoi esprimere per il tuo 2016?
 
“A livello personale non posso chiedere di meglio di quando già ho. Ho una bella famiglia, la salute, faccio ciò che mi piace… magari arriverà un bambino!  Per quanto riguarda il calcio, sarebbe un sogno arrivare a giocarci la finale in coppa Ticino e salvarci.”
Tempo di pagelle, che voto dai alla tua andata? Cosa ti porterai sempre con te e cosa vuoi dimenticare il prima possibile?
“Credo che ogni avvenimento, bello o brutto che sia, possa lasciarti dentro qualcosa.  Io sono una persona molto autocritica con me stesso e quindi mi do un 3 e mezzo. Credo che il calcio sia onesto e, nonostante il buon lavoro che stiamo facendo, la classifica dice che siamo penultimi e dovremo dare il massimo per mantenere la categoria.”



Per concludere, alla luce di quanto successo qualche mese fa; c’è qualcosa che vorresti ancora dire?

” Ultimamente vedo che a Mendrisio il calcio e la politica viaggiano a braccetto. Sono dell’idea che non bisogna entrare nel calcio per guadagnare qualche voto in più. Se dovessi entrare in politica farei solo dei gran casini. Non voglio fare nessuna polemica, ma tranne Omar Croci e il Presidente Engel, penso che altri membri si siano vendicati nei miei confronti per problemi avuti magari con mio papà durante la sua presidenza. Ma va bene cosi: nel mio cuore ci sarà sempre spazio per le emozioni vissute e le persone con cui ho condiviso questo percorso. Approfitto di questa occasione per ringraziare ragazzi, responsabili e allenatori del settore giovanile del FC Mendrisio per tutto quello che mi hanno dato in questi anni. Io, come nessuno, il Mendrisio l’ho nel cuore.”

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