Russia 2018, l’Uruguay sempre con il minimo sindacale

scritto da Claudio Paronitti

Il 52° centro in 100 presenze di Luis Suarez è sufficiente all’Uruguay per superare l’Arabia Saudita e qualificarsi per gli ottavi di finale

Una partita che dovrebbe essere a senso unico si trasforma in calvario più per gli spettatori – sulle tribune e davanti ai teleschermi – che per i calciatori in campo. Per la bellezza di 23′ succede poco o nulla di rilevante, se non un paio di conclusioni (una per parte) assolutamente innocue per i due portieri.

Appena superata la metà della prima frazione, però, la musica cambia. Il merito è di Mohammed Al Owais, il quale, su un corner uruguaiano, salta per togliere le ragnatele dall’atmosfera, facendosi superare incredibilmente dal pallone, che giunge sui piedi di Luis Suarez, che non ha alcun problema a insaccare di piatto sinistro. Per il “Pistolero”, alla 100a presenza con la maglia della “Celeste”, è il gol numero 52.

L’Arabia Saudita ora è costretta a reagire se non vuole veder chiusa la sua campagna mondiale. L’esterno di centrocampo Hattan Bahbir produce un’incursione dalla sinistra con conclusione mancina, sulla quale Fernando Muslera si interpone con le mani aperte.

Al 41′ momenti di ansia sulla panchina saudita. Taisser Al Jassim si infortuna (stiramento) dopo un dribbling mancato al limite dell’area sudamericana. Il centrocampista dell’Al Ahli SC è costretto a lasciare il terreno e viene rimpiazzato dal compagno di club Hussein Al Moghawi.

Il match dice davvero poco anche alla ritorno in campo dopo i canonici quindici minuti di pausa. I sauditi vogliono ma non possono. Gli uruguaiani possono ma non vogliono. E così bisogna attendere il 62′ per vedere una mezza occasione. Il merito è di Carlos Sanchez, che colpisce anche bene di testa, ma Al Owais non deve far altro che osservare il pallone oltrepassare la traversa.

Si giunge così stancamente al termine di una sfida senza veri spunti da rimembrare, se non il gol di Suarez che qualifica l’Uruguay agli ottavi di finale ed elimina l’Arabia Saudita.

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