Terza Lega 1: Maroggia, le prime parole di mister Pedrini “Scrivilo: a giugno saremo salvi”

scritto da Roberto Colombo
Mister Alfredo Pedrini, neo allenatore del Maroggia, chiamato dai gialloneri per raggiungere la salvezza nel gruppo 1 di Terza lega come c’era riuscito l’anno scorso al Ceresio subentrando in corsa a gennaio

Il neo allenatore giallonero: «Mi ha convinto Maiorano parlandomi del gruppo e della società. Non ci saranno rivoluzioni. Con me tutti i giocatori partono alla pari. Unica ricetta, lavorare più delle altre squadre. Al Ceresio sapevo da ottobre che sarebbe entrato un nuovo gruppo, avevo dei sospetti che la mia posizione fosse a rischio, ma ero stato confermato. Il campionato lo vince il Ligornetto o il Monteceneri»

CASTEL S.PIETRO – Intervista ad Alfredo Pedrini, neo allenatore del Maroggia (Terza lega, gruppo 1). Pedrini, dopo l’impresa dello scorso campionato in cui era riuscito a salvare il Ceresio subentrando in panchina da gennaio, quest’anno alla guida proprio dei biancorossi ha chiuso il girone di andata del gruppo 1 di Terza lega al terzo posto -5 dalla capolista Basso Ceresio. Nelle passate stagioni ha allenato Villa Luganese e per diversi anni il Lema

CHALCIO – Ciao Alfredo, partiamo dalla fine: cosa ti ha convinto ad accettare il Maroggia e cosa speri di trovare? Cosa significa per te il Maroggia?

Alfredo Pedrini: «A me piace allenare, lo faccio con passione, e devo confessare che quando è arrivata la chiamata del Maroggia sono stato molto contento. Ho accettato quasi subito perché la prospettiva di stare fermo sei mesi non mi sarebbe piaciuta. Avevo ricevuto anche un’altra proposta, sempre da una squadra di Terza lega, ma ho preferito il Maroggia perché mi avevano chiamato alcuni ragazzi della squadra dicendomi che sarei stata la persona giusta per la salvezza. Ma devo confessare che alla fine chi ha convinto è stato Thomas Maiorano, è stato lui a spiegarmi con precisione cosa avrei trovato, la qualità, lo spirito e la serietà del gruppo e della società. E niente, alla fine è stato Maiorano a farmi dire di sì».

CHALCIO – La scorsa estate il Maroggia ha fatto un mercato piuttosto importante. Sono arrivati giocatori di valore come – solo per fare alcuni nomi – Recchia, Vaccani, Hida, Simic, ma il girone di andata non è andato bene, oggi sarebbe retrocesso: il tuo Maroggia ripartirà dalla stessa base o sarà rivoluzione?

Alfredo Pedrini: «Non ci sarà nessuna rivoluzione. La rosa resterà praticamente la stessa eccetto qualche piccolo movimento in entrata e uscita come avviene in ogni sessione di trasferimenti. Maiorano mi ha detto che questo Maroggia è il più forte che lui abbia mai visto negli ultimi anni e, anche se non conosco ancora personalmente i ragazzi (ne conosco solo un paio), gli credo. Con me tutti i giocatori partono alla pari, tutti dovranno conquistarsi il posto. La rosa è ampia, siamo coperti in ogni ruolo, quindi nei nomi non sarà un Maroggia diverso. Poi chiaro, se dovesse esserci la possibilità di portare in squadra una giocatore in grado di fare la differenza, allora ci penseremo».

CHALCIO – Siete penultimi e il vostro obiettivo non può che essere la salvezza: l’anno scorso ci sei riuscito con il Ceresio partendo probabilmente da una situazione più complicata. La ricetta sarà la stessa? Quale il rischio più grande?

Alfredo Pedrini: «Non c’è nessuna ricetta e io mi comporterò nello stesso modo in cui ho fatto l’anno scorso. La regola, per le squadre che devono salvarsi, è una sola: lavorare più delle altre. Penseremo solo a lavorare, senza guardare la classifica. Però una cosa voglio dirla: il Maroggia a giugno sarà salvo. Di questo sono certo».

CHALCIO – Abbiamo nominato il Ceresio e non posso non chiedertelo: sportivamente, considerati i risultati ottenuti, è stata una separazione che mi ha sorpreso. C’è chi dice che sia dipeso dalla tua- passami il termine – focosità in panchina. La tua versione mister?

