Allievi C1: esperienza indimenticabile per il FC Mendrisio

scritto da Davide Perego

Tutto il male finisce qui. Sarà….

Intanto, è certo che almeno per una volta inquietudine e sofferenza abbondano più del racconto di un torneo di calcio, il cui finale imprevedibile, ha commosso e unito ancor di più una comitiva partita spensierata per godersi le emozioni di una manifestazione internazionale come la “Bayern Soccer Cup” di Monaco. ” Per prima cosa vorrei parlarti dell’ultima cosa che abbiamo fatto, la visita al campo di concentramento di Dachau. È stato un momento piuttosto toccante, sentito e condiviso da parte di tutti e sicuramente ha lasciato un segno dentro il cuore dei ragazzi. Al di là della storia, quello che si respirava all’interno del campo era un senso di tristezza, un clima “freddo” (non solo perché era coperto e nevicava). Durante la visita abbiamo potuto vedere un filmato piuttosto crudo, ed in sala regnava un silenzio tombale”.
Simone Bordogna – tecnico dei giovani Allievi C1 del FC Mendrisio – risponde alle nostre richieste sul torneo partendo dal viaggio di rientro. Una scelta che ancora per una volta non rende vano e stupido il nostro mondo di “chalcio e (piccoli) chalciatori” che inseguono un sogno a cavallo tra realtà e fantasia. Realizzando quello che per qualsiasi formatore meno carismatico sarebbe rimasto con ogni probabilità una specie di sogno nel cassetto, Bordogna ha portato il suo Mendrisio a Monaco di Baviera a confronto con realtà suggestive. Un torneo fatto di alti e bassi e viziato nella forma da una concentrazione di partite che ne ha condizionato anche i risultati.
” Sono molto soddisfatto. Abbiamo giocato contro squadre di 2000 “pure”, con la nostra mista 2000/2001, ottenendo un importante terzo posto. Dopo la prima giornata con un pareggio (3-3 con il Silea Treviso) e una vittoria (5-0 con i tedeschi dello SV Gunding), ci siamo trovati al secondo posto con quattro punti. Il torneo prevedeva la qualifica di tutte le prime di ogni girone più la miglior seconda di tutti i gruppi. La domenica ci siamo trovati ad affrontare una sorta di finale contro l’Arcellasco Como, primo con sei punti. Dopo un primo tempo di studio, abbiamo sbloccato il risultato ad inizio ripresa e poi con il coltello tra i denti ci siamo tenuti stretti la qualificazione in un finale di partita molto particolare”.
Una formula che ha penalizzato chi come i momò ha dovuto affrontare tre partite una dietro l’altra nello spazio risicato di poche ore. In realtà, nessuna particolare recriminazione nei riguardi dell’organizzazione e nemmeno troppo rammarico per l’esito della semifinale.
” Nella semifinale ci siamo trovati di fronte la squadra dell’Arezzo (vincitrice del torneo); purtroppo siamo arrivati un po’ “svuotati” dalla partita precedente e abbiamo giocato male, anche per colpe mie. Forse ho letto male la partita. Senza però accampare scuse, la squadra italiana è stata nettamente superiore e ha meritato di vincere il torneo. La finale per il terzo posto l’abbiamo giocata sui nostri livelli standard offrendo un bel calcio e prendendo gradualmente la meglio nei confronti dei padroni di casa del FC Teutonia München”.

Il senso sportivo e “didattico” della manifestazione ha ripagato lo staff ed il club ticinese della scelta fatta. L’esperienza è stata valutata complessivamente positiva così come l’opportunità di confrontarsi ad un livello di competizione medio-alta. 

” Il livello del torneo è stato buono, soprattutto da un punto di vista fisico-tattico, cosa che al di là del risultato – che fa sicuramente piacere – ci ha permesso di crescere sotto l’aspetto caratteriale e di mentalità : qualità fondamentali per chi gioca in una società come la nostra. Come ho ripetuto più volte ai ragazzi, giocare nel FC Mendrisio deve essere motivo di orgoglio. Bisogna essere fieri di indossare la maglia a scacchi bianconera per la storia che essa ha avuto e per il presente che rappresenta una seria realtà nel panorama non solo Ticinese. Credo che alcuni dei miei ragazzi – nel giro di qualche anno – possano arrivare in prima squadra, anche perché è mia premura cercare di trasmettere quella mentalità da “tifoso-ultras” e di amore che ho personalmente per questi colori”. (dp)

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