Alfredo Pedrini: «Probabilmente ti riferisci all’intervista che ha fatto Carta (capitano del Ceresio, ndr) quando ha fatto riferimento ai tanti giorni di squalifica che ho preso nel girone di andata. Fammi però partire da questa premessa: quando sbaglio sono il primo ad ammettere le mie colpe, credo di essere una persona sincera che dice le cose come stanno, e quindi anche quando non ho fatto nulla vorrei essere creduto. Ed è questo il caso dei turni di squalifica che mi sono stati dati nel girone di andata, soprattutto in riferimento alla partita contro il Ligornetto che mi è costata tre giornate di stop per quello che l’arbitro ha scritto sul suo referto. Purtroppo però l’arbitro ha scritto cose inesatte. Ed infatti ho fatto ricorso, ma per un vizio di forma questo non è stato accolto. Per portare avanti la mia difesa avrei dovuto pagare altri 100 CHF, ma a quel punto non sono andato avanti perché se l’arbitro non avesse ammesso il suo errore, non sarebbe cambiato nulla e io sarei stato comunque “condannato”. Quindi era inutile spendere altri soldi per niente. In tutta questa storia, oltre alla squalifica esagerata, ci sono rimasto un po’ male anche perché la società mi ha lasciato solo: mi ha detto che se avessi voluto fare qualcosa ci avrei dovuto pensare io. Questo è quello che è successo».

«Tornando invece al discorso separazione confesso che ne avevo già avuto sentore da almeno un mese. Infatti, già dai primi giorni di ottobre, parlando con il direttore sportivo Milo Delorenzi, sapevo che il Ceresio sarebbe stato “aiutato” da un nuovo gruppo esterno e quindi immaginavo che questo nuovo gruppo avrebbe voluto – come spesso capita quando uno si interessa direttamente di qualcosa – portare con sé anche un nuovo staff tecnico. Ma Delorenzi mi aveva rassicurato dicendomi di non preoccuparmi, che ad allenare anche nel girone di ritorno saremmo andati avanti io e il mio staff. Pensa che io, appena avuta questa rassicurazione, a riprova del fatto che mi era stato detto che sarei rimasto, mi sono subito mosso per portare in squadra tre nuovi giocatori (che mi avevano già dato il loro assenso) con i quali avremmo potuto provare a vincere il campionato: era questo il mio, il nostro obiettivo. Invece poi qualcosa è cambiato, forse so anche cosa, ma non mi va di dirlo. Sta di fatto che il Ceresio ha preferito fare senza di me. Ecco spiegato tutto, o quasi».     

CHALCIO – Chiudiamo con il sorriso mister, con un pronostico secco: chi vince il campionato? E il Maroggia, in che posiziona arriverà?

Alfredo Pedrini: «Faccio due nomi. Il campionato lo vincerà il Ligornetto oppure il Monteceneri. Maroggia? Come ho già detto noi ci salviamo. La posizione non la so, ma ci salviamo, dico metà classifica»


MERCATO MAROGGIA

Allenatore: Alfredo Pedrini (nuovo).

ARRIVI: Dinor Krasniqi (centrocampista) Ceresio, Armend Shala (difensore) Ceresio.

PARTENZE: nessuno.


LA CLASSIFICA (TERZA LEGA 1)

Basso Ceresio 28 pt (13), Ligornetto 25 (13), Breganzona 25 (13), Cademario 23 (13), Ceresio 23 (13), Monteceneri 22 (13), Coldrerio 22 (13), Comano 21 (13), Vacallo 17 (13), Stabio 12 (13), Insubrica 11 (13), Boglia Cadro 10 (13), Maroggia 9 (13), Semine 8 (13)


REGOLAMENTO: PROMOZIONI / RETROCESSIONI

CASO 1 Nessuna squadra ticinese retrocessa dalla Seconda interregionale:

  • Promozione in Seconda lega delle due vincitrici dei due gruppi.
  • Promozione in Seconda lega della squadra vincente dopo spareggio su campo neutro tra le seconde classificate dei due gruppi. Non ci sarà spareggio tra le seconde classificate nel caso in cui la vincente della Seconda lega non ottenga la promozione in Seconda interregionale.
  • Quattro retrocessioni in Quarta lega: ultima e penultima squadra classificata dei due gruppi.

CASO 2 Una squadra ticinese retrocessa dalla Seconda interregionale:

  • Promozione in Seconda lega delle due vincitrici dei due gruppi.
  • Quattro retrocessioni in Quarta lega: ultima e penultima squadra classificata dei due gruppi.

CASO 3 Due squadre ticinesi retrocesse dalla Seconda interregionale:

  • Promozione in Seconda lega delle due vincitrici dei due gruppi.
  • Quattro retrocessioni in Quarta lega: ultima e penultima squadra classificata dei due gruppi.

 

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